Dopo varie contestazioni e successive ridiscussioni parlamentari, il testo fu modificato nuovamente, così da tornare quasi del tutto alla situazione precedente. Restavano solo imprecisati i modi e i tempi di comunicazione all’Agenzia delle Entrare degli interventi compiuti. È stato da pochi giorni approvato un provvedimento che definisce il modello di comunicazione per tali lavori, cosicché il quadro legislativo è ora completo.
Fra tante discussioni resta però ancora un senso diffuso di confusione. Cerchiamo di dipanare i dubbi riassumendo i punti fondamentali della normativa in materia e dell’iter burocratico da seguire.
• interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, per un massimo di 100.000 euro di sgravio; gli immobili interessati sono quelli aventi un certo fabbisogno annuo di energia primaria (per la climatizzazione invernale), i cui valori sono forniti in una tabella, in base alla zona climatica e alla forma dell’edificio;
• opere su edifici esistenti, parti di essi o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali, orizzontali (coperture e pavimenti) e finestre comprensive di infissi, a condizione che siano rispettati specifici requisiti di trasmittanza termica U; il valore massimo fissato per l’incentivo è di 60.000 euro;
• interventi di installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda rivolta ad usi domestici, industriali e per strutture sportive, case di ricovero e istituti scolastici, fino a 60.000 euro di detrazione;
• sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione, per un valore massimo degli sgravi di 30.000 euro.
L’incentivo fiscale viene calcolato sul costo effettivo sostenuto, al netto di eventuali sconti di cui l’utente possa aver usufruito.
Di quale documentazione occorre munirsi per accedere alle detrazioni?
Come ulteriori condizioni, necessarie ad ottenere gli sgravi fiscali, le spese sostenute devono essere tutte pagate a mezzo di bonifico bancario e nelle fatture deve essere evidenziato il costo della manodopera.
Il punto più nebuloso è però quello relativo all’invio di una richiesta all’Agenzia delle Entrate e all’ENEA e all’attesa di una eventuale accettazione: occorre, cioè, presentare domanda preventiva?
No, non è richiesta alcuna domanda preventiva: si può partire direttamente con i lavori in quanto le detrazioni sono garantite (se soddisfatte le condizioni di cui sopra ed entro gli specifici tetti massimali).
Occorre invece fornire comunicazione dei lavori eseguiti al termine di essi. Più specificatamente, entro 90 giorni dal momento in cui l’intervento di riqualifica si è concluso, si deve inviare all’ENEA una copia dell’attestato di qualificazione energetica e la scheda informativa degli interventi realizzati. La compilazione e l’invio di questa documentazione sarà effettuata esclusivamente per via telematica, secondo la procedura guidata descritta nel sito dell’ente. Non è previsto che l’ENEA fornisca alcuna risposta esplicita, mentre all’utente resterà come unica ricevuta un codice di avvenuta ricezione (generato dal sistema informatico). Questa regola vale per tutti.
Nella maggior parte dei casi (vale a dire sempre quando i soggetti richiedenti sono persone fisiche) il periodo d’imposta coincide con l’anno solare, per cui tale termine è rappresentato dal 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si è dato inizio agli interventi.
Il modello non deve essere presentato qualora i lavori siano iniziati e conclusi nel medesimo periodo d’imposta o se nel periodo a cui la comunicazione si riferisce non siano state sostenute spese. Se gli interventi proseguono per più periodi successivi, sarà presentato un modello per ciascuno di essi.
Questa scelta, come si legge sullo stesso provvedimento, è volta “al fine di ridurre il numero dei soggetti obbligati, consentendo comunque il monitoraggio dell’onere a carico del bilancio erariale per ciascun esercizio finanziario, derivante dalla detrazione d’imposta del 55%”.
Per fortuna, dopo l’acceso dibattito in Parlamento e tra l’opinione pubblica, le detrazioni sono state salvate e l’iter burocratico parzialmente semplificato.
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