Le materie plastiche sono spesso oggetto di raccolta differenziata e riciclo, ma... quanto ci servono, in realtà, tonnellate di brick, bottiglie, pellicole protettive e blister vari?
Qualcuno ha pensato che possiamo farne tranquillamente a meno. Che possiamo tornare a un'abitudine non certo sconosciuta, ma solo dimenticata da qualche decennio: comprare prodotti sfusi, riempiendo i nostri contenitori, nella quantità che desideriamo. E che possiamo anche risparmiare, eliminando il costo delle confezioni e anche gli sprechi – perché si acquista solo quello che veramente ci serve e consumeremo.
Dopo il latte fresco alla spina, è la volta dei detersivi: prodotti indispensabili nella vita di tutti i giorni, grazie all'impegno di alcune catene di grande distribuzione e alla creatività di qualche piccolo imprenditore, stanno iniziando a diventare i protagonisti della nostra spesa.
Regione pioniera in questo senso è stato il Piemonte, che con aiuti a catene come Coop, Auchan e Crai, dal 2006 ha attivato il progetto Ecologos. Di grande successo l'approvvigionamento self-service di detersivi di ogni tipo, per la pulizia domestica, per il bucato, per i piatti. Il consumatore porta con sé al supermercato, semplicemente, un flacone riutilizzabile del costo di 50 centesimi, si rifornisce, e sul flacone di volta in volta incolla l'etichetta con la quantità di detersivo acquistata e il prezzo di vendita.
Prezzo fino al 70% inferiore a quello dello stesso prodotto venduto con gli imballaggi tradizionali: ecco perché si stima che la richiesta di detersivi sfusi cresca del 20% ogni anno, e altre regioni hanno seguito l'esempio piemontese. Sardegna, Trentino, Toscana e Lombardia hanno aperto i primi punti vendita, e tante nuove piccole realtà stanno sorgendo in varie regioni d'Italia, comprese quelle del Sud.
Molto, dunque, si sta muovendo un po' in tutte le regioni italiane, per diffondere un'abitudine virtuosa, che in altri Paesi è più consolidata; se poi si giocherà la carta del sostegno regionale o statale ai progetti che coinvolgono la grande distribuzione – cioè i punti vendita dove tutti gli italiani, anche i più pigri e meno interessati, si recano a fare acquisti – ci potrebbe davvero essere una rivoluzione nel modo di fare la spesa.
E, perché no, si potrà aprire la strada alla vendita “alla spina” di tanti altri prodotti, alimentari e non.
8 Maggio 2008 - Scrivi un commento