Da tempo, parecchie associazioni ambientaliste e mediche hanno sollevato seri dubbi sulla qualità dell'acqua in bottiglia, specialmente se di plastica. La possibilità di avere informazioni maggiori e possibilmente gratuite sull'acqua di acquedotto, potrebbe spingere ancor più cittadini a fare il passo indietro che tutti ci auspichiamo e che porterebbe al consumo di acqua potabile della rete idrica. Questo implicherebbe l'abbandono dell'uso selvaggio di acqua minerale in bottiglia che sta inquinando come pochi altri settori, senza contare l'impatto sulla salute delle persone, dato che questa pare sia proprio di qualità inferiore rispetto agli standard normalmente forniti dagli acquedotti che devono rispettare controlli più accurati e valori di sostanze inquinanti minori.
La possibilità di avere analisi dell'acqua alla mano, permette anche di valutare apparecchiature di filtraggio e trattamento, eventualmente da applicare al proprio impianto casalingo, per migliorare ancor più le caratteristiche organiche e minerali e la purezza dell'acqua che si consuma. L'analisi permette altresì di obbligare il Comune a prendere atto di quello che viene servito ai propri concittadini dalla multinazionale di turno che somministra/amministra l'acqua. In molti casi, infatti, gli acquedotti sono stati privatizzati con conseguenze devastanti sia dal punto di vista economico, sia sociale e sia ambientale. Chissà mai che da questo atto giuridico “minimo” derivino conseguenze di rilievo.
L'acqua minerale in bottiglia non è di certo una soluzione...
Se si vuole bere acqua pura dobbiamo assumerci la responsabilità di proteggere fiumi, laghi e falde idriche. Senza svendere al primo venuto che ci sbandiera quattro soldi sotto il naso.
Le pubblicità delle acque minerali sono spesso “sovradosate”. Non è vero ad esempio che queste abbiano sempre maggiori sali minerali di quelle del rubinetto. E i residui tossici (nitrati, arsenico ecc.) spesso sono di molto superiori rispetto a quelli dell'acqua di un acquedotto comune.
Non va dimenticato che l'acqua è vitale sotto molti punti di vista, non ultimo quello medico. Essa, infatti, se di buona qualità, può essere utilizzata come medicina in tantissimi disturbi (l'idroterapia ne è un esempio). I problemi come l'aggiunta sistematica di cloro e/o la presenza di altre componenti dannose possono essere eliminati con un buon filtraggio domestico. Installare un buon filtro di depurazione è inoltre un ottimo espediente per spingere a un consumo cosciente e orientato al risparmio.
A noi, al momento, non ci tocca e non ci si pensa, ma ci sono oltre 1,4 miliardi di persone nel mondo che non hanno accesso all'acqua potabile. Poiché si dovrebbe presumere che l'acqua sia un diritto di tutti, pensiamoci ogni volta che apriamo il rubinetto.
Tra alcuni anni si prevede una crisi idrica di proporzioni mondiali a causa di eventi ormai incontrollabili come l'aumento della popolazione, l'effetto serra, l'erosione dei suoli avanzante e l'inquinamento progressivo delle falde. La campagna che dura da un quindicennio secondo cui l'acqua è un bene economico e che solo come tale può essere tutelata, è stata improntata e portata avanti sulla base delle indicazioni del World Water Council, un organismo costituito dalle principali multinazionali del settore e da varie organizzazioni internazionali tra cui la Banca mondiale. Iniziamo allora da noi.
Pubblico o privato che sia (la maggior parte delle grandi città vengono ancora servite da operatori idrici pubblici) il sistema di mercificazione dell'acqua è aberrante e rappresenta solo un gran business e un palcoscenico per il gioco di poteri istituzionali o imprenditoriali. L'acqua è un bene e non una merce, per utilizzare una classificazione cara a Maurizio Pallante.
Solo partendo da questa riflessione si può pensare di uscire dalla dinamica di controllo esterno sulle proprie fonti idriche per approdare ad un'autogestione egualitaria ossia a una gestione diretta delle risorse idriche senza intermediari. Questo garantirebbe oltre che una migliore qualità microbiologica dell'acqua anche uno stato di migliore conservazione degli impianti e un minor spreco. Quando è la collettività locale che è responsabile di un servizio e che dipende dalla qualità di quello che riesce a fare, tutto può cambiare. Riprendiamoci la nostra acqua.
Qualcuno vuol darcela a bere
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L'Acqua
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Ci sono dei metodi per addizzionare di anidride carbonica l'acqua del rubinetto, ma sono poco diffusi, e poco pubblicizzati.
Che i produttori di acqua in bottigli non vogliano che la gente passi a questo strumento?