ho letto che il 27 ottobre c.a., alcuni deputati siciliani hanno presentato all'Assemblea regionale il disegno di legge n. 482 di iniziativa parlamentare, dal titolo: "Disposizioni in materia di disturbi di specifici di apprendimento". Sembra che siano bastate due lettere al giornale La Sicilia, per avere dopo 10 giorni una proposta di legge presentata al Parlamento siciliano. Una lettera di una mamma di Vicenza, che ha decantato i benefici ricevuti dal figlio che, grazie all'essere stato riconosciuto dislessico, è stato opportunamente aiutato a recuperare il processo di apprendimento e l’altra di un preside che lamenta che la certificazione di dislessia non figurando tra gli handicap non prevede l’insegnante di sostegno.
Una tempestività che sorprende se il tutto non facesse parte di un copione ormai vecchio, come denunciato anche da un reportage di Rai 3: un gruppo di psichiatri vota a maggioranza che esiste un determinato disturbo, viene creata l'associazione promotrice formata da parenti e pazienti, che farà da cassa di risonanza ed eserciterà pressione presso i governi e l'opinione pubblica, affinché vengano approvate leggi che ne convalidano l’esistenza e la cura. Non sono le prove scientifiche a sostenere l’esistenza di tali “disturbi”, ma diagnosi basate su test scritti o orali e non su esami oggettivi clinici di laboratorio, senza contare che sembra che la scuola sia diventata un succulento potenziale mercato per business sanitario anziché luogo di istruzione e cultura e che le figure sanitarie e i progetti di rilevamento di “disturbi” psichici diventino sempre più importanti degli insegnanti e dei progetti per il miglioramento dell'istruzione e dell'educazione.
La stessa strategia con la quale ora si vogliono fare screening di massa per individuare e dare l'etichetta di handicap ai bambini siciliani. Come insegnante di scuola superiore in una regione (la Lombardia) dove purtroppo ormai ogni anno mi ritrovo mediamente due o tre alunni per classe etichettati con disturbi specifici dell'apprendimento non ho visto situazioni idilliache come quelle raccontate dalla madre di cui sopra. Al contrario ho visto e vedo situazioni disperate di alunni e genitori ai quali gli "esperti" hanno detto che sono affetti da questi “disturbi” e che non potranno guarire ma dovranno accettarli e rassegnarsi, seguendo percorsi diversi dal resto dei compagni. In una mia classe, tre alunni certificati con disturbi dell’apprendimento sono parcheggiati in classe con lo sguardo disperso, timidi, confusi, uno non porta neanche il quaderno e la penna.
Gli alunni hanno bisogno di un sostegno, non perché sono incapaci, ma perché spesso si perdono in classi numerose (30 per classe) e non possono essere seguiti adeguatamente. Nella mia scuola su 140 docenti, 21 sono insegnanti di sostegno, perché ad esempio non investire le risorse economiche di personale aumentando le classi e diminuendo il numero di studenti per classe creando migliori condizioni per l'apprendimento? Perché non fare corsi di aggiornamento per migliorare la didattica dei docenti invece di corsi per individuare fantomatiche “diversità patologiche” degli alunni?
Margherita Pellegrino
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Perchè? Perchè alla gente ormai basta arrivare a fine mese per prendere lo stipendio,ormai è tutto classificato "lavoro" non impegno.
Ho sempre pensato che per certe categorie di lavoratori(infermieri,insegnanti,dottori,..),quello che loro facevano lo facevano come se fosse una missione,ma ormai tolto alcuni casi(il suo e di altri come Lei),alla gente interessa il guadagno facile e soprattutto apparire.
Alle persone come Lei io dico: per fortuna esistete ancora.
Grazie.