Se la legge passasse anche alla Camera, sarebbero dunque le regioni a dover decidere in materia, senza nessuna imposizione “dall'alto”. Le stesse regioni che da anni abusano delle deroghe – uno strumento pensato dalla UE per far fronte a vere e proprie emergenze – per liberalizzare la caccia in maniera sistematica al di fuori dei cinque mesi fissati dalla legge (fino ad ora). Le stesse regioni, che con le loro ripetute violazioni hanno fatto aprire un contenzioso alla corte di Bruxelles che potrebbe costarci sanzioni economiche salatissime. A loro è affidato il diritto di legiferare.
Al momento della votazione si sono levate voci di dissenso persino nella maggioranza. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha gridato al colpo di mano, mentre quello Turismo Michela Brambilla ha dichiarato il provvedimento inaccettabile. L'opposizione si è schierata compatta nel condannare la decisione del senato, lamentando l'assenza di un parere scientifico vincolante all'interno della decisione.
Inutile è stato l'appello in extremis del Wwf, la cui pagina web ha fatto registrare 10.000 contatti nella giornata di giovedì 28 gennaio, con oltre mille commenti pervenuti; un vero e proprio tam tam che in poco piu di 24 ore ha coinvolto non solo facebook e i principali social network, ma ha anche più direttamente i navigatori con l’invio di e-mail e la partecipazione ai blog.
Esemplificativo della reazione contrariata dell'opinione pubblica il commento di un lettore sul blog “Cacciatori brava gente” del Wwf: “se l’emendamento dovesse passare allora mi dichiarerei cittadino extracomunitario non riconoscendo più l’Italia come mio paese”. Il Wwf ha inoltre pubblicato sul proprio sito la lista dei senatori che hanno votato a favore dell'emendamento.
In attesa del decisivo voto alla camera, le manifestazioni di dissenso si moltiplicano. A Pescara il 31 gennaio è stato organizzato un a passeggiata ecologica contro la caccia, seguita da un sit in. Anche alcune testate nazionali si sono mobilitate. Repubblica ha lanciato un appello in cui chiede ai propri lettori di mandare foto e testimonianze, consapevole che ben nove italiani su dieci sono contrari alla caccia libera tutto l'anno.
E propone “ognuno di noi può fare molto per creare le condizioni affinché i media rendano pubblico il nostro dissenso a questa barbarie, scrivendo alle testate giornalistiche. Il coordinamento delle Associazioni di cui facciamo parte sta facendo pressione politica ai Ministri affinché ostacolino questo iter”.
Che i cittadini italiani siano fortemente contrari alla caccia, lo ribadisce anche Marco Roveda, fondatore di LifeGate e Presidente di LifeGate Planet Onlus, che si chiede “perché il Parlamento ignora la volontà del 90% degli italiani che è contro la caccia?”. E poi continua: “chiediamo un gesto di civiltà, organizziamoci, proponiamo un referendum per abolire definitivamente la caccia”.
La speranza condivisa è che una mobilitazione di massa di associazioni, giornali ed opinione pubblica riesca a far arenare la legge alla Camera, ad imporre un dietrofront ad alcuni politici sensibili, se non all'ambiente, al gradimento pubblico, soprattutto in periodo elettorale.
A ricordar loro che due sole settimane fa veniva inaugurato a Berlino l'Anno Internazionale della Biodiversità. Chissà, forse qualcuno si è scordato di avvertire Montecitorio.
Qui di seguito segnaliamo alcuni appelli ed iniziative:
Appello delle associazioni ambientaliste a Berlusconi
Blog del Wwf "Cacciatori brava gente"
Appello di Repubblica
A che Serve la Caccia?
il nuovo libro di carlo consiglio e vincenzino siani esamina nella sua complessità la realtà della... Continua... |