So che molti stenteranno a crederlo, ma questo “ginepraio” di mezzi pubblici è facilmente fruibile dal viaggiatore. La tanto vituperata Stazione Ferroviaria Centrale di Napoli è uno di quei posti dove il viaggiatore incallito si sente a casa, sia per le tantissime destinazioni che si possono raggiungere partendo da essa, sia per la contiguità con la Stazione della Ferrovia Circumvesuviana, ma anche perché, nel piazzale antistante alla Centrale, transitano tutti gli autobus che fanno servizio interregionale. Io amo tanto la Stazione Centrale di Napoli e voglio suggerirvi un modo molto bello per raggiungerla a bordo di un treno: il Regionale 3347 delle 15.44 Sulmona - Napoli.
L’Italia ha una bellissima e poco sfruttata linea ferroviaria appenninica. Con la Ferrovia Centrale Umbra, della quale ho già parlato, si può partire da Sansepolcro e raggiungere Terni da dove, con Trenitalia, si raggiunge Sulmona passando per Rieti, Antrodoco e l’Aquila. Un’altra volta parlerò della linea Aquila - Sulmona che corre lungo il corso del fiume Aterno passando anche per le Gole di San Venanzio prima di arrivare nella curata ed efficiente Stazione di Sulmona.
Diamo qualche coordinata. Il centro di Sulmona è a meno di 1 chilometro dalla stazione ferroviaria e suggerisco una visita. Sulmona è facilmente raggiungibile da Pescara, dal momento che si trova sulla linea Pescara - Roma, altro capolavoro di ingegneria ferroviaria poco conosciuto.
Il nostro Regionale fa servizio tutti i giorni della settimana ed il costo del biglietto di seconda classe (l’unica disponibile) è di soli 12.90 euro mentre la durata del viaggio è di 4 “magnifiche” ore e 18 minuti. Il treno in servizio è la “mitica” Automotrice Leggera a Nafta 668.
Dopo aver bevuto un ottimo caffè al bar della stazione, montate a bordo del comodo treno. Solo l’uscita dalla stazione di Sulmona, vale il prezzo del biglietto. Infatti la linea raggiunge quota grazie ad un’ardita realizzazione di ingegneria ferroviaria, dirigendosi dapprima verso Pettorano per poi risalire verso Cansano e Campo di Giove, la prima fermata. Poi si va verso il Piano delle Cinque Miglia ed il treno ferma nelle stazioni di Rivisondoli - Pescocostanzo, dove una targa ricorda al viaggiatore che siamo a 1.268 metri sul livello del mare e che quella di Rivisondoli è la stazione ferroviaria italiana più alta dopo quella del Brennero. Quindi a pochi chilometri abbiamo Roccaraso. Alle 17.00 il treno ferma in un altro posto mitico dell’Appennino: Castel di Sangro.
Se non ricordo male, Rumiz,che passò di qui nel 2002 con l’inseparabile 740 la descrisse come la città dalle 2 stazioni. Bene, il nostro treno, entra in Molise e fermando nelle stazioni di S. Pietro Avellana/Capracotta, Carovilli/Roccasicura e Pescolanciano/Chiauci arriva a Carpinone. Il paese di Carpinone (623 metri sul livello del mare e 1.240 abitanti) è piccolo ma importante per i “vagabondi delle ferrovie”, dal momento che è uno snodo ferroviario tra Campobasso e Isernia da dove, è comodo e pratico raggiungere Cassino.
La stazione è piccolissima, ma ben tenuta. Per capirci è una di quelle stazioni dove il “solitario” Capo Stazione, inappuntabile nella sua divisa d’ordinanza, non appena ti vede, subito ti da chiacchiera apostrofandoti con un: “Giovane, tu dove vai?” La stazione ha un suo bar che serve anche gli impiegati municipali dal momento che il Municipio è, incredibile a dirsi, inglobato nella stessa costruzione. È facile ipotizzare che gli uffici del Sindaco e del Capo Stazione siano attigui.
Il nostro treno alle 17.53 arriva ad Isernia stazione dalla quale si esce grazie ad un ardito viadotto ferroviario. Poi, il treno ferma a Rocca Ravindola, Venafro, Sesto Campano. Quindi Vairano/Caianello, Teano, Capua, Caserta, Cancello. Alle ore 20.02, il nostro “trenino appenninico” arriva al binario numero 11 della Stazione di Napoli Centrale. È li, al binario numero 11 della Centrale di Napoli, che al viaggiatore, sazio si tanti panorami visti dal finestrino del suo treno, finalmente capirà cosa intendeva Dante scrivendo che, quando si fa sera, “ai naviganti s’intenerisce il core…”
Cosa posso raccontarvi di più? Immaginate un bel tramonto primaverile ed immaginate di entrare a Napoli dopo aver attraversato l’Appennino a bordo del vostro treno. Già lasciata la Stazione di Caserta, vi accoglierà, sulla sinistra (sedendo nella direzione di marcia), il Vesuvio con i suoi riflessi ramati. Poi della città riconoscerete lo skyline del Centro Direzionale che è vicinissimo alla stazione centrale, la vostra meta. Arrivati al binario 11, con due passi siete fuori della stazione, in Piazza Garibaldi, se l’attraversate tutta arrivate alla fermata dell’autobus urbano che sta proprio sotto la statua equestre dell’Eroe dei due mondi.
Dopo aver ammirato i ruderi del Decumano Maggiore ed aver preso l’aperitivo al Caffè Letterario Intra Moenia, fatevi dire come raggiungere Vico San Pietro a Majella. Se siete rimasti simpatici al cameriere, vi farà passare per il retrobottega e sbucherete a in questo vicolo molto napoletano dove vi accoglieranno gli allettanti profumi di un celebre ristorante macrobiotico sede di un’associazione culturale dal nome eccezionale: Arcobaleno Fiammeggiante. Non potete sbagliare, sempre nel vicolo, di fronte al ristorante c’è la “pittoresca” (e non priva di fascino) sede napoletana del quotidiano Il Manifesto.
Amici, Napoli non è la monnezza! Napoli è la capitale del Mediterraneo!
Che ci volete fare…. Sono un romantico!
Intanto Partite!
Articolo tratto da www.decrescitafelice.it
26 Ottobre 2009 - Scrivi un commento