Il più conosciuto tra questi è senza dubbio il delfino comune, seguito poi dalla balenottera comune, la stenella, il tursiope ecc ecc..
I delfini (utilizziamo il termine più generico e comunemente diffuso includendo la grande moltitudine che li contraddistingue) sono degli animali molto amati per la loro grande sensibilità e intelligenza. Allegri, divertenti, giocosi e vivaci catturano le simpatie di grandi e piccoli. Oltre a queste qualità più superficiali, cioè visibili a tutti, i delfini sono dei grandi comunicatori che, attraverso la danza, il gioco e i suoni, a contatto con l’uomo cercano in tutti i modi di instaurarvi un dialogo.
Conoscerli più da vicino potrebbe aiutarci a scoprire alcuni misteri che queste meravigliose creature nascondono, oltre a vivere un’esperienza emozionante ed entusiasmante.
Per tale motivo abbiamo intervistato Antonio Celona, presidente della Necton Marine Research Society, che, da quattro anni, organizza un workshop nelle acque di Lampedusa offrendo a molti l’opportunità di vivere un’esperienza esclusiva e diretta sul campo della ricerca dei mammiferi marini.
Antonio Celona, prima di tutto, di cosa si occupa la Necton Marine Research Society?
“La Necton è una società di ricerca che opera in tutte le acque della Sicilia. Gli studi e i campi di ricerca spaziano tra diversi settori relativi all’ambiente marino, alle risorse ittiche, alla pesca, ai cetacei e alle tartarughe marine, alla realizzazione, gestione e promozione di iniziative di recupero ambientale e Aree Marine Protette, alla divulgazione scientifica di argomenti legati al mare, all’educazione ambientale, all’organizzazione di corsi legati all’eco-turismo, all’attività di editoria, di progettazione e produzione di strumenti multimediali e audiovisivi inerenti al mare, alla promozione di iniziative di recupero e valorizzazione della cultura e delle tradizioni legate al mare”.
Perché Lampedusa è tra i luoghi più indicati per avvicinarci al mondo dei cetacei?
“La posizione al centro del bacino del Mediterraneo fa si che l’isola si trovi in un punto cruciale per le migrazioni di molte specie marine ed ovviamente anche dei cetacei. La balenottera comune (Balaenoptera physalus), nel periodo in cui si sposta da sud a nord, si trova a passare più o meno in prossimità dell’isola; altre specie di cetacei tra cui il delfino comune (Delphinus delphis), da qualche anno appare da queste parti con una maggiore frequenza, ed il tursiope (Tursiops truncatus) che è presente con due gruppi stanziali”.
“La partecipazione al workshop da l’opportunità di toccare con mano la realtà dello studio dei cetacei collaborando attivamente alle fasi del progetto e contemporaneamente acquisendo nozioni scientifiche di alto livello. Tale dato è supportato dal fatto che molte delle persone che partecipano a questi corsi ritornano negli anni seguenti per approfondire le proprie conoscenze”.
Come nasce questa iniziativa e che risultati avete ottenuto fino ad ora?
“Lo scopo di questo progetto è sicuramente quello di coprire alcune lacune sullo studio dei cetacei in quest’area. Alla ricerca pura abbiamo deciso di affiancare anche i corsi così da divulgare i dati raccolti ed il reale stato di conservazione dei cetacei alle persone che, per studio o per passione, hanno voglia di cimentarsi in quest’attività.
I risultati ottenuti sono molto positivi sia in ambito scientifico che divulgativo. Nel primo caso stiamo raccogliendo dati molto interessanti sulla presenza, il comportamento, la biologia e l’ecologia delle tre specie che studiamo in quest’area (quest dati sono, in parte, già stati pubblicati in riviste scientifiche internazionali o presentati in convegni): balenottera comune (Balaenoptera physalus) delfino comune (Delphinus delphis) e tursiope (Tursiops truncatus).
Per quanto concerne l’aspetto divulgativo siamo estremamente felici di osservare da un anno all’altro la riconferma di alcuni partecipanti che seguono la nostra attività non solo nelle acque di Lampedusa ma anche in altre aree interessate dagli studi della Necton”.
Che risultati vi aspettate di ottenere?
“Speriamo di ottenere risultati sempre migliori sia per l’aspetto scientifico che per quello divulgativo, con una raccolta dati sempre più interessante ed importante da utilizzare nell’azione di conservazione delle specie protette, anche grazie al supporto degli enti locali. Per l’aspetto divulgativo speriamo in una presenza sempre più costante di partecipanti realmente interessati ad apprendere conoscenze che servano ad una corretta azione di salvaguardia dei mammiferi marini”.
Cosa c’è di emozionante in questa esperienza?
“Sicuramente trovarsi a pochissima distanza dai cetacei è una cosa estremamente emozionante anche per chi come noi lo fa per lavoro ormai da tanti anni. Ma forse, la cosa più entusiasmante è guardare il viso dei ragazzi che seguono le lezioni o ancor di più che per la prima volta si trovano vicino un animale che hanno visto solo nei libri o nei documentari. E’ certamente qualcosa che ci arricchisce decisamente e che ci spinge ad andare avanti”.
15 Febbraio 2009 - Scrivi un commento