La società a quattroruote: le alternative

Car sharing, car pooling, jungo, bike sharing e piedibus. Al di là di Vauban (un piccolo distretto a 2 chilometri da Friburgo, in Germania), prima città car free, negli ultimi anni si sono moltiplicate le alternative per coloro che desiderano essere meno auto-dipendenti. Vediamo qualche esempio…

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di Romina Rossi

vauban
A Vauban, un piccolo distretto a 2 chilometri da Friburgo, in Germania, la maggior parte della popolazione ha rinunciato all’auto
Può esistere una città senza auto? E come sarebbe? A parte Venezia, costretta per la propria conformazione geografica a rimanere senza auto – di cui nessuno pare notare la mancanza – l’ipotesi di una città in cui le strade siano trafficate solo di biciclette e pedoni può sembrare molto inverosimile. Eppure a Vauban, un piccolo distretto a 2 chilometri da Friburgo, in Germania, già dal 2006, la maggior parte della popolazione ha rinunciato all’auto, tanto che solo la via principale della città e le due esterne sono aperte al traffico. I cittadini che possiedono un’auto sono comunque un’esigua minoranza: appena il 30% sui 5.500 abitanti; il restante 70% preferisce spostarsi in bicicletta, a piedi e con i mezzi pubblici.

Ben lungi dall’essere una stranezza tutta tedesca, la città car free è un’iniziativa del circuito Energy-Cities, una rete che propone di riconciliare i territori con le risorse energetiche locali. Non solo biciclette, quindi, ma anche riduzione dei rifiuti, energie alternative, spazi verdi, rispetto dell’ambiente. Friburgo è forse la città delle oltre 400 città, di cui 12 italiane, facenti parte del circuito a trarre massimo rendimento dalle fonti rinnovabili locali, consumando l’energia con parsimonia. Sicuramente un esempio da imitare!

Al di là di Vauban, prima città car free, negli ultimi anni si sono moltiplicate le alternative per coloro che desiderano essere meno auto-dipendenti. Da parecchio tempo si parla di auto elettriche o ibride, che però non costituiscono la soluzione ideale né tantomeno permettono di risolvere il problema del traffico: queste infatti potrebbero essere soluzioni adatte agli spostamenti dei dipendenti pubblici.

La vera valida alternativa, anche per una migliore qualità di vita, deve essere un nuovo modello di mobilità urbana centrato su un maggiore spazio e maggiore sicurezza per gli spostamenti in bici o a piedi e l’incentivo del trasporto con i mezzi pubblici.

car sharing
Il car sharing prevede l’uso in comune di veicoli da parte di un “club utenti”
Per chi comunque non può proprio fare a meno dell’auto negli ultimi anni si sono sviluppate forme condivise di trasporto che contribuiscono a limitare o ridurre il traffico sulle nostre strade. Uno di questi è il car sharing, ovvero l’auto condivisa, che prevede l’uso in comune di veicoli da parte di un “club utenti”. In sostanza il car sharing permette di utilizzare l’auto ad un prezzo proporzionale al tempo di utilizzo e ai chilometri percorsi, godendo anche di molte agevolazioni come la sosta gratuita nei parcheggi a sosta tariffata e nei parcheggi di scambio, l’accesso e la circolazione gratuite nelle ZTL della città e nelle corsie preferenziali.

L’utilizzo del car sharing permette una riduzione del 30-50% delle spese per l’auto, la riduzione del traffico e del conseguente inquinamento ambientale e acustico, che non possono che migliorare la nostra qualità di vita. Per informazioni si può visitare il sito www.carsharingitalia.com.

Simile al car sharing è il car pooling, che consiste nella scelta di tre o più persone di arrivare alla sede di lavoro o di studio insieme su un’unica vettura, eventualmente operando una rotazione del mezzo usato. È una forma più spontanea rispetto al car sharing ma i vantaggi sono comunque visibili da subito, poiché oltre al risparmio personale ed economico l’auto di gruppo permette la socializzazione fra i colleghi e una migliore coesione aziendale.

Un tempo, fra quanti volevano spostarsi da una parte all’altra il metodo più veloce ed economico era fare l’autostop, una pratica che ormai per diversi motivi solo pochi si arrischiano a fare.

Per i nostalgici e per chi vuole viaggiare spendendo poco è nato il sistema Jungo che permette di sfruttare le naturali correnti di traffico secondo la logica dell’autostoppista.

bike sharing
Negli ultimi anni si sono moltiplicate le alternative per coloro che desiderano essere meno auto-dipendenti
Il metodo è sicuro perché chi decide di unirsi a Jungo riceve una card rilasciata da un ufficiale giudiziario (che è una garanzia anche per chi non appartiene al circuito, ma conosce il circuito). La tessera si può usare sia come jungatore che come jungonauta: nel primo caso il vantaggio è quello di dividere le spese del viaggio con il partner, mentre nel secondo caso si ha l’opportunità di lasciare a casa l’auto, risparmiando sulla benzina e sul parcheggio; in entrambi i casi c’è il reciproco piacere di conoscere ogni giorno persone nuove. Per maggiori informazioni si può visitare il sito www.jungo.it.

Per chi invece non vuole proprio mettersi al volante o sfruttare le belle giornate di sole, esiste il servizio di bike sharing, già attivo in molti comuni italiani, che prevede la messa a disposizione di biciclette, che i cittadini possono utilizzare durante il giorno tramite abbonamento e restituire alla fine dell’utilizzo in un punto di raccolta della città. Nato nel 2000 a Ravenna, il bike sharing mette oggi a disposizione oltre 3000 biciclette in circa 60 comuni italiani. Per consultare la lista completa dei comuni che mettono a disposizione questo servizio si può consultare il sito Bicincittà e Centro in bici.

Si può fare a meno dell’auto anche al mattino al momento di portare a scuola i nostri figli. Invece di partire presto per evitare il traffico ed essere in orario al lavoro, c’è un modo più sano, sicuro, divertente ed ecologico per andare a scuola. È il Piedibus: un autobus umano, formato da un gruppo di bambini “passeggeri” e da adulti “autisti” e “controllori”.

Il piedibus funziona come un vero autobus, con un proprio itinerario, orari e fermate precise e stabilite. Transita tutti i giorni, con qualsiasi tempo e seguendo il calendario scolastico. Anche i bambini che abitano nelle zone più lontane dal percorso del piedibus o in periferia ne possono usufruire: basterà infatti che i genitori lascino i propri figli alla fermata più vicina.

piedibus
Il piedibus funziona come un vero autobus, con un proprio itinerario, orari e fermate precise e stabilite
Andare a scuola a piedi è un modo per permettere ai bambini di socializzare, renderli più attivi combattendo la crescente obesità infantile, e più autonomi: muoversi da soli fuori casa infatti migliora l’autostima dei bambini e contribuisce a un sano equilibrio psicologico. Inoltre il piedibus è un buon metodo di insegnamento dell’educazione stradale, rendendo i bambini dei pedoni consapevoli. Per consultare l’elenco dei piedibus in servizio in Italia: www.piedibus.it.

La mobilità dolce sta contagiando anche i vacanzieri, i quali possono scegliere sempre più ampie offerte di viaggi facendo a meno dell’auto. Le cosiddette vacanze “green” permettono di prendersi una vacanza… dall’auto, da trascorrere a pieno contatto con la natura, immersi nel verde, all’interno di ecovillaggi o in località eco-friendly con un occhio di riguardo alla salvaguardia dell’ambiente.

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10 Gennaio 2010 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
1/2/10 07:12, jungo ha scritto:
Ho letto il vs. articolo su Jungo, di cui ringrazio.
Tuttavia devo fare un'osservazione: jungo si propone come un mezzo quotidiano di spostamento urbano ed extraurbano, e non "mezzo per i nostalgici dell'autostop": tutti possono usare quotidianamente i flussi di auto esistenti, sfruttando i milioni di sedili vuoti, ogni giorno, in sicurezza (al contrario dell'autostop)e con un guadagno reciproco (al contrario dell'autostop).
Per favore, non scrivete che la cosa riguarda i nostalgici o chi vuole spendere poco! la cosa riguarda tutti. Sono libero professionista ma ho già usato più volte jungo in trentino. Il tempo medio di attesa monitorato è per i maschi 7.2 min e per le femmine 3.5: parliamo di un mezzo efficiente e rapido, non di una cosa per nostalgici! C'è una rivoluzione da fare, e lo strumento è già pronto e in uso. Quando i numeri saranno maggiori, i tempi di attesa si dimezzeranno e sarà meglio che viaggiare in taxi.
enrico gorini - pres ass. jungo - rimini
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