Questi i principali risultati emersi dalla ricerca realizzata da Eurisko per Comieco (Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica) e presentata in occasione della Ipack-Ima, la fiera del packaging svoltasi dal 24 al 28 marzo alla Fiera di Rho (Milano). La manifestazione ha rappresentato un’occasione di incontro e confronto per i fornitori che hanno potuto scambiarsi opinioni e proposte sugli imballaggi che, a dispetto della superficialità del loro essere (contenitori), rivestono un ruolo tutt’altro che irrilevante.
Si stima¹ che circa la metà dei consumatori usi una lista della spesa quando si reca al supermercato e, mediamente, esca dal punto vendita con un numero di articoli quasi doppio rispetto a quelli che intendeva comprare: ciò significa che una parte consistente delle decisioni di acquisto avviene nel negozio ed è fortemente legata alla capacità di attrazione del package (oltre, ovviamente, alla visibilità dello stesso sullo scaffale). Il luogo comune secondo cui ciò che conta è la sostanza e non la forma è, insomma, assolutamente smentito dal comportamento di acquisto della maggioranza delle persone.
La preferenza va agli imballaggi di cartone, con cui vengono confezionati i beni di prima necessità come pasta e riso, apprezzati per la riciclabilità (61%), il rispetto per l’ambiente (47%) e il basso costo (55%). Il vetro piace per la sua capacità di conservazione del prodotto ma, come la plastica che è ritenuta funzionale ma poco ecologica, viene considerata difficile da smaltire. In realtà, però, dal sondaggio emerge anche che i cittadini non riconoscono negli imballaggi i veri nemici dell’ambiente.
Solo per il 16% degli intervistati, infatti, l’eccessivo uso delle confezioni viene percepito come causa di inquinamento. Alla domanda “quali sono secondo lei le tre maggiori fonti/cause di inquinamento tra quelle indicate?”, la maggioranza degli intervistati ha risposto (nell’ordine): il traffico automobilistico, le scorie e fumi dell’industria e i rifiuti solidi urbani.
Eppure quegli imballaggi che tanto ci attraggono nei supermercati divengono, dopo una brevissima permanenza in casa nostra, rifiuti da gestire e, peraltro, costituiscono una parte molto consistente della spazzatura da noi prodotta.
Tutti noi dovremmo iniziare a preoccuparci, innanzitutto, della riduzione, a monte, della produzione di rifiuti.
Limitare i nostri scarti non è un’utopia e tutti noi dovremmo iniziare a farlo cominciando, ad esempio, scegliendo di acquistare prodotti sfusi. Latte, acqua e detersivi sono in vendita anche sfusi e ad un prezzo assolutamente vantaggioso.
La confezione sarà anche accattivante, ma l’idea di risparmiare soldi e rifiuti (senza rinunciare alla qualità) non attrae ancor di più?
Rifiuto Riduco e Riciclo per Vivere Meglio
Dall'emergenza rifiuti in Campania alla verità sugli impianti di incenerimento. Dalla raccolta... Continua... |
perche'a qunto pare la maggior parte degli italiani queste cose le vuole!!!
sono sempre piu'delusa dai miei connazionali e cito una frase letta da qualche parte di cui non ricordo l'autore ma il senso:
NON CAMBIA NIENTE SE A CAMBIARE NON E'LA GENTE.
Non possiamo aspettarci che l'industria e la politica cambino direzione se prima di tutto non lo facciamo noi.
io gli imballaggi li odio e faccio di tutto per comprare prodotti sfusi, ma non sempre e'facile.
comunque l'unica via e'continuare a informare informare informare....