Duecentomila sono, infatti, gli esemplari che ogni anno perdono la vita nei mari europei a causa della pesca con palamiti, quella effettuata con cavi lunghi anche decine di chilometri nei cui ami i volatili rimangono impigliati.
La Lipu e BirdLife International hanno quindi lanciato un appello a Joe Borg, Commissario europeo per gli Affari marittimi e la Pesca, affinché l’Unione Europea si impegni concretamente per fermare questa strage.
Negli ultimi tempi si è molto discusso circa l’impatto della pesca industriale sugli ecosistemi marini.
In particolare, di recente è stata proposta la tutela (tramite l’inserimento nella lista rossa delle specie protette) del tonno rosso che, pescato in massicce quantità per soddisfare le esigenze del mercato, rischia adesso il collasso commerciale.
Il problema, tuttavia, non riguarda soltanto i tonni: lo sfruttamento dei mari ha raggiunto proporzioni tali da far ipotizzare che entro il 2050, in assenza di un’inversione di rotta, potrebbero non esserci più pesci da mangiare.
Stando alle ultime notizie, però, ad essere minacciata dalla pesca industriale non è “solo” la vita sottomarina ma anche quella fuori dall’acqua.
Nel mondo vittime accidentali di questo metodo di pesca sono circa trecento mila uccelli marini, di cui centomila albatross.
Tra le specie a rischio si suppone che la Berta delle Baleari (Puffinus mauretanicus) – che ha una popolazione ormai ridotta a 2mila coppie e che come nidificante è confinato nelle isole Baleari – si estinguerà entro il 2040.
In Italia vittime principali sono la Berta maggiore e la Berta minore mentre in Europa tra le specie colpite vi sono la Berta dell’Atlantico e l’Edredone di Steller.
“Siamo a conoscenza da molti anni circa la morte degli albatross e di altre specie di uccelli marini nella pesca industriale con palamiti negli oceani del Sud – ha informato Euann Dunn, direttore del team Politiche marine della Rspb (BirdLife nel Regno Unito) – Molti saranno sorpresi di sapere che specie più rare della tigre sono minacciate di estinzione dalla pesca effettuata nelle acque europee.
È un decennio che aspettiamo dalla Commissione europea provvedimenti per ridurre l'impatto della pesca sugli uccelli marini: gli aggiustamenti tecnici nelle pratiche di pesca necessarie per prevenire gli inconvenienti della pesca industriale sono molto semplici, ma la volontà politica di applicarle sta mancando da troppo tempo”.
28 Settembre 2009 - Scrivi un commento
In nome del profitto abbiamo giustificato tutto.E' venuto il momento di dire basta non solo a parole ma anche con i fatti,prima che sia troppo tardi