La buona notizia mi ha riportato alla mente un pomeriggio di qualche tempo fa. Mi trovavo a Messina e, mentre passeggiavo in una via del centro, la mia attenzione è stata catturata dal pianto di un cagnolino proveniente da un negozio. Non riuscendo a proseguire indifferente, guidata dallo straziante lamento mi avvicino alla vetrina del negozio di animali. Vedo il povero cucciolo che prova ad arrampicarsi cercando una via di fuga, con lo sguardo sofferente, come se implorasse i passanti di aiutarlo ad uscire da quella gabbia di vetro. Tra la gente nelle vicinanze c’era chi continuava a camminare senza badare alla scena ma c’erano anche alcuni ragazzi che esclamavano inteneriti, ma incuranti della sofferenza dell’animale, “che bello!lo voglio!”. E c’era poi chi disgustato, come me, osservava il negoziante per niente impietosito dall’evidente pena della sua “merce” esposta e, probabilmente, interessato esclusivamente ad incrementare le vendite della sua attività. Sinceramente la triste esposizione più che invogliarmi a fare acquisti in quel negozio mi spingeva ad insultarne gli avidi proprietari.
Gli animali sono esseri viventi e, in quanto tali, hanno determinate esigenze che non possono essere ignorate: è questa un’affermazione assolutamente banale ma che, purtroppo, spesso viene ignorata proprio da chi con gli animali ci lavora.
Cani, gatti, conigli, criceti e uccellini, sono esposti a raggi solari, rumori del traffico e ulteriori situazioni ambientali di disagio e sofferenza.
Il divieto introdotto adesso dalla Lombardia, e già in vigore in molti singoli comuni a livello locale, è volto quindi alla tutela della salute degli animali in vendita ma non solo: proibire l’esposizione di dolci e teneri cuccioli vuol dire anche tentare di frenare i frequenti acquisti impulsivi che poi, inevitabilmente, hanno come esito l’abbandono o il maltrattamento dell’animale.
Tutto ciò non vale soltanto nel caso degli animali domestici ma anche, e forse ancor più, nel caso degli animali esotici che, dal negoziante prima e dall’acquirente poi, vengono costretti a vivere in una gabbia di vetro, ben poco somigliante al loro habitat naturale. Stessa sorte tocca a criceti, topolini, conigli e uccellini destinati ad un’ingiusta vita di prigionia. Ovviamente i responsabili siamo noi che consideriamo l’animale al pari di un giocattolino o di un ornamento per la casa: ci sembra carino, lo acquistiamo, ne facciamo il nostro passatempo preferito per un certo periodo di tempo e quando smette di essere una novità lo trascuriamo o abbandoniamo chissà dove.
Alla luce di queste considerazioni risulta evidente l’importanza del divieto all’esposizione di animali in vetrina, un divieto che dovrebbe essere esteso a tutte le regioni del nostro paese. È auspicabile, poi, che tale provvedimento sia il primo passo verso la fine della vendita degli animali che, purtroppo, vengono commercializzati come merci.
Simone Pavesi, Coordinatore LAV Lombardia, afferma a tal proposito: «Questo provvedimento ha una doppia finalità, in primis quella di tutelare gli animali che purtroppo continuano ad essere commercializzati come merci, e poi quella di invitare i cittadini a trovare un compagno a quattro zampe presso un canile o un gattile anziché acquistarlo in negozio, dopo comunque avere bene ponderato le implicazioni di una convivenza con un animale che necessita delle dovute attenzioni.»
26 Marzo 2008 - Scrivi un commento