“E’ da pochi decenni, dopo secoli di persecuzioni che avevano convinto questo beneaugurale uccello a non frequentare più l’Italia a scanso di fucilate, che le cicogne hanno ripreso timidamente a nidificare da noi, come da sempre fanno in tutta Europa, dalla Spagna ai Balcani – commenta Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF Italia - è un buon segno che conferma come l’atteggiamento degli italiani nei confronti della fauna selvatica sia migliorato.”
Gli esperti del WWF hanno notato le prime avvisaglie il 29 marzo, quando le due cicogne sono state avvistate per la prima volta, mentre portavano materiale “da costruzione” sia sul comignolo della stalla delle Cioccaie (edificio rurale all’interno dell’Oasi) sia su un palo di una linea elettrica poco distante. A quel punto sono scattati i primi interventi da parte del personale dell’Oasi e di tutto lo staff della Società CITAI, proprietaria dell’Oasi, che si sono prodigati per scongiurare il rischio di folgorazione e assicurare un esito positivo al delicato evento. Dopo aver predisposto sul comignolo della stalla un nido alternativo costruito con materiali naturali, è stato richiesto l’intervento dei tecnici Enel che, approfittando dell’assenza delle cicogne, hanno immediatamente provveduto all’isolamento dei cavi elettrici e all’installazione di una piattaforma ad hoc realizzata in tempi record dall’officina interna alla CITAI, su indicazione del WWF, e “guarnita” ad arte con ramaglie varie. La piattaforma è stata collocata sopra al palo affinché fosse garantita l’incolumità della coppia dal rischio di folgorazione.
Dimostrando di apprezzare il lavoro svolto, le cicogne hanno scelto il palo con la nuova e più comoda postazione come sito elettivo per il nido; quindi per qualche giorno hanno perlustrato il territorio dell’Oasi per accertarsi che offrisse le risorse necessarie all’allevamento della prole; infine hanno dato il via alla caratteristica parata nuziale al ritmo delle “nacchere” (un saluto reciproco fatto di colpi di becco ripetuti a testa reclinata) fino ad accoppiarsi più volte durante tutto il fine settimana. Uno spettacolo unico per i fortunati visitatori, che hanno potuto ammirare questo evento, senza disturbare, da uno dei capanni di osservazione dell’Oasi. Domenica, la femmina stava già covando.
Una curiosità: mentre la femmina è provvista di anello metallico di riconoscimento che fa propendere per una sua origine da centro di riproduzione (siamo in attesa dei dati dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica), il maschio è sicuramente un soggetto di origine selvatica.
Il ritorno della cicogna in Alta Maremma è un evento eccezionale e la scelta dell’Oasi di Bolgheri – Oasi storica del WWF Italia, già rifugio faunistico creato dal marchese Mario Incisa della Rocchetta, primo presidente dell’Associazione – conferma come un’area in cui le attività umane legate alla produzione agricola di tipo estensivo e all’allevamento del bestiame condotto in forme tradizionali, in cui pascoli e prati-pascoli sono integrati mirabilmente con l’ambiente naturale, possa offrire un habitat ideale e sicuro per la sosta e la riproduzione di questa specie.
La Cicogna bianca, scomparsa per secoli come specie nidificante dal territorio italiano, è ricomparsa in Toscana nel 2005 soprattutto grazie a programmi di reintroduzione operati da centri specializzati. In Toscana, dove è attivo un centro di riproduzione delle cicogne (Carapax di Massa Marittima), si sono verificati 3 casi di nidificazione ma solo in due di essi (nel Comune di Cascina, in provincia di Pisa, e nel Padule di Fucecchio, in provincia di Pistoia, di nuovo su un traliccio Enel opportunamente adattato alle esigenze riproduttive della specie), i piccoli sono sopravvissuti e sono riusciti ad involarsi.
Per attirare altre coppie di cicogne, il WWF sta programmando l’allestimento di altri sostegni artificiali per la nidificazione nelle Oasi della bassa Maremma, Burano e Orbetello, mentre è già stato installato un nido artificiale nell’Oasi di Vanzago, altra importante area di nidificazione.
Per visitare l’Oasi WWF Padule di Bolgheri:
L’Oasi resterà aperta alle visite ancora per tutto il mese di aprile nel giorno di sabato, previa prenotazione obbligatoria c/o WWF (indirizzo e.mail: paolo@arcehir.org cell. 334-7584832)