Il tutto, è ovvio, non facendo tanta “plin plin” ma liberandosi di tonnellate di plastica.
Da qualche tempo ormai in diverse parti d’Italia è possibile acquistare detersivi e altri prodotti sfusi, adesso però è arrivata nel nostro paese anche l’acqua alla spina.
L’idea è dei titolari di una farmacia situata sul corso principale di Marano, nella periferia nord di Napoli, i quali hanno deciso di installare presso il loro locale un punto vendita “acqua sana”. Gli abitanti del quartiere della città campana possono quindi, da circa un mese, recarsi presso la farmacia con bottiglie vuote da riempire di acqua liscia o frizzante. Grazie a tale sistema, lo spreco evitato non è esclusivamente in termini di plastica ma anche di denaro.
Il vantaggio economico è notevole: un litro di acqua sfusa costa infatti circa 15 centesimi, contro i 20-25 dell’acqua imbottigliata. Il risparmio poi può essere ulteriore grazie alla “fidelity card” che permette ai cittadini di accumulare crediti e pagare l’acqua fino a 12 centesimi al litro.
Complice forse la paura dei napoletani di ritrovarsi nuovamente sommersi dai rifiuti, il bilancio, ad un mese di distanza dall’avvio della vendita, è assolutamente positivo.
Un successo, questo, non isolato: l’impianto per la distribuzione dell’acqua è infatti di proprietà di una società di franchising che conta già 25 punti di distribuzione sul territorio nazionale, tra cui molti in Puglia.
Consolidata in molti altri paesi, la vendita dei prodotti alla spina, di qualunque categoria merceologica essi siano, sembra essere diventata anche in Italia una tendenza sempre più diffusa e che vede impegnate diverse grandi catene di distribuzione (ad esempio Coop, Crai, Auchan).
Probabilmente un numero sempre maggiore di persone sta prendendo coscienza del fatto che il disastro ambientale non può più essere considerato al pari di una fantomatica profezia e che si tratta piuttosto di una seria realtà. Una realtà che tanti hanno deciso di affrontare rendendosi conto gradualmente che darsi da fare non è poi così complicato. In fondo, a cosa ci servono tutti quegli ingombranti recipienti che affollano le nostre case? La loro utilità è pressocchè nulla, il danno che provocano al pianeta è invece gigantesco.
Considerato che quasi la metà delle 31 tonnellate di spazzatura prodotte in un anno è costituita dagli imballaggi e che l’acqua è un bene primario, la notizia dell’avvio della sua vendita alla spina non può che essere accolta con grande entusiasmo…
2 Settembre 2008 - Scrivi un commento