La cittadina austriaca, infatti, ospita Solar City, una zona alimentata esclusivamente da energia solare e geotermica. Il quartiere residenziale, chiamato Pichling, si trova a 7km a sud del centro e ospita ormai 3.200 persone.
Sono due i motivi che già nei primi anni novanta hanno spinto a questo progetto. Innanzitutto in quel periodo 12mila persone stavano cercando alloggio nella città, la cui area urbana, però, non conteneva spazi sufficienti per ospitarli. In secondo luogo, l’effetto serra e i cambiamenti climatici stavano allarmando la popolazione.
Così, il progetto di un quartiere ecosostenibile fu affidato all’architetto Thomas Herzog, che nel ’95, con l’entrata dell’Austria nell’UE, ricevette i finanziamenti necessari da Bruxelles. Nel 2001 partì la costruzione, che è ancora in corso, poiché Pichling dovrebbe accogliere altri 22.000 abitanti.
Il quartiere è comunque relativamente piccolo, di modo che ogni area sia raggiungibile a piedi. Vi sono inoltre percorsi ciclo-pedonali, che permettono di arrivare ai laghetti e alle paludi dei dintorni. Una linea di metropolitana leggera collega direttamente Pichling al centro di Linz. L’uso della macchina è quasi superfluo e comunque proibito nelle zone residenziali.
La “città solare” non contiene solo abitazioni private, ma anche il Tower Centre, una struttura che riunisce servizi pubblici tra cui biblioteca, centro sociale, banche, negozi... Vi è anche lo School Centre, con scuola elementare, nursery e attività integrate. Anche qui, ogni servizio ed edificio è alimentato esclusivamente da energia geotermica e solare.Tutto ciò è stato reso possibile grazie a vari accorgimenti prima, durante e dopo la costruzione degli edifici: dalla loro forma compatta, al loro orientamento bioclimatico, dalle serre fino alla ventilazione controllata con recupero di calore, e dalla separazione delle acqua di scarico al loro invio ai campi agricoli.
In questo caso l’architettura va oltre la materia, fino ad incoraggiare il buon comportamento. Gli spazi pubblici per il gioco dei bambini e il tempo libero, ad esempio, vengono assegnati a singoli abitanti, i quali sono responsabili della propria porzione di terreno.
Secondo l’architetto Herzog il “progetto invisibile” che riunisce tutti questi elementi è ciò che fa di un semplice edificio un organismo per il benessere ambientale.
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