Silvia Ricci, come e perché nasce l’iniziativa Porta la sporta?
L'iniziativa nasce dal desiderio di voler incidere in una problematica di cui l'opinione pubblica è per lo più ignara e cioè il pesante impatto ambientale causato dalla plastica che si sta accumulando nell'ambiente e nei mari arrivando ad inquinare anche minuscole isole disabitate dell'Oceano Pacifico.
Per non parlare, poi, dei danni causati dai contaminanti chimici contenuti nella plastica che sono entrati, risalendo la catena alimentare, nel nostro DNA, con gravi ripercussioni sulla nostra salute, quali l'insorgenza di tumori, danni a fegato e reni, disfunzioni del sistema riproduttivo e alterazioni del sistema immunitario e ormonale.
Ho dato quindi forma a questa ormai “impellente” esigenza ideando questa campagna che si ispira a un'azione “partita dal basso” in Inghilterra. Il movimento “Plastic Bag Free Cities“, infatti, che conta ormai più di 120 cittadine ”libere” dai sacchetto di plastica, è stato avviato dall'azione di una semplice cittadina che ha voluto dimostrare come sia possibile contrastare con successo il dannoso utilizzo “usa e getta” della plastica. L'incontro con l'associazione dei Comuni virtuosi, che promuove la nascita di buone prassi di riduzione dell'impronta ecologica con il coinvolgimento dei cittadini, è stata l'occasione imperdibile per fare decollare il progetto.
Il primo obiettivo della campagna è quello di concorrere nel frenare l'immissione di plastica nell'ambiente partendo dall'oggetto in plastica più invasivo al mondo, il sacchetto. Partendo da questo oggetto si punta a rendere consapevole il cittadino sulla relazione esistente tra un suo automatismo abitudinario e i danni ambientali conseguenti, per rendere quasi "inevitabile" l'acquisizione dell'abitudine corretta. Anche chi pensa di prendere i sacchetti per contenerci l'immondizia deve essere cosciente che ne sta raccogliendo una quantità sufficiente per almeno due vite.
A questo primo gesto si vogliono abbinare altre successive buone prassi individuali, comportamenti di acquisto sostenibili. Ad esempio l’acquisto i prodotti sfusi come detersivi, latte alla spina e altri prodotti, l’utilizzo di pannolini lavabili per il neonato, l’acquisto di frutta e verdura riposta direttamente in borsa, ecc.
Un interlocutore imprescindibile è la grande distribuzione organizzata, (GDO). Per poter indurre gli auspicati cambiamenti di abitudine bisogna rendere possibili e a portata di mano delle alternative chiare e semplici da seguire.
Quale alternativa proponete ai sacchetti di plastica?
Borse riutilizzabili di tutte le tipologie e materiali, per tutte gli usi e occasioni. Da tenere ovunque per non dimenticarle mai: in macchina, in borsetta, appese al pomello del portoncino di casa. Alcuni prodotti alimentari possono essere riposti, nel rispetto dell'igiene, in buste termiche poi inseribili in borse più capienti.
Gli shopper biodegradabili vanno usati solo in casi di effettiva necessità; un obiettivo della , infatti, è contrastare un passaggio a pari consumo quantitativo dai sacchetti in plastica a quelli in bioplastica, perchè questo significherebbe comunque altri terreni sottratti all'agricoltura alimentare, coltivazioni intensive, pesticidi, spreco di acqua e di energia per un oggetto in uso per pochi minuti.
La bioplastica è una risorsa preziosa che va impiegata dove non se ne può fare a meno e questo non è sicuramente il caso.
Attraverso il dialogo, il passaparola, tanta pazienza, contiamo in primo luogo sulle tante persone che si stanno appassionando alle tematiche ambientali e che già operano nel tempo libero all'interno di gruppi e movimenti che si occupano di salvaguardia ambientale. Stiamo interpellando direttamente alcuni di questi gruppi, altri ci contattano spontaneamente attraverso il nostro sito. A tutti chiediamo aiuto per diffondere il messaggio e fare nascere delle iniziative, anche piccole, sul loro territorio. A tutti offriamo una serie di suggerimenti pratici e materiali personalizzabili per entrare facilmente e subito in azione anche come singolo negozio, scuola, quartiere.
Se un comune, un’associazione o anche il singolo cittadino vogliono farsi promotori della campagna che cosa debbono fare?
Leggere attentamente i modelli di azione disponibili per iniziative articolate o semplificate, consultare i materiali di comunicazione che si stanno evolvendo di settimana in settimana e successivamente contattarci per un eventuale supporto o delucidazioni.
Anche per il singolo cittadino esiste un piccolo vademecum nella sezione Entra in Azione del nostro sito.
Essendo di importanza prioritaria coinvolgere i futuri cittadini è prevista un'interazione con le scuole. Alternativamente, può essere proprio la scuola che innesca l'azione nel territorio con la propria campagna. Nella sezione Scuole si possono trovare i materiali di comunicazione dedicati e altre idee e suggerimenti per l’impostazione di attività didattiche a tematica ambientale.
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