Data la mole degli impegni domestici, la mia scusa era sempre stata: la vita è già tanto difficile, se devo anche pensare a suddividere i rifiuti di certo soccomberò. E’ un po’ come quando si pensa di cominciare una dieta, ma non si riesce ad ignorare quella vocina insistente che ci ripete: i doveri sono tanti, la fatica anche, senza un po’ di soddisfazione dal cibo come farai? Voci ingannevoli, che alimentano l’umana pigrizia con nefaste conseguenze.
Recupero quindi da una pila di scartoffie un depliant dal titolo “Butta bene, vivi meglio” , che avevo preso forse un paio d’anni fa in biblioteca senza mai “trovare il tempo” di leggerlo. Comincia così la mia erudizione in materia.
Per prima cosa scopro che il Comune di Roma, con il regolamento per la gestione dei rifiuti, approvato nel 2005, ha reso obbligatoria la raccolta differenziata, stabilendo anche precise sanzioni: multa da 25 a 619 euro per chi lascia la spazzatura fuori dai cassonetti; da 50 a 300 euro per chi non effettua la dovuta spartizione. Accanto ai bidoni di fronte al mio portone cresce ogni giorno allegramente una montagna di rifiuti, ma credo che nessuno degli uffici e dei negozi qui intorno abbia mai subito una sanzione, come pure gli abitanti del quartiere, che la sera con tutta tranquillità trascinano l’unico, enorme sacco nero zeppo di ogni sorta di materiale. Quindi di fatto tutto è lasciato alla buona volontà del singolo.
Non così in Svizzera. Mi raccontava un amico che, durante il suo soggiorno di alcuni mesi a Ginevra per motivi di lavoro, aveva deciso di ignorare bellamente le locali severissime normative sull’immondizia. Nottetempo si era quindi recato con il fardello incriminato e l’aveva lanciato nel cassonetto più vicino, sentendosi molto furbo. Peccato che pochi giorni dopo si era visto recapitare a casa una mega-multa. Gli zelanti netturbini avevano infatti aperto il sacco, frugato nel suo immondo pattume, rinvenendo un foglio di carta con tutti i suoi riferimenti, e avevano preso i provvedimenti del caso. Così aveva imparato una volta per tutte la lezione. In Italia potrebbe mai accadere qualcosa di simile?
Continuo a studiare il pieghevole e davanti a me si apre il meraviglioso mondo del riciclo. Ma partiamo dalle regole:
Non vi si devono inserire: ceramica e porcellana; lampadine e lampade al neon; piatti, bicchieri e posate di plastica; contenitori per solventi e vernici; oggetti in vetro, plastica e metallo diversi dai contenitori (es. giocattoli, lastre di vetro, ecc.). Bastano infatti piccole quantità di questi rifiuti per rendere tutto il resto non riciclabile.
Non bisogna invece gettarvi: carta o cartone sporchi di cibo o altre sostanze; carta oleata o plastificata; piatti, bicchieri, buste o sacchetti in plastica. Anche in questo caso bastano infatti piccole quantità di questi rifiuti per rendere tutto il resto non riciclabile.
Non vi si devono lasciare: materiali riciclabili; sostanze liquide; materiali pericolosi; pile scariche e batterie d’auto; sostanze tossiche; calcinacci e pneumatici; rifiuti ingombranti anche se smontati.
Cosa succede dopo? Vetro, plastica e metallo verranno separati e inviati rispettivamente a vetrerie, industrie manufatturiere per la plastica e industria metallurgica, dove diverranno nuovi contenitori in vetro e metallo, oggetti e tessuti ricavati da materie plastiche.
La carta viene indirizzata alle cartiere che ne faranno nuova carta, cartone e cartoncino.
I materiali non riciclabili diverranno: combustibile da rifiuti che produrrà energia; dalla frazione organica stabilizzata si otterrà terriccio per la copertura delle discariche.
Per quanto riguarda:
Cosa fare dunque? Ed ecco in aiuto il solito vecchio terrazzo. Chi potrebbe immaginare che dietro tante leggiadre piantine possano celarsi per giorni tre orrendi sacchi di rifiuti?
E infine il momento peggiore: quello della discesa al cassonetto. Trattasi di attività tipicamente maschile, forse l’unica corveè che la maggior parte degli uomini accetta di sobbarcarsi senza troppi mugugni. Ma nel mio caso? Mi assiste un sussulto di antico orgoglio femminista e decido che da sola posso fare qualsiasi cosa, anche gettare l’immondizia. Così inizia l’avventura serale con i tre sacchi della spazzatura che mi pesano non poco...ma vuoi mettere la soddisfazione? Tanto non avevo mai tempo di andare in palestra!
23 Gennaio 2008 - Scrivi un commento