Eppure l’esperienza quotidiana racconta di giornate fredde e umide in gran parte del paese. Come si spiega, inoltre, che secondo i dati presentati dall’ufficio meteorologico britannico - attendibile istituto di ricerca – il 2008 sarebbe l'anno più freddo del nuovo millennio?
La risposta ci viene fornita dall’istituto di meteorologia di Amburgo: una specie di ombrello gigante ci protegge dai raggi solari più forti, impedendo così l’innalzamento delle temperature. Questo schermo è però composto dall’aria inquinata che produciamo. Un’arma a doppio taglio, quindi, che da un lato ci protegge dal sole, dall’altro mette a rischio la nostra salute.
Appena l”ombrello” si dissolverà, inoltre, il riscaldamento climatico ci colpirà senza più nessuna protezione. Per uscire da questa situazione paradossale non ci resta che ridurre drasticamente le emissioni.
“Non ci possiamo più permettere errori” dichiara Hans Schellnhuber, direttore dell’istituto di ricerca sul clima di Potsdam. Secondo l’esperto, il livello del mare salirà di un metro entro questo secolo, poiché “la Groenlandia e i ghiacciai dell’Himalaya si scioglieranno più in fretta del previsto”.Vi è una differenza eclatante tra le ultime ricerche del consorzio climatico tedesco e quelle dell’IPCC dell’anno scorso: il riscaldamento globale sta accelerando drasticamente. Quest’anno le emissioni di CO2 sono aumentate del 3,8%, mentre negli ultimi anni aumentavano dell’1%.
“Basterebbe esportare le nostre tecnologie per dimezzare le emissioni dei paesi in via di sviluppo” dichiara Gernot Klepper dell’istituto di economia mondiale di Kiel. Anche secondo Legambiente sono necessari più fondi per abilitare l’accesso alle tecnologie sostenibili e l’adattamento ai cambiamenti climatici di questi paesi.
Che la protezione del clima richieda degli investimenti è chiaro, ma il ministro del clima tedesco Sigmar Gabriel ritiene che i costi siano ammissibili. Inoltre la recessione ha mostrato che investimenti in “valori reali sono più fruttiferi di quelli in valori fittizi”.Proprio in questi giorni vengono determinate la quantità e la qualità di questi investimenti. Da una settimana 8.000 delegati stanno cercando degli accordi: la conferenza di Poznan, in Polonia, è il secondo dei tre incontri previsti per sviluppare un nuovo trattato post - Kyoto. L’incontro definitivo avrà luogo tra un anno esatto a Copenhagen. Sigmar Gabriel esprime le sue preoccupazioni: l’attesa fino alla fine del 2009 gli sembra troppo lunga, a quel punto “non ci potremo più permettere esitazioni”.
Speriamo che sia il risoluto spirito tedesco a guidare i colloqui.
La Germania è stata tra i pochi paesi a oltrepassare le promesse di Kyoto. Il trattato richiedeva la diminuzione delle emissioni del 5% dal ‘90 a oggi: in Germania sono diminuite del 18%. Molti altri paesi, invece, non hanno neanche raggiunto quel 5%. In alcuni - per esempio in Italia - le emissioni sono addirittura aumentate. Per non parlare di paesi come gli Stati Uniti che non hanno neanche firmato il protocollo.Il futuro presidente americano Barack Obama, invece, dichiara la salvaguardia dell’ambiente una priorità. Il suo incarico attuale, però, non gli permette di partecipare al summit in Polonia. Sarà invece presente l’anno prossimo a Copenhagen. Riuscirà a rendere il nuovo trattato più ambizioso e soprattutto il nuovo trattato verrà rispettato?
8 Dicembre 2008 - Scrivi un commento