Ieri 21 aprile, la Camera ha approvato, con voto trasversale, un sub-emendamento al disegno di Legge Comunitaria per limitare alla prima decade di febbraio la deroga alla chiusura del calendario venatorio che prima era fissata al 31 gennaio.
Con il voto di ieri, la Camera dei Deputati ha tuttavia ribadito il suo chiaro no alla “caccia selvaggia” e messo la parola fine ai tentativi di stravolgimento della legge sulla tutela della fauna.
“Le cose non sarebbero potute andare diversamente - dichiara Annamaria Procacci, consigliere nazionale Enpa - in un Paese che ha gridato forte contro la cancellazione delle regole in materia di tutela della fauna; regole per il rispetto delle quali l’Enpa si è sempre battuto, consapevole di rappresentare la volontà della stragrande maggioranza degli italiani che vogliono solo pace con la natura”.
“Ha prevalso il senso di responsabilità nel Parlamento e nel Governo che ha evitato di estendere la stagione venatoria senza limiti certi e respinto una vera e propria deregulation venatoria”. Lo dichiarano le associazioni Altura, Amici della Terra, Animalisti italiani, Cts, Enpa, Fare Verde, Greenpeace, Memento Naturae, No alla caccia, Lav, Legambiente, Lida, Lipu, Mountain Wilderness, Oipa, UNA, Vas, WWF Italia dopo il voto dell’articolo 43 della legge Comunitaria approvato dall’Aula della Camera dei Deputati.
L’articolo recepisce correttamente molte delle richieste avanzate dalla Commissione Europea con la procedura d’infrazione 2006/2131 e consente all’Italia di attrezzarsi meglio per gli imminenti giudizi della Corte di Giustizia Europea.
Dal punto di vista sostanziale, l’articolo introduce importanti novità sotto il profilo della tutela della natura e degli animali selvatici, come una maggiore protezione degli habitat naturali e il divieto di caccia durante i periodi di riproduzione e migrazione degli uccelli.
Resta il rammarico per l’indebita concessione alle doppiette rappresentata dalla possibilità di deroga regionale al calendario venatorio, seppure contenuta alla sola prima decade di febbraio e sottoposta al parere dell’ISPRA.
La caccia rimane comunque un problema insostenibile - afferma il WWF - per la fauna italiana e la tutela della biodiversità: la pressione venatoria resta troppo alta e i calendari troppo permissivi. Resta quindi aperto il problema della fauna sempre meno numerosa, paradossalmente alla base delle stesse rivendicazioni dei cacciatori.
“Nell’anno della biodiversità, voluto dall’Assemblea dell’Onu - aggiunge il consigliere nazionale dell’Enpa - approvare la deregulation venatoria in nome di una pratica ludica, cioè dell’uccidere per divertimento, sarebbe equivalso a un insulto contro il patrimonio di vita del pianeta, già tanto depauperato dalla distruzione degli habitat, dallo stravolgimento del clima, dall’inquinamento. Da questa vicenda gli estremisti venatori dovrebbero trarre una lezione e riflettere: non è più tempo di smanie per soddisfare una minoranza della minoranza, perché, lo vogliamo ricordare, la deregulation è avversata anche da una parte rilevante dello stesso mondo venatorio”.
“La nostra gratitudine - conclude Procacci - va a tutti i parlamentari di maggioranza e di opposizione che si sono impegnati per dare risposte serie ai ripetuti atti di accusa rivolti all’Italia dall’Unione Europea con le procedure d’infrazione; procedure causate da un intollerabile abuso della caccia, che ci ha visto maglia nera nell’Unione”.
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