Gli ottomila delegati (dei governi, delle Nazioni Unite, di organizzazioni intergovernative e non governative e della stampa) riuniti in Polonia cercheranno di trovare un accordo riguardo le strategie da mettere in atto per far fronte ai cambiamenti climatici.
Ad aprire il summit mondiale, che si concluderà il 12 dicembre, è stato Donald Tusk. Il primo ministro polacco ha sottolineato che “gli scienziati condividono l’opinione che il riscaldamento terrestre, se superiore di due gradi, comporterà modifiche irreversibili a quasi tutti gli ecosistemi ed alla comunità umana”.
Preoccupato è anche Yvo de Boer, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Mr Kyoto, come è definito da alcuni il diplomatico olandese che ha il compito di negoziare il cosiddetto Kyoto-bis, ha già lanciato un appello affinché il prossimo trattato sia realmente ambizioso ed in grado di frenare il riscaldamento globale.
Secondo quanto emerso dall’ultimo rapporto dell’agenzia internazionale dell’energia (Energy Outlook 2008 IEA), in assenza di una decisa e collettiva inversione di rotta, infatti, i gas serra di qui al 2030 cresceranno del 40% determinando un innalzamento della temperatura media del globo di 6 gradi centigradi.
Trovare un accordo globale entro la fine del 2009 per ridurre del 25-40% i gas serra entro il 2020, ridurre le emissioni dei paesi industrializzati dell’80% entro il 2050, stanziare più fondi per i paesi in via di sviluppo per l’adattamento ai cambiamenti climatici e l’accesso alle tecnologie sostenibili, fermare la deforestazione e la correzione delle distorsioni del mercato delle emissioni: ecco ciò che secondo Legambiente bisogna assolutamente fare.
Anche il WWF ha riflettuto sui principali obiettivi da raggiungere e li ha quindi esposti in quello che è stato denominato “piano-Poznan”. Le idee diventino negoziati: questo il primo dei cinque punti menzionati. Importantissimo però è anche che i negoziati si tramutino in fatti e non restino soltanto buoni propositi sulla carta, come è avvenuto nel caso del Protocollo di Kyoto.
Nel corso della 13esima Conferenza mondiale sul clima, tenutasi nel dicembre scorso a Bali, è emerso, infatti, che molti dei paesi firmatari non si sono poi attenuti alle misure previste dal trattato internazionale, ovvero la riduzione delle emissioni di gas serra del 5% (una percentuale di per sé insufficiente per fronteggiare la situazione attuale).
Stati Uniti, Canada e Australia sono risultati i primi tre paesi per emissioni di CO2, ma anche l’Italia non si è attenuta agli accordi: nel nostro paese, anziché diminuire, le emissioni di gas serra dal 1990 ad oggi sono aumentate del 9,8%.
La Germania, al contrario, nello stesso arco di tempo le ha ridotte del 18% investendo sulle nuove tecnologie e fonti pulite.
E proprio sulle energie rinnovabili intende puntare Barack Obama che, ribaltando la politica di Bush, intende ridurre, entro il 2050, le emissioni dell’80%. Dal momento che entrerà in carica soltanto a gennaio, il neo-presidente eletto non sarà presente in Polonia. Ci si auspica ugualmente che i rappresentanti del governo americano in Polonia non trascurino i progetti di Obama riguardo il futuro degli Stati Uniti e, forse, del mondo.
30 Novembre 2008 - Scrivi un commento