Vegetarianismo e Veganismo. Approfondiamo la questione

Abbiamo intervistato Giovanna Di Stefano, Delegata OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) Roma e Provincia. Tema della discussione l’alimentazione vegetariana e vegana, la sua definizione, i suoi effetti sula salute e sull’ambiente. Perchè comunque la si pensi, è importante capire e conoscere cosa si mette nel piatto.

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di Daniel Tarozzi


Alcune produttrici di latte e carne...
In questi anni un numero crescente di persone si dichiara vegeteriana o vegana, ma per molti la distinzione non è chiara. Ci può definire queste due modalità di alimentazione?

Il vegetariano è colui che non mangia animali, quindi carne e pesce, mentre il vegano non si ciba nemmeno dei derivati degli animali quali latte e latticini, uova, miele. In altre parole i vegani si nutrono esclusivamente di ciò che ha origine vegetale, quindi di verdura, di frutta e di cereali; escludono così dalla loro dieta tutto ciò che deriva da un qualsivoglia sfruttamento dell’animale.

Perché qualcuno dovrebbe diventare vegetariano? E vegano?

Solitamente si elencano tre ragioni per le quali si dovrebbe / potrebbe intraprendere questa scelta: la motivazione etica, quella salutistica, infine quella ambientale.

La prima è senza dubbio la più forte, quella che può portare in brevissimo tempo una persona a rifiutarsi di mangiare animali e ad optare per una dieta priva di crudeltà, ossia che non comporti alcuna sofferenza per degli esseri senzienti; ed a scoprire, in un tempo anch’esso brevissimo, come questo cambiamento del proprio regime alimentare sia possibile senza andare incontro ad alcun sacrificio né tantomeno a carenze per il nostro fisico, anzi!

Questo passo si compie in genere dopo essere venuti a conoscenza dell’orrore nascosto dietro ad ogni pezzo di carne, della sofferenza infinita che ogni animale da allevamento è costretto a subire per poi diventare … una bistecca! La consapevolezza che non mettendo sul proprio piatto la carne, il pesce o il latte si è evitata una sofferenza inutile ad un animale innocente è più che sufficiente a ripagare questa rinuncia, che poi in realtà da nessun vegetariano o vegano è mai vissuta come tale, ossia come privazione. Poter evitare questi ‘alimenti’ è al contrario un piacere, una scelta consapevole e sentita che si attua ogni volta che ci si siede a tavola. L’aspetto salutistico e ambientale sono delle evidenti conseguenze, positive, di questa dieta.

Cosa pensa di quelle persone che non mangiano carne, ma mangiano il pesce? Secondo lei, quali motivazioni spingono a questo tipo di scelta?

Credo che vegani, vegetariani, o anche chi non mangia carne ma continua a mangiare il pesce altro non rappresentino che diversi gradi di una medesima scelta: quella di rifiutarsi di essere complici dello sfruttamento degli animali. La sofferenza cui sono sottoposti milioni di animali per il solo gusto del nostro palato non trova nessuna giustificazione: è questo il comune denominatore che lega le diverse diete ‘veg’, più o meno restrittive. Non si tratta di posizioni tra di loro contrastanti ma solo di stadi di un unico percorso.

E le uova e i formaggi? E’ vero che per fare il formaggio viene usato il caglio? Che cos’è di preciso?

Sì nella maggior parte dei formaggi viene usato il caglio, in genere di origine animale (l’intestino dell’agnello, ndr), ma non sempre. Per esempio nei formaggi morbidi e spalmabili non viene usato il caglio, oppure viene utilizzato quello di origine vegetale. Il caglio animale è ottenuto con le interiora degli animali, mentre quello vegetale naturalmente dalle piante.


Un particolare della produzione del latte
In molti prodotti alimentari vengono utilizzati elementi di origine animale. Quali sono? E come si possono riconoscere?

Naturalmente in tutti quei prodotti che potrebbero contenere latte e uova quindi principalmente nei dolci. I biscotti per esempio in genere hanno sempre il latte e le uova, tuttavia ne esistono alcuni tipi che sono totalmente vegetali: per individuarli basta leggere sulla confezione ‘ingredienti di origine vegetale’ o ‘biscotti vegetali’. Anche per i gelati come è noto esiste l’alternativa del gelato di soja. Per i formaggi: ne esistono alcuni di origine vegetale come il tofu, a base di soja, oppure la margarina, da usare al posto del burro.

Molte persone “cercano” di diventare vegetariane, ma dopo un po’ tornano sui loro passi per motivi di salute. A questo proposito il dibattito è infinito. Da una parte c’è chi sostiene che senza proteine di origine animale non si possa stare, dall’altro chi invece sostiene che queste siano facilmente sostituibili. La verità non starà nel mezzo?

Le proteine che ci servono si possono trovare senza problemi anche nei cibi vegetali, basta cercarle! Quando un vegetariano riscontra delle carenze è in genere perché ha semplicemente eliminato di punto in bianco la carne e il pesce senza essersi preoccupato di riequilibrare la propria dieta con altri cibi, quelli che magari prima non mangiava o lo faceva solo in minime quantità. Per garantire l’apporto di proteine e ferro che prima assumevamo con il pesce o la carne è sufficiente introdurre alcuni alimenti: a volte si tratta di cibi ‘nuovi’ che normalmente prima non mangiavamo in quanto non rientrano propriamente nelle abitudini alimentari che ci sono state insegnate fin da piccoli e che ci propone/impone la società. Basta per esempio integrare con la soia, in tutte le sue molteplici forme, o con il seitan (prodotto a base di glutine di grano) e soprattutto aumentare il consumo di legumi, di cereali integrali, di frutta secca (es. mandorle e noci) e semi (es. girasole), alimenti ricchissimi di proteine e ferro. Tutto questo può risultare anche divertente in quanto è un’occasione per scoprire sapori diversi, sperimentare nuove ricette e conoscere meglio il contenuto nutrizionale di ciò che si mangia. Non è un caso che il vegetariano sia molto più informato sulle proprietà dei cibi rispetto ad un onnivoro!


Un allevamento di galline in batteria
Cosa si sente di consigliare a chi, pur non scegliendo di sposare in pieno la linea animalista, vorrebbe ridurre il proprio impatto sulle altre creature viventi e sul pianeta che ci ospita?

Innanzitutto vorrei prima sincerarmi che il suo non scegliere di sposare in pieno la linea animalista (perché poi questo termine? Dovrebbe essere una scelta di coerenza, prima ancora che ‘animalista’) sia una scelta fatta a ragion veduta; quindi gli mostrerei qualche filmato per esempio sul taglio del becco delle galline, sul trasporto degli animali al macello, sulla mutilazione dei maialini, infine sulle modalità di detenzione e di uccisione di questi animali, ecc... Gli consiglierei comunque di scegliere carne, pesce, uova e latte provenienti da situazione di minor sfruttamento possibile. Per fare un semplice esempio scegliete le uova con il codice ‘0’ non quelle ‘2’ o peggio ancora ‘3’!! (in un prossimo articolo approfondiremo la questione delle diverse tipologia di uova, ndr)Queste ultime provengono da galline detenute in batteria, ossia in gabbie della dimensione di un foglio A4 (20 X 30 cm) dove per tutta la loro infernale vita non possono nemmeno aprire le ali.


I produttori di fegato d'oca...
Le povere galline oltre a soffrire moltissimo fisicamente impazziscono letteralmente per la loro condizione e diventano cannibali; per questo motivo ai pulcini viene tagliato il becco … senza anestesia! Mai acquistare poi il fegato d’oca, mi raccomando!

Quali sono i principali inconvenienti del consumo di carne e pesce a livello della salute? E a livello “ecologico”?

E’ risaputo che evitare cibi animali riduce il rischio di malattie cardiovascolari, le cosiddette ‘malattie del benessere’, legate allo stile di vita consumistico che è andato di pari passo con l’aumento del consumo di carne; buona parte delle malattie del nostro tempo quindi - ipertensione, colesterolo, cancro, obesità, ecc - derivano da un’alimentazione ricca in grassi e proteine animali. E’ dimostrato che i rischi per i vegetariani di soffrire di queste patologie è ridotto ad un terzo rispetto ai carnivori. La carne degli animali cresciuti ed uccisi negli allevamenti intensivi è satura di ormoni, insetticidi, metalli pesanti ed antibiotici che vengono trasmessi a coloro che la mangiano. Spesso si associa la classica braciola a qualcosa di sano, genuino e naturale, magari in una pubblicità con ambientazione agreste e con gli animali che pascolano liberi sullo sfondo. Ma basta informarsi sulle modalità con cui viene prodotta realmente la carne che ci ritroviamo nei banconi dei supermercati per capire che la carne di naturale non ha proprio nulla.

Per quanto riguarda il discorso ambientale siamo a mio parere di fronte ad un fenomeno tanto assurdo quanto inspiegabile: non si fa che parlare di risparmio energetico, di riduzione dei consumi di acqua, di limitare le emissioni climalteranti in atmosfera, ecc. Campagne, progetti, idee, associazioni ambientaliste si moltiplicano, in un susseguirsi di iniziative una più meritevole dell’altra.

Ebbene, tra tutte queste voci, per lo più provenienti dalle istituzioni attraverso campagne di sensibilizzazione ad alta risonanza, non ce n’è una, dico una, che parli finalmente senza mezzi termini di quale spaventoso ed enorme consumo di acqua comporti il consumo di carne.

Per produrre un chilo di carne servono, a seconda del tipo di animale e di allevamento, dai 5000 ai 15000 litri di acqua! Tra le varie campagne di cui sopra ve ne sono di quelle che promuovono per es. l’installazione di dispositivi che riducono il flusso dell’acqua che esce dai rubinetti delle nostre case, raccomandazioni scritte in tutte le salse per evitare di sprecare acqua e quindi chiudere i rubinetti quando non servono. Benissimo, ma un’utenza domestica corrisponde a circa 200 litri d’acqua a persona; se adottiamo delle misure di risparmio evitiamo lo spreco diciamo di circa 30 -40 litri d’acqua al giorno al massimo. Poi però se ci sediamo a tavola e mangiamo una fettina di carne ne sprechiamo in una sola botta 1000 litri!! Qualcuno non si è fatto bene i conti …


Poi c’è il discorso dell’occupazione di terreni per le coltivazioni destinate agli animali, terreni che potrebbero servire per coltivare cibo destinato alle persone, ovviando al drammatico problema della carenza di cibo che affligge molte popolazioni del mondo; sulla superficie di terreno necessaria per produrre 1 Kg di carne si potrebbero produrre 200 Kg di pomodori o 160 Kg di patate! Ancora: la deforestazione attuata in modo indiscriminato per far posto alle coltivazioni per i bovini (dal 1970 oltre 20 milioni di ettari di foreste tropicali sono stati trasformati in pascoli per l’allevamento di manzi) sottrae al nostro pianeta un numero incalcolabile di alberi che servono per la loro importante funzione di assorbitori di CO2; infine le emissioni nocive (metano, ammoniaca, CO2) prodotte dagli allevamenti. Gli argomenti sono molti quindi, tutti suffragati da dati quantificabili e rilevati.

Cosa aspettano le istituzioni, soprattutto quelle preposte alla tutela dell’ambiente e delle salute a diffondere queste informazioni al grande pubblico? E’ evidente che il futuro va verso un regime di alimentazione vegetariano, in quanto quello a base di carne è del tutto insostenibile. Quindi, perché aspettare che la situazioni si aggravi fino a non poter essere più recuperabile?

Quali le vostre iniziative in questo campo?

Facciamo azioni di sensibilizzazione quali serate, eventi, sit-in e tavoli informativi. In queste occasioni distribuiamo il nostro materiale sulle scelte che non comportano sofferenza per gli animali quali la dieta vegetariana e l’acquisto di cosmetici e abbigliamento ‘cruelty free’, ossia senza crudeltà. I resoconti delle nostre attività sono sul sito dell’OIPA www.oipaitalia.com, Sezione Roma. Invece per conoscere le nostre future iniziative e partecipare potete scrivere a vice-roma@oipaitalia.com, per chi è di Roma, altrimenti a info@oipaitalia.com.

L’OIPA Italia è una ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) Associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente (DM del 1/8/2007 pubblicato sulla G.U. n. 196 del 24/8/2007).

Scopo primario dell'OIPA è l'abolizione della vivisezione in tutti gli stati del mondo e la difesa degli animali da qualunque forma di maltrattamento: allevamenti intensivi e macelli, pellicce, circhi, corride e altre feste popolari che sfruttano gli animali, caccia, randagismo, traffico di animali esotici, zoo, ecc...

27 Luglio 2008 - Scrivi un commento
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2 lettori hanno commentato questo articolo:
22/7/09 11:28, Sabrina ha scritto:
Un'altra esperienza: "non sono ne vegetariana, ne vegana, non mi voglio classificare nel sistema sociale.Poichè è propio la socetà che ci insegna a consumare in modo sfrenato e inconsapevole. Cerco di essere una consumatrice consapevole, da quando ho capito, all'età di 8 anni circa, da cosa derivava la fettina, etc, che mangiavo ho iniziato a stare male. Avevo un senso di colpa nel sapere che un altro essere vivente veniva sacrificato per me, senza conoscere le modalità di morte degli animali che mangiavo. Così compiuta la maggiore età ho imposto la mia scelta alla mia famiglia e non ho più mangiato carne.è da oltre 11 anni che non mangio carne, non impongo il mio stile di vita e sono contenta di sapere che la mia scelta aiuta gli animali, l'ambiente, me stessa e gli altri a stare un pochino meglio. Bisognerebbe essere solo più consapevoli nell'acquistare i prodotti o i cibi e forse avremmo tanti piccoli miglioramenti".
11/5/09 17:00, Eli Angeleri ha scritto:
Prima di mangiare carne,pensare ,all' soferenza di un essere vivente.La gente che mangia carne, mangia il dolore, di un essere vivente, che dopo si manifestarâ nell' suo organismo con malattie incurabile, e dolorose, come quello che ha sofferto il animale,quando è stato ucciso.
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