Alla ricerca dell’isola di Nim
Dall’11 aprile nelle sale italiane il film di Mark Levin e Jennifer Flackett che promuove la salvaguardia dei paradisi naturali, lanciando, grazie al WWF e con la collaborazione di Moviemax, l’operazione “Adotta la tartaruga Nim”.
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di
Giancarlo Simone Destrero
Alla ricerca dell’isola di Nim è un’avventurosa eco-favola adatta per ogni età, che in Italia sostiene la
campagna adozioni delle tartarughe marine. Infatti, l’originale operazione legata al film “Adotta la tartaruga Nim”, è stata lanciata dal WWF Italia e dalla Moviemax, la casa di distribuzione del lungometraggio.
Al centro WWF di Lampedusa (dove dal 1990 il programma di cura, ricerca e conservazione delle tartarughe marine ha rilievo internazionale) all’inizio di marzo è stata liberata in mare la tartaruga Nim, chiamata per l’occasione come la protagonista del film; l’esemplare è stato munito di trasmettitore satellitare, per poter inviare informazioni che saranno fondamentali per individuare strategie di tutela per tutte le tartarughe del Mediterraneo.
La tartaruga Nim rappresenta, infatti, tutte le tartarughe marine, specie simbolo della biodiversità dell’ecosistema marino, gravemente minacciate dall’attività umana ed in particolar modo dalla pesca accidentale: ne vivono 7 specie nei mari di tutto il mondo, di cui 3 nel Mediterraneo, ma tutte sono a rischio estinzione.
Il progetto del WWF Questo progetto di Lampedusa rientra nell’ambito dell’attività di
tracking satellitare delle tartarughe marine, che il WWF ha intrapreso in tutto il mondo, dopo avere avviato da più di 40 anni progetti di salvaguardia delle tartarughe marine in 44 nazioni mondiali. La tecnologia del tracking satellitare consente di seguire i loro spostamenti in mare e studiarne i comportamenti, per valutare dove e quando sono più vulnerabili alle attività umane e in che modo possono essere più efficacemente protette. Per avere informazioni su questo, seguire il viaggio della tartaruga Nim nel Mediterraneo, adottare una tartaruga e contribuire alla salvaguardia della specie, ci si può collegare al sito italiano del film.
Per quello che riguarda i 94 minuti della sua durata, Alla ricerca dell’isola di Nim, è un film godibilissimo che sa mescolare diversi livelli di racconto avventuroso, alternando decentemente suspance ad azione e facendo interagire i tre personaggi della storia – così diversi e così complementari l’un l’altro, tanto da non potersi non congiungere alla fine – senza cadere nel melenso sentimentalismo.
La locandina del film Alla ricerca dell'isola di Nim Ma al di là dello sviluppo interattivo dei personaggi, è sicuramente
il meraviglioso contesto ambientale a farla da protagonista. Tratto dall’avventuroso scenario tropicale suggerito dalla penna di Wendy Orr, dal cui romanzo è tratto il film, il paradiso naturale dove si svolge la storia è stato filmato in Australia, gran parte sulla Gold Coast di Queensland.
L’idillio edenico tra uomo e natura, così distante dalla città-prigione dove vive la scrittrice, è simboleggiato dal rapporto tra la piccola Nim e i suoi amici animali: Salsiccia il leone marino, Fred il drago barbuto e Galileo un pellicano. Un rapporto da sospensione di incredulità, tale è la capacità di comprensione tra i quattro esseri, che forse potrebbe essere meno incredibile, per noi spettatori secolarizzati, se non si sostituisse totalmente il progresso tecnologico alla solenne longevità naturale. Alla fine gli opposti si attraggono – per una riconciliazione che tutti noi auspichiamo – e il nevrotico essere umano, costretto a vivere decentemente solo attraverso l’immaginazione, impersonato dalla scrittrice Alexandra Rover, riesce a vincere le proprie paure e soddisfare la propria atavica nostalgia, mentre la piccola Nim comprende la fortuna di
vivere dal vero un’avventura che nessuna penna di scrittore potrà mai sostituire.8 Aprile 2008 -
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