Al posto dei punk oggi troverete più facilmente giovani coppie che viaggiano su favolose biciclette dotate di speciali carrozzine in cui “parcheggiare” i bambini, ma anche normali velocipedi, che a Prenzlauer Berg hanno quasi sostituito le auto. Oppure negozi, supermercati bio e il mercato del sabato dei prodotti agricoli biologici, dove capita di incontrare anche gli ex ministri dei Verdi Joschka Fischer e Jurgen Trittin.
C'è poi un parco, il Kolle 37, dove si possono lasciare i bambini liberi di giocare, il Wasserturm, la torre dell'acqua potabile, bonificata e divenuta palazzo abitato, e l'Okomarkt, l'eco-mercato del martedì.
Da rifugio dei “punkettoni” Prenzlauer Berg è diventata così il quartier generale dei Lohas, i fan del Lifestyle of Health and Sustainability, lo stile di vita sostenibile e salutare, una sorta di regno dell'eco-chic, anche un po' snob per dire la verità.
Ma questo quartiere “alternativo” è solo un esempio della vocazione di Berlino per la sostenibilità.
Altri esempi? L'E-mobility Berlin, tra i maggiori progetti urbani al mondo sull'auto elettrica, con il quale Daimler AG ha messo a disposizione 100 vetture elettriche Mercedes Benz e Smart, provvedendo all'assistenza dei veicoli, mentre RWE - una delle maggiori autorità elettriche europee - si occupa invece dello sviluppo, dell'installazione e della gestione di circa 500 punti di ricarica della fornitura di elettricità e del controllo centrale del sistema.
Oppure Lo Spree 2011, che coinvolge il quartiere di Kreuzberg e che renderà balneabili in pochi anni le acque contaminate dello Spree e il Landwherkanal.
Sempre in tema di mobilità è bene ricordare che a Berlino il 10% degli spostamenti avviene su due ruote e i kilometri della rete stradale dove le bici possono mettersi in sicurezza sono 900. A questi vanno aggiunti 225 km di strada in cui il limite di velocità è di 20 km/h; 12 itinerari che attraversano la città e 8 tangenziali, così da rendere il massimo degli spostamenti sicuri. Un piano varato nel 1995 e portato a compimento in 8 anni: l'insieme di queste soluzioni rende Berlino una città ciclabile con molte cose da vedere, meta perfetta per visite ciclistiche guidate, come quella organizzata da Jonas, associazione che promuove da 21 anni forme di turismo a basso impatto ambientale.
Non è un caso che uno dei documenti più importanti su turismo durevole e sostenibilità ambientale sia stato firmato proprio a Berlino. La Dichiarazione di Berlino del 1997 sottolinea appunto l'importanza di promuovere forme di turismo capaci di incentivare il recupero di beni storici e culturali senza però ampliare problematiche come traffico, congestione, inquinamento se non addirittura la distruzione dei sistemi ambientali e l'estinzione di forme di vita animali e vegetali.
Si, perché anche il frizzante melting-pot berlinese non è immune dalle storpiature provocate dai cambiamenti sociali ed economici del boom dei centri storici. Succede così che quartieri come quello di Mitte e Prenzlauer Berg subiscano un processo di rigenerazione che porta nuovi abitanti ad alto reddito, provocando spesso l'allontanamento dei gruppi a reddito più basso che lo abitavano precedentemente. Così, dopo essere diventati il centro della scena alternativa ed artistica in seguito alla caduta del Muro, i due quartieri sono stati dichiarati dal Senato di Berlino Zone di Risanamento, con lo scopo primario di migliorare le condizioni abitative degli edifici, che versavano tutti in cattivo stato, potenziare le infrastrutture, ridurre il traffico e fornire spazi verdi, evitando però di scacciare i vecchi abitanti con affitti troppo alti.
Nonostante questi buoni propositi entrambi i quartieri hanno assistito negli anni successivi ad un aumento del costo delle case, che ancora oggi continua, diventando una grande attrazione turistica che ha portato con sé una proliferazione esasperata delle attività gastronomiche.
Un esempio molto significativo della piega eco-sofisticata che sta prendendo Prenzlauer Berg è il controverso progetto di Marthashof, il primo urban village, che “pone al centro i bisogni e i desideri di persone e famiglie che sognano una casa che garantisca loro sicurezza, protezione, rigenerazione nel rispetto dell'ecologia. L'idea è quella di permettere ai suoi abitanti di vivere al centro di una grande metropoli e godere allo stesso tempo di un parco comune e giardini privati, citofoni con telecamere, sistema di geotermia, riscaldamento con pellets in legno a basso costo, sistema di raccolta dell'acqua piovana, elevato isolamento degli edifici, illuminazione del parco interno, giardini verticali e pensili....”
Che sia un'operazione destinata a favorire gli investimenti immobiliari, lo ammettono anche gli stessi ideatori del progetto, Giovanna Stefanel, figlia del fondatore del famoso marchio d'abbigliamento omonimo, e suo marito Ludwig Maximilian Stoffel, azionista di maggioranza della Stoffel Holding Gmbh, una delle più importanti società immobiliari tedesche.
Al momento infatti Berlino è una delle metropoli europee più convenienti, ma i prezzi sono destinati a salire, per cui un fattore cruciale da prendere in considerazione è la location, ha dichiarato Stoffel in un'intervista al Corriere della Sera: «La buona posizione dell'immobile è la ricetta di un buon investimento, altrove come a Berlino. Non è un caso che imprenditori di mezzo mondo si siano accorti delle potenzialità del mercato immobiliare tedesco e sono venuti per investire in private abitazioni».
Riuscirà Berlino a continuare il proprio cammino sulla strada della sostenibilità senza cedere alla tentazione dell'ecologia di lusso?
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moltissimi vorrebbero ridurre la propria impronta ecologica ma in pochi se lo possono permettere. i più poveri sono costretti controvoglia a continuare ad inquinare e a sostenere con i loro acquisti l' agricoltura intensiva e le merci economiche superinquinanti.
non è così che si salva il pianeta e l'umanità!!!!!!