Il prelibato sashimi, infatti, prevede che il tonno rosso abbia una percentuale di grassi ben precisa. A determinare le sorti del tonno è proprio il mercato del pesce giapponese, che inghiotte fino al 90% delle sue esportazioni mondiali.
Così, negli ultimi 40 anni, il tonno rosso, presente sia nell’Atlantico che nel Mediterraneo, è diminuito dell’80%, soglia che normalmente ne prevede l’inserimento nella lista delle specie protette.
Il principato di Monaco ha dunque proposto la tutela del tonno rosso, ottenendo i consensi di Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Austria e Polonia. Italia e Stati Uniti non hanno ancora preso posizione, ma dovranno farlo entro marzo dell’anno prossimo. Durante la riunione della Convenzione sul commercio internazionale di specie in pericolo a Doha, infatti, la convenzione di Washington concorderà una lista di 5.000 specie di animali e 28.000 vegetali da tutelare.
Nonostante ciò il filetto o la scatoletta di tonno si trovano ancora spesso sulle nostre tavole. Forse c’è chi crede che quello sul piatto sia tonno da allevamento e che quindi non ci siano conseguenze per le popolazioni marine. Tuttavia, il tonno che mangiamo non è nato e cresciuto in allevamento: è stato pescato con una paranza girante, trasferito in una gabbia di trasporto e infine allevato per un annetto (massimo due) in un vivaio di ingrassamento. Le coste del Mediterraneo sono punteggiate da una quarantina di questi allevamenti.
1. Lo spostamento del periodo di sospensione della caccia ai mesi di giugno-luglio, di modo che coincida col periodo di riproduzione del tonno.
2. L’installazione di ulteriori pattuglie di controllo della pesca, per verificare che i tonni da meno di 10kg vengano effettivamente liberati prima della loro morte.
3. L’instaurazione di una moratoria sulla costruzione di nuovi vivai di ingrassamento, almeno finché il numero di tonni in libertà non mostri segni significativi di crescita.
4. L’installazione di riserve marine che includano fregolatoi (aree di acqua dove i pesci possono deporre le loro uova ogni anno).
Se il thunnus thynnus dovesse finire sulla lista rossa delle specie protette, dovrebbero venir prese queste e altre misure. Paradossalmente, però, pur scarseggiando nei mari, il tonno è ancora presente in moltissimi piatti.
Sarà dunque difficile emanciparsi da un mercato di esportazione che solo in Italia vale 100 milioni di euro.
6 Settembre 2009 - Scrivi un commento