Tram, taxi collettivi, isole pedonali: sarà questo il futuro della città, eliminare il più possibile le automobili. Il sindaco di New York, il milionario Bloomberg, con questa impresa vuole passare alla storia come leader della lotta all'inquinamento. Al suo terzo mandato è forte dell'appoggio di molti che, in origine, dubitavano delle sue prime battaglie “ambientaliste-verdi”.
I progetti in atto nella metropoli sono tanti. Si parla di una strada solo per autobus che dovrebbe essere la 34esima, seguita poi dalla 42esima. Queste strade verrebbero trasformate in due corridoi veloci per il solo transito dei mezzi pubblici.
Sulla scia di Londra, il sindaco di New York vorrebbe imporre la tassa anti-congestione. Sebbene la prima volta che ci provò, nel 2008, fu un vero fallimento, adesso il primo cittadino torna nuovamente alla carica affermando che l'introduzione di questa tassa da far pagare a tutte le auto private che vogliono entrare a Manhattan, potrebbe risollevare le finanze comunali in crisi.
In effetti a Londra la tassa ha avuto i suoi esiti positivi, infatti, è stato ridotto l'uso del mezzo privato. A questo Bloomberg vuole unire un altro deterrente, ovvero l'abbassamento del limite di velocità nell'area urbana, da 30 a 20 miglia orarie. Secondo gli esperti, già dieci miglia in meno abbassano la frequenza degli incidenti mortali dal 45% al 5%. Tra i tanti progetti in corso, uno riguarda i taxi collettivi, ovvero taxi che raccolgono più passeggeri per destinazioni diverse, abbassando così i costi e le macchine in circolazione.
Se Londra fa da esempio per l'introduzione del pedaggio d'ingresso per le auto in città, Parigi fa scuola per i “Velib”, San Francisco per i tram e Pechino per la rete metropolitana.
Bloomberg, infatti, vuole mettere a disposizione dei cittadini newyorkesi 10.000 biciclette in affitto con appositi posteggi e garantire ai ciclisti la sicurezza. Già sono state inaugurate le prime piste ciclabili a Broadway, Ottava e Nona Avenue tra la 14esima e la 23esima strada. Nuove corsie per soli ciclisti verranno aperte sulla Prima e la Seconda Avenue entro la fine dell'anno, e in futuro se ne costruiranno nelle vie di scorrimento trasversali da fiume a fiume (cioè dalla sponda dell'East River a quella sullo Hudson).
“Scopiazzando” Pechino, anche la rete metropolitana di New York si modernizzerà. Sono già avviati i lavori della nuova linea di metro: una direttrice Nord-Sud lungo la Seconda Avenue.
E visto che tram, metro, taxi e bici non bastano, anche i fiumi diventeranno una risorsa alternativa per decongestionare il traffico. Per trasportare i pendolari fra Manhattan, Brooklyn, Long Island e Coney Island, infatti, sarà potenziato il servizio di traghetti di linea sullo East River, con un aumento di capienza di 1.700 passeggeri al giorno. Nuovi attracchi a Williamsburg, Greenpoint, Long Island City.
E infine, come se non bastasse, le nuove isole pedonali che, dapprima ostacolate dai commercianti di Times Square e poi da loro stessi approvate – dopo aver visto aumentare l'afflusso di turismo e di shopping – sono richieste in tante zone della città dagli stessi commercianti, dichiara orgoglioso Bloomberg. Dopo Times square infatti, le prossime candidate ad isole pedonali sono Fulton Street e Nassau Street nella City finanziaria di Wall Street, Finn Square nel quartiere di Tribeca (celebre per le gallerie d'arte), e Astor Place vicino ai campus della New York University. Lo stesso per un tratto di Broadway nella zona del Columbus Circle, in modo da facilitare l'accesso alle numerose istituzioni culturali del Lincoln Center (Metropolitan Opera).
La grande mela, insomma, ha deciso di fare sul serio. Imitando le soluzioni verdi di altre grandi città, sta cercando di diventare il modello di metropoli del terzo millennio. Se puntare a questo primato significa rendere più vivibile e più pulita una città popolata, asfaltata e cementata come New York, che ben venga una rivoluzione di questo tipo.
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