Insomma, comunque sia, un impressionante film d’Horror. Il problema è che Biutiful Cauntri non è un’opera di finzione, è un documentario. Una di quelle testimonianze che tutti dovrebbero vedere, perché arrivati a questo punto -cioè quello dell’improponibile smaltimento dei rifiuti che il film evidenzia- è chiaro che trovare una soluzione sostenibile a tutto ciò deve essere, inopinatamente, la priorità assoluta di tutti quanti, politici e cittadini.
Tutte quello che sta finalmente uscendo in questi giorni, a causa dell’emergenza campana, sulla disgraziata gestione decennale del problema, viene reso evidente e testimoniato crudamente da questo meritorio lavoro di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero. La collusione tra imprese del nord ed accondiscendente lassismo politico, viene mediata da quella che è stata definita camorra dai colletti bianchi, o ecomafia.
In sostanza, tutti i rifiuti tossici del cosiddetto Belpaese -un appellativo paradossale in questo caso, già evidenziato dallo storpiamento del titolo inglese- vengono indirizzati su determinati punti del territorio campano, dove vige la più assoluta anarchia in tema di rispetto delle regole di sicurezza. E dove, oltre ad avere tante discariche statali, molte delle quali rimangono aperte nonostante le obsolete misure di sicurezza, sono presenti innumerevoli discariche illegali di rifiuti tossici.
Zone franche dove la camorra gestisce questi smaltimenti illegali, non essendo avversata da nessun autorevole controllo politico; essendo, anzi, appoggiata dai poteri forti di tutta la nazione che possono mantenere, subdolamente, una valvola di sfogo che permette loro di continuare a produrre ciò che, a norma di legge, sarebbe difficile da smaltire.
La prassi è quasi sempre la seguente: nottetempo, arrivano camion pieni di sostanze tossiche che sono date alle fiamme, dopo essere state scaricate sul posto. Girato nel territorio campano tra Acerra, Afragola, Giugliano e Villarica, il film mostra il perché quel territorio è stato ribattezzato il “ triangolo della morte italiano”.
Deprimenti immagini di pecore che muoiono dopo lunghi stenti fisici, pastori che testimoniano come centinaia di animali siano deceduti sul posto per essersi nutriti dei prodotti di quelle terre, sono la prova concreta dei rilevamenti tossici fatti ad Acerra che hanno evidenziato come nella zona i parametri di diossina siano 100.000 volte superiori alla legge. Come si chiede uno dei tanti pastori intervistati nel film: perché se uno uccide un cristiano lo arrestano e invece questi, che stanno mietendo molte più vittime in maniera indiretta -con conseguenze catastrofiche inimmaginabili- non vengono presi?
Eppure dal 1998 giace nel parlamento italiano la proposta di legge per trasformare gli ecoreati in reati penali. Inoltre, nel 2002 sono stati stanziati circa 180 milioni di euro per iniziare la necessaria bonifica di quei territori, ma ad oggi nessun processo di bonificazione è stato avviato. Ognuno può farsi un’idea sulla situazione generale e sulle eventuali soluzioni possibili (tanto per la cronaca, la mia l’ho già espressa in un precedente articolo che qui trovate correlato) anche, e soprattutto, grazie a lavori come questo – e come Civiltà bruciata, un documentario che affronta questi temi anche a livello scientifico e che si complementa con questo- che si spera abbiano la capacità di smuovere molte coscienze. Il film è stato distribuito in una ventina di città italiane; a Roma è il cinema Greenwich a proiettarlo.
11 Marzo 2008 - Scrivi un commento