Basta bruciare, basta distruggere materia, dobbiamo cambiare strada, non c'è alternativa.
Sabato 17 aprile, Parma è stata invasa come non si vedeva dall'adunata degli Alpini, un serpentone colorato e chiassoso che dall'ex Eridania si è riversato in viale Fratti ed ha occupato barriera Garibaldi inondando poi come un fiume in piena strada Garibaldi, che non riusciva a sostenere la massa. La città è stata colorata sotto il cielo grigio e grondante da migliaia di persone, con in testa i meravigliosi di "Ultimo Teatro" che hanno dato un carattere festoso e irriverente a tutto l'interminabile serpentone.
Cinquemila o forse più, arrivati da Torino, Genova, Roma, Trento, Treviso, Venezia, Pistoia, da tutta l'Emilia Romagna, da Aversa, riuscendo nell'impresa di scoccare un potente spintone all'impalcatura di cartone dell'inceneritore, che oggi rimane un debole residuo, avamposto di un mondo vinto dal futuro, un mondo ormai passato di un modello di consumo e sviluppo insostenibili.
"Consumare e bruciare, consumare e bruciare. Basta!" Lo hanno detto non solo loro, il popolo della salute, ma anche i medici. Patrizia Gentilini, che da oncologa vede tutti i giorni cosa significa un ambiente malato e l'azione di impianti come gli inceneritori, Giuseppe Miserotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Piacenza, che invita i colleghi ad esprimersi, a considerare la situazione ambientale e dire la verità anche quando è scomoda.
Lo hanno detto in tanti che la strada non è l'inceneritore. Rossano Ercolini di Capannori, fondatore di Ambientefuturo, Enzo Favoino della Scuola Agraria di Monza: il futuro è il riciclo, il passato è l'inceneritore.
Lo ha detto Paul Connett, che dagli Stati Uniti ha percorso migliaia di chilometri per dire a Parma di svegliarsi dal torpore e di guardare in faccia alla realtà, anche se fa paura. C'è ancora tempo per cambiare e diventare un esempio di saggezza. E Connett è solo, scusate se è poco, un consulente dell'Onu sui rifiuti. Uno ascoltato a San Francisco, ma non a Parma.
Lo ha detto Carla Poli, che da Vedelago, un piccolo centro riciclo in prvincia di Treviso, sta spargendo le sue pillole di saggezza in giro per l'Italia: Prato, Sassari, Caltagirone, Salerno, Avellino, anche il profondo ingestibile Sud trova la speranza del riscatto in semplici prassi di buona gestione dei rifiuti, per portarli a “sparire” perché completamente recuperati a nuova vita.
"Parma, con i suoi sordi e ciechi amministratori, non se n'è ancora accorta" dicono preoccupati i cittadini."Ci spieghino cosa si brucerà nell'inceneritore quando la raccolta differenziata eliminerà dai rifiuti la carta e la plastica. Ci spieghino se il metallo brucia, se il vetro brucia, se l'alluminio brucia. Chissà cosa vogliono buttare nella bocca vorace dell'inceneritore di Parma" chiedono i cittadini del Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma.
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Non si capisce come gli addetti ai lavori continuino ad optare per questi vecchi sistemi,in disprezzo della salute,delle tasche e della dignità dei cittadini,che ormai quasi all'unanimità si dichiarano contrari.
Sarò lieto di illustrare il nuovo sistema di smaltimento a chi ne sia interessato.
Genova - aldocannavo@fastwebmail.it