A candidarsi per le prime due edizioni (2010 e 2011) sono state 35 città: dopo le vincitrici, Stoccolma e Amburgo, Amsterdam, Bristol, Copenhagen, Friburgo (in Brisgovia, nella Germania meridionale), Münster (Germania) ed Oslo, capitale della Norvegia.
Assenti le città italiane che, evidentemente, non hanno mostrato particolare impegno in fatto di sostenibilità e tutela ambientale.
I parametri presi in esame dalla Giuria riguardano gli spazi verdi, le emissioni dei trasporti pubblici, le iniziative in materia di gestione dei rifiuti e di inquinamento acustico, nonché, in generale tutte le soluzioni ambientali innovative e a lungo termine.
La vincitrice del concorso, riconosciuta come modello di città verde, sarà chiamata a condividere le sue virtuose pratiche diffondendo così, in tutto il continente, idee utili per migliorare l’ambiente urbano. Il premio, d’altra parte, permetterà alla città di conquistarsi fama e prestigio a livello internazionale.
Ma cosa ha fatto sì che Stoccolma e Amburgo vincessero il concorso?
Fra gli obiettivi fissati dalla capitale particolarmente rilevante è quello di liberarsi totalmente dalla dipendenza dai combustibili fossili entro il 2050.
Per quanto riguarda i rifiuti, l’adozione di un innovativo sistema di smaltimento ha determinato il raggiungimento di elevati livelli di riciclaggio (in particolare di rifiuti di biodegradabili attraverso impianti pneumatici sotterranei).
La capitale è riuscita, inoltre, a ridurre dal 1990 ad oggi le emissioni pro capite di CO2 del 25%, abbassando del 50% la media nazionale. Ciò è stato possibile grazie all’introduzione di un sistema di pedaggio urbano che ha limitato l’uso dell’automobile invogliando i cittadini ad usufruire, per i loro spostamenti, dei trasporti pubblici. Il 95% della popolazione, poi, vive a meno di 300 metri da aree verdi, con grandi vantaggi sulla qualità della vita in termini di svago, purificazione idrica, riduzione dei rumori, miglioramento della biodiversità e delle condizioni ambientali.
Insomma, Stoccolma è senza dubbio un bel posto in cui vivere e crescere i propri figli. Amburgo, d’altra parte, non è da meno.
Di notevole interesse è anche l’iniziativa avviata al fine di incentivare la partecipazione dei cittadini ai programmi di miglioramento ambientale. Si tratta del “treno delle idee”: un treno dedicato alle proposte degli altri centri urbani, ognuno dei quali dispone di un vagone per lanciare le proprie idee ecologiche per il futuro e mostrare i risultati già ottenuti.
E l’Italia? Sembra proprio che il nostro Paese abbia perso questo treno decidendo di intraprendere un viaggio nella direzione opposta, quella che passa per il nucleare ed il Ponte sullo Stretto di Messina. Cosa ci aspetta al capolinea?
8 Marzo 2009 - Scrivi un commento
http://piemonte.indymedia.org/article/5373
La Città di Genova ha elaborato un progetto denominato “Applicazione del City Pricing alla Città di Genova”.
L'ingrato compito di mettere nero su bianco lo sciagurato progetto è toccato al Prof. Enrico Musso del DIEM (Dipartimento di Economia e Metodi Quantitativi – Sezione di Geografia Economica ed Economia dei Trasporti) della Facoltà di Economia dell’Università di Genova. Il Dossier (piuttosto confidential) porta la data del maggio 2008. E’ rimasto lì in gestazione un annetto, giusto il tempo di maturare la consapevolezza – viste le ristrettezze economiche e i sempre più paurosi deficit di bilancio - della sua essenzialità.
Riassumo schematicamente in 2 righe la genialissima idea: ipotizzando una tassazione pro capite di 1,50 euro ad automobilista (da applicare all’uscita dei 7 caselli autostradali genovesi), contanto su un flusso di almeno 37,5 milioni di autoveicoli (di cui almeno la metà tassabili), il Comune di Genova conterà di generare un gettito annuo di almeno 25.350.195 euro!
Belandi rischiamo seriamente che il proverbio che vuole i genovesi tirchi potrebbe scomparire. Per lasciar spazio ad una nuova espressione proverbiale (più attuale): “ti se in belinun cumme un xeneixe” (tr.: “sei coglione come un genovese!”).
P.S.: Pettegolezzo. Pare che la Francesca Balzani (assessore al Bilancio ed ex allieva del fiscalista Victor Uckmar) appena letto il dossier si sia scompisciata convulsamente dal ridere.
Genova demenziale ...