"Sbarcati a Lampedusa": comincia l’avventura

Delfini comuni, tursiopi, balenottere comuni. Sono loro i grandi protagonisti dei mari intorno l’isola di Lampedusa. Avvistarli dopo estenuanti attese è un’esperienza unica e irripetibile ed un’occasione esclusiva per conoscere da vicino il loro mondo meraviglioso. Non potevamo mancare e giorno dopo giorno vi racconteremo i nostri incontri ravvicinati.

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di Salvina Elisa Cutuli


Un tursiope fotografato da Antonio Celona durante gli avvistamenti nel mare di Lampedusa
Lampedusa 4 aprile – Mentre in lontananza una motovedetta carica di clandestini proveniente dalla vicine coste tunisine si apprestava a portare a terra questi “nuovi arrivati” in cerca non si sa di quale fortuna, sul medesimo orizzonte si vedevano scorazzare prima in una direzione poi nell’altra Bianchino e Falcao, due tursiopi (nome scientifico della varietà oggi più diffusa di delfini) conosciuti già da diversi anni dai ricercatori della Necton Marine Research Society che sta effettuando una serie di studi sulla presenza e sul comportamento dei cetacei e delle tartarughe dell’isola di Lampedusa.

Curiosi, intelligenti, birichini, sfuggenti, così questi esemplari sono apparsi ai nostri occhi regalandoci emozioni, stupore e sorprese.

È bastato poco per avvistarli. Una volta lasciato alle nostre spalle il porto dell’isola in compagnia di un gruppo di biologi e studenti, ci siamo diretti per qualche miglio verso ovest. Mentre scrutavamo il mare alla ricerca di cetacei, ci siamo imbattuti in alcuni esemplari di tartarughe della specie Caretta caretta che si lasciavano dondolare dalle onde del mare godendo del tepore di un sole primaverile molto caldo.


Una "Caretta caretta" riprende il largo dopo essere stata "misurata" dai ricercatori - Foto di Alessandro Rizzato
Le tartarughe sono solite assumere questa posizione definita “basking” perché essendo animali a sangue freddo amano farsi riscaldare dal sole.

Tra una tartaruga e l’altra (gli esemplari sono stati momentaneamente distolti dal loro torpore per essere caricati a bordo del gommone, misurati e liberati nuovamente in mare), dopo qualche ora di avvistamento, abbiamo finalmente scovato i primi tursiopi, che sono stati i veri protagonisti della giornata.

Spesso si sente dire dell’intelligenza e della socievolezza di questi animali, di una loro forte curiosità che li spinge ad avvicinarsi all’uomo per instaurare una forma di dialogo.

In base alla mia minima esperienza non posso non confermare queste “dicerie”. I tursiopi riconoscono il rumore del motore di una barca anche a distanza di tempo pertanto, nel momento in cui identificano il suono, si avvicinano ad essa come per salutare chi la conduce solcando qualche onda sulla scia del gommone.

Studiosi di cetacei sul gommone
Gli studi effettuati da 4 anni nel mare di Lampedusa possono essere utili per garantire la "conservazione" dei cetacei
In momenti come questi ci si rende conto di quanto sia effettivamente minima la distanza e/o la differenza tra uomini e gli altri animali, se non addirittura inesistente, anche se in una mentalità antropocentrica come la nostra si tende spesso ad esaltare l’uomo sugli animali stessi.

Non è apparsa, invece, sulla scena la grande protagonista di questo meraviglioso palcoscenico: la balenottera comune, facilmente avvistabile nelle acque di Lampedusa grazie alla presenza di krill – il cibo di cui si nutre – costituito da animali planctonici facenti parte dello zooplancton le cui specie più comuni sono Euphasia Superba e Nictiphanes Couchi.

Non per questo possiamo dire che la giornata è stata priva di emozioni, anzi!

Rientrati alla base, miracolosamente scampati al mal di mare (la giornata era propizia, il mare piatto), dopo una meritata pausa ci siamo immersi nella prima lezione teorica tenuta da Giorgia Comparetto. Siamo stati introdotti alle varie specie di cetacei presenti nel Mediterraneo; la distinzione principale è quella tra Odontoceti (delfino comune, tursiope e stenella i più comuni) e Misticeti (balenottera comune e balena). Abbiamo anche scoperto che Moby Dick in realtà non era una balena, ma un capodoglio!

tursiopi delfini
Due tursiopi fotografati da Alessandro Rizzato
La “lezione” era illustrata da disegni dei diversi esemplari e foto raccolte dai ricercatori qui a Lampeusa durante gli studi condotti negli ultimi quattro anni dalla Necton Marine Research Society, diretta dal messinese Antonio Celona, che abbiamo intervistato qualche mese fa.

L’obiettivo di questa ricerca è studiare e valutare, di anno in anno, la presenza, il comportamento, la biologia, l’ecologia e le abitudine dei cetacei.

Grazie a questi studi è possibile, tra le altre cose, constatare come il delfino comune da qualche anno appare da queste parti con una maggiore frequenza, mentre il tursiope è presente nell’isola di Lampedusa con due gruppi stanziali.

Si tratta di informazioni utili per gli addetti ai lavori e non attraverso cui capire quali cambiamenti avvengono nei nostri mari e come si adattano alle continue manomissioni compiute da “alcuni” uomini queste sensibili creature speciali…

E' solo il primo giorno, ma già le sensazioni e le scoperte stentano ad essere contenute dalle parole. Chissà cosa ci aspetta! Continuate a seguirci.

4 Aprile 2009 - Scrivi un commento
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