I motivi di questa manovra stanno alla base della stessa Green Economy: il clima e il lavoro. Quanto al primo, Obama spiega che “per sfruttare veramente il nostro potenziale nel settore dell’energia pulita, noi dobbiamo fare di più. È questo che ci ha condotto qui oggi”.
Per quel che riguarda l’impiego invece Obama assicura che “questa iniziativa creerà migliaia di posti di lavoro nella costruzione e 800 impieghi permanenti”. Quel che lo preoccupa è la disoccupazione, che negli USA tocca ormai il 9,7% della popolazione.
“La promozione dell’industria dell’energia pulita non guarda solo al lavoro ma anche alla concorrenza internazionale”, spiega Obama. Vi sarebbe dunque anche un terzo motivo: ridurre la dipendenza americana dal petrolio straniero.
Non vedendo né vantaggi economici né ecologici in questo progetto, le associazioni ambientaliste americane hanno iniziato a farsi sentire. Jim Riccio, analista politico di Greenpeace Usa, spiega: “Obama ignora la cattiva economia e la cattiva eredità del nucleare […] Il presidente dovrebbe dare ascolto ai “The World’s Greatest Investor” [tra cui Warren Buffett il maggior imprenditore statunitense e l’uomo più ricco del mondo dopo Bill Gates], piuttosto che ai lobbisti dell’industria nucleare.” Ed ecco il quarto motivo per la costruzione delle centrali atomiche: le lobby americane.
“L’ultima cosa che vogliono gli americani è un altro piano di salvataggio del governo per un settore in crisi”, spiega invece Ben Schreiber dell’associazione Friends of the Earth Usa, “ma questo è esattamente ciò che stanno ricevendo da parte dell’amministrazione Obama”. Durante la sua campagna elettorale inoltre, il presidente aveva assicurato che non avrebbe investito nel nucleare.
Quelli che però Obama chiama passi avanti, andrebbero forse fatti in un’altra direzione: “Intervenire sulle nostre case e sugli edifici commerciali comporterebbe quasi immediatamente significative e maggiori riduzioni delle emissioni, a costi molto minori”, spiega Carl Pope, il direttore dell’associazione americana Sierra Club. “Gli studi dimostrano anche che gli investimenti in fonti di energia obsolete, come petrolio, carbone, nucleare, creano molto meno posti di lavoro per dollaro investito rispetto agli investimenti in efficienza energetica ed energia pulita”. Infatti, malgrado gli Stati Uniti abbiano il primato mondiale della ricchezza e della tecnologia, la gran parte degli edifici dispone di un isolamento termico molto peggiore rispetto a quelli europei.
Nel frattempo anche l’Italia torna al nucleare, e il ministro dello sviluppo Claudio Scajola coglie l’annuncio di Obama per ricordare che “il nucleare è indispensabile per preservare l’ambiente, ridurre le emissioni di gas serra e combattere il cambiamento climatico”.
Fermiamo Mr. Burns
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