Oggi alla Camera dei Deputati si vota per l'estensione del calendario venatorio prevista dall'emendamento all'art. 43 della Legge Comunitaria 2009. Proprio in queste ore è in corso il presidio delle associazioni ambientaliste e degli animalisti davanti al Palazzo di Montecitorio.
Se il provvedimento, già approvato dalla Commissione Agricoltura passasse in via definitiva, dicono le associazioni, allora “permetterebbe di fatto alle Regioni di allungare la stagione di caccia a periodi cruciali per gli animali selvatici, per i quali l'Unione Europea ci chiede invece la completa protezione”.
Inoltre, spiegano gli ambientalisti e gli animalisti oggi riuniti nel sit-in a Montecitorio, “si graverebbero le stesse Regioni del fardello di dover subire la costante pressione di chi chiederà ancora più caccia, con un carico insostenibile di contenziosi con il Ministero dell'Ambiente e con l'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale”.
La discussione parlamentare iniziata ieri, dovrebbe concludersi oggi con il voto finale sull'emendamento che potrebbe portare definitivamente all'allungamento della stagione di caccia per legge. Ma tutto non scorre così liscio come alcuni avrebbero sperato. Trenta parlamentari del Pdl, infatti, hanno firmato una lettera destinata al Presidente Berlusconi all'interno della quale annunciano il loro dissenso.
"Non intendiamo legittimare con il nostro voto il cedimento politico di alcuni a una piccola lobby di settore e di 750 mila cacciatori - si legge nella lettera diffusa stamattina dalle agenzie -. Né, tanto meno, alla loro volontà di sparare indiscriminatamente tutto l'anno e contro qualsiasi specie animale".
Così, quella che avrebbe dovuto concludersi in poche ore, in realtà si prospetta un decisione difficile e piena di ostacoli persino in seno al Governo. A tal proposito proprio stasera ci sarà un vertice di maggioranza alle 20.
Intanto la mobilitazione continua. Già ieri animalisti e ambientalisti si sono riuniti davanti a Montecitorio dalle 12 fino a sera. Oggi prosegue la battaglia di tutti coloro che si oppongono a quello che è stato definito dalla Lav un “oscuramento della natura italiana”.
Ma se la Camera darà il suo sì definitivo per l'apertura della caccia tutto l'anno, fa notare il WWF, sarà come dire no alla biodiversità e il governo perderà la sua credibilità, soprattutto a margine del “percorso faticosamente avviato dall'Italia per una Strategia Nazionale sulla Biodiversità appena annunciato dal Ministero dell'Ambiente”. Colpire la fauna selvatica vuol dire infatti proprio mettere a repentaglio una delle principali componenti della ricchezza della diversità biologica nel nostro paese.
In particolare, Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia, che sta presidiando in queste ore Montecitorio insieme ai volontari di tutte le associazioni, ha dichiarato che “L'aumento della temperatura globale dovrebbe consigliare di anticipare la chiusura della stagione venatoria e non certo di estenderla. Infatti gli animali tendono sempre più ad anticipare nidificazioni e periodi migratori: colpirli in queste delicate fasi significa determinare un grave impatto sugli equilibri di queste specie”.
Tra le associazioni che in queste ore stanno presidiando Montecitorio ci sono Altura, Amici della Terra, Animalisti Italiani, Associazione Vittime della Caccia, Cts, ENPA, FareVerde, Greenpeace, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Lipu, Memento Naturale, Mountain, Wilderness, No alla Caccia, Oipa, Vas, WWF Italia.
“Siamo ambientalisti ed animalisti, ma prima ancora cittadini italiani, espressione della società civile – hanno dichiarato i manifestanti – e come tali rivendichiamo il diritto alla tutela della natura e alla sicurezza delle persone, e l'esigenza di poter passeggiare nei nostri boschi e nelle nostre campagne senza rischi ancora maggiori di quelli odierni”.
Intanto, alcuni di loro hanno lanciato una petizione per convincere i Deputati a bloccare l'art. 43 e dire “No all'arroganza di una minoranza di cacciatori (1% della popolazione italiana), che per il 'divertimento' di sparare più a lungo intende calpestare i diritti del restante 99% dei cittadini”.
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