Nelle ultime settimane, abbiamo assistito a quattro importanti scelte che dettano la linea del nuovo governo.
- L’annuncio di un ritorno al nucleare (Claudio Scajola, Ministro per lo sviluppo economico, ha annunciato che entro il 2013 sarà posata “la prima pietra”);
- il decreto legge che prevede la costruzione di quattro nuovi termovalorizzatori nel territorio campano;
- la decisione del ministero dell’Economia di dirottare ai Comuni, in cambio della soppressione dell’Ici, i 1.300 milioni di euro destinati a interventi urgenti per la mobilità in Calabria e Sicilia;
- le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che a Kobe - nell’ambito della riunione del G8 che si è tenuta dal 24 al 26 maggio scorsi - ha messo in discussione il rispetto dei limiti fissati dal protocollo di Kyoto, affermando: “Bisogna riavviare le discussioni al più presto in considerazione del fatto della difficoltà di raggiungere gli obiettivi. Il protocollo di Kyoto ci indicava una riduzione delle emissioni del 6,5% annuo fino al 2012, ma, invece di diminuirle, le stiamo aumentando del 12% annuo”. Ed ha poi aggiunto: “Ci sono investimenti da fare e c'é già un gap del 18% annuo. Il governo precedente si è impegnato a un altro taglio del 18% annuo fino al 2020, nell'ambito del 20% complessivo dell'Unione Europea. Ma com'é possibile fare questo considerando che c'é pure un'economia in forte difficoltà? E' stato approvato uno schema che, invece, aiuta paradossalmente uno Stato come la Germania che ha impianti di carbone altamente inquinanti. Anche la Francia, del resto - ha concluso Prestigiacomo - ha difficoltà ad attuare i parametri di Kyoto”.
Quattro scelte, e quattro approcci alle tematiche ambientali che dimostrano come il governo in carica si preoccupi giustamente della delicata situazione dell’economia italiana, ma lo faccia in un’ottica “vecchia”, stanca, che non tiene in considerazione la complessa e drammatica realtà della situazione ambientale italiana e mondiale.
Si punta quindi sul nucleare senza prima preoccuparsi di abbattere gli sprechi energetici che caratterizzano il nostro paese e senza sviluppare decisamente le fonti rinnovabili che da noi sono ancora molto al di sotto delle loro potenzialità.
Si programma la costruzione di quattro termovalorizzatori prima di attuare una reale e avanzata raccolta differenziata e soprattutto senza attuare alcuna politica che combatta la produzione dei rifiuti stessi, contrastando il problema alla radice, e cioè incentivando il riutilizzo dei contenitori e limitando fortemente l’usa e getta e lo spreco degli imballaggi.
Si tagliano fondi alle infrastrutture fondamentali allo sviluppo della viabilità nelle regioni meridionali, ma si progetta il ponte sullo stretto.
Ed infine si cerca di rinviare il rispetto del protocollo di Kyoto nel momento in cui i cambiamenti climatici si stanno mostrando come la vera grande emergenza che l’essere umano dovrà affrontare nei prossimi decenni.
Insomma, è vero che in politica spesso le parole sono vane e che agli annunci non seguono i fatti. Ma se il buon giorno si vede dal mattino, il futuro che ci aspetta non è certo roseo.
27 Maggio 2008 - Scrivi un commento
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