La settima arte, infatti, oltre ai valori assoluti delle istanze artistiche, ha sempre parallelamente messo in scena quei comportamenti e quelle costumanze che si stavano affermando e che, giocoforza –pensiamo al periodo precedente la televisione- il novecentesco mezzo di comunicazione di massa per eccellenza contribuiva ad affermare come stili di vita da perseguire. Dall’american way of life, tanto invasivo sul territorio nostrano, ai diversi cinema di propaganda ideologica: quello tedesco del periodo nazionalsocialista, con Leni Riefenstahl in primo piano, e quello del periodo d’oro sovietico, basti pensare ad Ejzenstejn su tutti.
E oggi? Quale può essere la peculiarità informativa del cinema attuale? Sicuramente, l’onestà intellettuale e la pulizia etica di non massificarsi all’appiattimento ipocrita dei vari luoghi comuni massmediatici. Andare alla radice delle cose con lo stesso rigore e trasparenza con cui, artisticamente, si regolano i conti con i propri fantasmi interiori.
Un documentario come Biutiful Cauntri, uscito qualche settimana fa nelle sale italiane, ne è l’esempio. Il problema dello smaltimento dei rifiuti campani, delle cause di tutto ciò e dei devastanti effetti sul territorio e sugli esseri viventi, non è mai stato analizzato con tanto spirito libero di ricerca; con la volontà di andare al cuore del problema, grazie ad un minuzioso approfondimento sul campo. Un disinteressato amore di verità, scevro da parziali interessi economici o politici, che purtroppo è difficilmente riscontrabile nella televisione o sui giornali.
Una lodevole iniziativa della Lumiere & Co, che ha prodotto e distribuisce Biutiful Cauntri, sta cercando di promuovere la proiezione del film nelle scuole italiane. Per tutto questo è stato indetto un numero verde attivo dal lunedì al venerdì, al quale poter richiedere le proiezioni.
La questione della salvaguardia ambientale, la lotta all’inquinamento e la ricerca di un diverso modello energetico, appaiono ormai come l’assoluta priorità politica, al di là delle questioni meramente economiche. Un cinema che si occupi di questo sarebbe opportuno, vista l’ingente questione, al di là delle velleità artistiche. Anche, e soprattutto, un prodotto finzionale di genere che abbia sullo sfondo questioni ecologiche; in questo caso la stessa parzialità di visione del problema, che da molti potrebbe essere additata come catastrofismo, sarebbe auspicabile almeno come corroborante alla formazione della coscienza collettiva sul tema in questione.
Per il momento è il documentario ad aver rotto il ghiaccio; sulla scia del preziosissimo Una scomoda verità, film del 2006, premio oscar come miglior documentario nel 2007, diretto da Davis Guggenheim e avente come protagonista l’ex vicepresidente degli Stati Uniti d’America Al Gore che lo ha prodotto, il documentario ambientalista ha fatto passi in avanti come continuità di produzione e distribuzione e Biutiful Cauntri ne è la più recente testimonianza italiana.
Il progetto del numero verde per la proiezione del film nelle scuole, che verrà pubblicizzato dall’invio di circa 15.000 lettere ad altrettante scuole ed università italiane, dà alla scuola dell’obbligo il ruolo di precettore pubblico, in temi di socialità collettiva, che dovrebbe essere sempre di sua competenza; se la scuola è anche la prima fonte per l’individuo dove nutrire la propria educazione civica, essa deve testimoniare i problemi del suo tempo, sottolineare l’urgenza di acquisire un determinato stile di vita sociale, la grave pericolosità, di un erroneo impatto ambientale.
Per ulteriori informazioni sull’iniziativa:
numero verde 800 910 468
attivo dal lunedì al venerdì
ore 9.30-13.00 e 14.30-18.30
27 Marzo 2008 - Scrivi un commento