Secondo Simon Boxall, oceanografo del National Oceanography Centre dell’Università di Southampton, la dimensione di questo ammasso negli ultimi 10 anni è raddoppiata e ha raggiunto un’estensione pari a quella degli U.S.A.
L’esistenza di una discarica fluttuante al largo delle coste californiane fu ipotizzata alla fine degli anni ‘80, ma la sua scoperta ufficiale avvenne solo nel 1997, quando il capitano Charles Moore - di ritorno dalle Hawaii - avvistò una grande quantità di detriti plastici al centro di un vortice e, insieme all’oceanografo Curtis Ebbesmeyer, la battezzò “Eastern Garbage Patch” (Massa di Rifiuti Orientale, t.d.a.). Ricerche successive portarono alla scoperta di un secondo ammasso di rifiuti ad ovest del primo e l’insieme delle due discariche venne rinominato “Pacific Trash Vortex” o “Great Pacific Garbage Patch” (la Grande Massa di Rifiuti del Pacifico, t.d.a.).
La preoccupazione maggiore degli studiosi che stanno monitorando il Pacific Trash Vortex riguarda i frammenti di plastica non biodegradabile. La plastica non biodegradabile che non viene sepolta nelle discariche finisce nei corsi d’acqua e nelle fognature, arrivando così nei fiumi e, infine, negli oceani. Si calcola che la quantità di plastica che arriva in mare aperto sia la metà di tutta quella presente sul pianeta. Una buona parte di essa, secondo gli studiosi fino al 70%, si deposita sul fondo degli oceani, mentre il restante 30% rimane a galla.
La plastica rimasta entro una profondità media di 20 metri dalla superficie viene trascinata all’interno delle correnti circolari presenti negli oceani e accumulata al centro dei vortici stessi, che sono zone relativamente stazionarie. Una volta all’interno delle spirali oceaniche, la plastica è spinta dal vento e dalle correnti superficiali verso il centro del vortice, dove si accumula costantemente.
Tutti gli oceani hanno correnti con andamento a spirale e, quindi, tutti accumulano isole di spazzatura. Anche se quella del Pacifico settentrionale è ad oggi la più grande, ci sono isole di rifiuti in forte espansione anche nel Pacifico meridionale, nell’Atlantico e nell’Oceano Indiano. Poiché la maggior parte della plastica che li compone è già frammentata in polimeri, spesso è impossibile fotografarle dagli aerei o dai satelliti, ed è molto difficile vederle ad occhio nudo fino a quando non si è al centro delle stesse. Numerose crociere scientifiche hanno riscontrato un’elevata concentrazione di frammenti plastici nell'oceano Atlantico settentrionale, in una zona corrispondente al Mar dei Sargassi. Mentre altre due importanti zone di accumulo di rifiuti sono state individuate nell'emisfero meridionale: la prima nell'oceano Pacifico, ad ovest delle coste del Cile, e la seconda (di forma ellittica) nell'Atlantico, tra l'Argentina e il Sud Africa.
Ma le minacce per l’ambiente e per la salute pubblica non vengono solo dalla catena alimentare: molti prodotti in commercio contengono estratti marini - ad esempio i cosmetici. Studi in corso stanno anche valutando se esista una connessione tra la proliferazione della plastica negli oceani e il progressivo aumento dei casi di cancro e di problemi di fertilità delle popolazioni delle coste. Inoltre, secondo le Nazioni Unite, si stima che i rifiuti plastici stiano uccidendo la vita marina nell’ordine di un milione di uccelli e 100.000 mammiferi all’anno, per avvelenamento e per soffocamento.
Per il momento, dunque, la possibile via d’uscita sembra essere una sola: smettere di produrre (ed acquistare) oggetti in plastica non biodegradabile e riutilizzare quelli già esistenti. Finché non ci sarà una decisa inversione di tendenza a livello planetario, questi “monumenti galleggianti” alla cultura dello spreco continueranno ad allargarsi. Tanto che alcuni studiosi stanno parlando già di “nuovi continenti di rifiuti” e non più di isole.
Produrre Meno Rifiuti
Nell'ottobre 2007 si è costituito a reggio emilia il gruppo di lavoro nazionale del coordinamento agende 21... Continua... |
Rifiuto Riduco e Riciclo per Vivere Meglio
dall'emergenza rifiuti in campania alla verità sugli impianti di incenerimento. dalla raccolta... Continua... |
Il Riciclo Ecoefficiente
attraverso un'analisi del sistema di recupero e riciclo italiano (e internazionale) di ogni materiale, lo... Continua... |
Il consumo critico
La strategia vincente per una spesa "giusta" e lo stile di vita del consumatore consapevole, selettivo,... Continua... |