Per sei miliardi di persone l'acqua è un bisogno, non un diritto

I bisogni vincono sui diritti. Questo l’atto finale raggiunto dal V Forum mondiale dell’acqua organizzato a Istanbul nonostante la problematica situazione mondiale. Le previsioni sono davvero critiche non solo per i paesi in via di sviluppo ma anche per i paesi industrializzati, tra i quali l’Italia.

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di Salvina Elisa Cutuli

acqua
L'acqua è un diritto fondamentale universale dell'umanità
Istanbul non era stata scelta a caso. Sorge sullo stretto del Bosforo che separa l'Europa e l'Asia, una posizione ideale per portare in tutto il mondo la consapevolezza delle problematiche dell'acqua. Nonostante questo oltre 25.000 persone, capi di Stato e delegati provenienti da 155 Paesi riunitisi nella città in occasione del V Forum mondiale dell'acqua, non sono riusciti a riconoscere che l'acqua è un diritto fondamentale universale dell'umanità!

"Una vera è propria sconfitta” dichiara Guido Barbera presidente del CIPSI, Coordinamento di Iniziative Popolari che raggruppa 48 associazioni Ong. Da oltre un decennio Barbera combatte in prima fila affinchè l'acqua venga riconosciuta come diritto universale, come bene comune essenziale e indispensabile per la vita e non come merce.

I rappresentanti di governi, agenzie e organismi internazionali si sono trovati a discutere delle questioni relative alla disponibilità e alla sicurezza dell'acqua a livello mondiale: 8 milioni di decessi l´anno sono attribuiti alla carenza idrica e a servizi igienico-sanitari inadeguati; 1,1 miliardi di persone non hanno accesso alle risorse idriche; 2,6 miliardi di persone hanno problemi igienico-sanitari; 3.900 bambini sono vittime ogni giorno della mancanza d’acqua; l´inquinamento dei corsi d´acqua e delle falde diventa sempre più inarrestabile; l'agricoltura attualmente assorbe il 70% delle risorse mondiali di acque dolci utilizzate dagli esseri umani.

Secondo alcune previsioni la popolazione mondiale ad oggi di 6,6 miliardi di persone potrebbe crescere di 2,5 miliardi entro il 2050. L'incremento, inoltre, dovrebbe concentrasi per la maggior parte nei paesi in via di sviluppo che soffrono già di scarsità idrica.

Anche nei Paesi industrializzati non c'e' da stare allegri. Un allarme e' stato lanciato dalla Coldiretti nel corso del 'G8 Farmers Meeting' organizzato proprio in occasione della Giornata dell'acqua: un quarto della produzione alimentare mondiale potrebbe andar perso entro il 2050 proprio per l'impatto combinato del cambiamento climatico, del degrado dei suoli, della scarsita' di acqua e delle specie infestanti.

In Italia ogni anno l’acqua viene usata per scopi civili in una quantità pari a circa 7.940 milioni di m3 e, pur se circondato da mare e ricco di fiumi e laghi (in condizioni di stress idrico), il Bel Paese ha problemi, in particolare al sud e nelle isole.

Nonostante quindi lo spaccato della situazione idrica a livello mondiale sia drammatica il testo conclusivo del forum ha lasciato molto a dsiderare. Nel testo, infatti, si legge "migliorare l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitarie", si sottolinea il carattere di "urgenza" nel combattere il problema dell’acqua, si riconosce l'importanza dell'avere "accesso" e di "un miglioramento delle condizioni igienico-sanitario" per compiere un importante "passo verso la diminuzione in tutto il mondo dei decessi legati alla scarsità d'acqua". Ma la nozione di diritto dell'accesso all'acqua, reclamata con forza da numerose Ong e parecchi Paesi, non figura. Nel testo ci si ferma al “bisogno” che come si sa cambia da situazione a situazione e nelle diverse aree del mondo.

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, considerata anche la crescita demografica, il rischio per il pianeta è che nel 2030 metà della popolazione mondiale resti senza livelli adeguati di risorsa idrica.

acqua
La situazione è allarmante non solo per i paesi in via di sviluppo ma anche per i paesi industrializzati
Nonostante tutto “buoni segnali arrivano dall’America Latina - dichiara Gabbiotti coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente e relatore al Forum delle associazioni - dove Bolivia e Paraguay hanno già inserito nella loro Costituzione un articolo che vieta la privatizzazione dell’acqua. In Colombia, invece, la rete di associazioni ambientaliste Ecofondo ha raccolto 1.600.000 firme in favore di una proposta di referendum popolare, attualmente in discussione presso il Senato, per inserire lo stesso articolo nella Costituzione”.

Molte mobilitazioni, insomma, hanno portato i loro frutti. Questi movimenti vanno sostenuti ed è necessario dare voce in modo sempre più forte alle grandi vertenze sull’acqua nel mondo.

Se da un lato movimenti internazionali non hanno riconosciuto la legittimità del Consiglio Mondiale dell'Acqua, promotore dell'incontro, accusandolo di essere un think-tank privato strettamente legato alla Banca Mondiale, alle multinazionali dell'acqua e alle politiche dei governi più potenti del mondo, dall’altro lato si dichiara entusiasta per il successo dell’evento il segretario generale del Forum Oktay Tabasaran che parla del documento come di "una piattaforma per affrontare i problemi del mondo legati all'acqua, che non possiamo ignorare". Anche il ministro turco dell'Ambiente Veysel Eroglu dichiara "è un documento importante che servirà da riferimento a livello governativo".

Staremo a vedere.

La differenza tra bisogno e diritto è sostanziale. Affermare che l'acqua è un diritto significa riconoscere che la collettività ha la responsabilità di creare le condizioni affinché questo diritto possa essere garantito. Se invece l'acqua viene inserita nella sfera dei bisogni la soddisfazione degli stessi è delegata alla capacità economica del singolo.

23 Marzo 2009 - Scrivi un commento

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