Vivere Ecologico

Cellulari: l’eco-compatibilità non è al momento raggiungibile

Secondo quanto emerso da una ricerca di Altroconsumo, il settore della telefonia mobile è ancora ben lontano da una rivoluzione verde. L’associazione dei consumatori ha analizzato 19 modelli al fine di valutarne la presenza di sostanze nocive, il consumo di energia e la possibilità di essere riciclati. Ecco i risultati…

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di Alessandra Profilio

cellulari
Un abitante su due della popolazione mondiale fa uso del telefonino
Gli alieni esistono. Si aggirano nelle nostre città, vestono come noi, mangiano, vivono e lavorano come tutti gli altri esseri normali. Eppure c’è qualcosa che li rende diversi dal resto della popolazione: questi strani individui non hanno un cellulare. Come, neanche uno? Ebbene sì, ma non temete: non sono cattivi e sono rimasti in pochissimi.

A dispetto di tali “bizzarri” soggetti, milioni e milioni (e ancora milioni e milioni) di persone ormai da circa un decennio non riescono ad immaginare la loro vita da “utenti irraggiungibili” e quindi non si separano neanche un momento dal proprio amato-odiato (a seconda delle situazioni in cui squilla) telefonino.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, a possedere il cellulare non siamo soltanto noi dei Paesi ricchi: il tasso di crescita più alto si registra in Africa, il continente più povero. È quanto emerso da una ricerca condotta dall’International Telecommunications Union (ITU), un’agenzia dell’Onu che ha rivelato come le nuove tecnologie stiano rivoluzionando le comunicazioni in tutti i Paesi in via di sviluppo. Più in generale, dallo studio risulta che un abitante su due della popolazione mondiale fa uso del telefonino.

cellulare
Altroconsumo lancia l'allarme sull'eco-incompatibilità dei cellulari
Se l’umanità, dunque, considera sempre più quest’apparecchio un oggetto indispensabile, l’ambiente e la nostra stessa salute, al contrario, ne farebbero volentieri a meno.

A lanciare l’allarme circa le conseguenze nocive dell’uso ed abuso di apparecchi di telefonia mobile è Altroconsumo.

L’associazione dei consumatori, infatti, ha analizzato 19 modelli al fine di valutarne la presenza di sostanze nocive, il consumo di energia e la possibilità di essere riciclati.

Dai risultati dello studio è evidente che molte aziende del settore non considerano il rispetto dell’ambiente un elemento irrinunciabile dei loro prodotti.

Valutare l’eco-compatibilità di un apparecchio significa, innanzitutto, verificare la presenza di sostanze nocive contenute al suo interno. A tal scopo, in laboratorio i cellulari sono stati sottoposti ad uno screening completo che prevede svariate analisi chimiche.

Per costruire un telefonino di 100 grammi occorrono ben 30 chilogrammi di materiali, molti dei quali sono risultati tossici e dannosi per l’ambiente.

Sebbene esista a livello europeo una legislazione che vieta l’utilizzo di diverse sostanze pericolose nei prodotti elettronici (cadmio, mercurio, piombo, cromo esavalente), pur consentendo l’uso del mercurio nei led retroilluminanti del display, le analisi hanno riscontrato la presenza di piombo e di metalli nocivi non contemplati dalla normativa UE, come ad esempio il nichel. Quest’ultimo è pericoloso in quanto può provocare reazioni allergiche a chi ne entra in contatto in fase di produzione e smaltimento degli apparecchi.

cellulare
I cellulari a scorrimento sono meno eco-compatibili di quelli monoblocco
Nocivi sono, inoltre, i composti organici volatili (Cov). Si tratta di sostanze contenute nei materiali di produzione e che vengono poi rilasciate per lente emissioni: questo significa che sono stati utilizzati materiali scadenti e difficilmente riciclabili.

L’unico telefonino che ha passato il test con votazione “buono” è stato il Motorola W230. A raggiungere la sufficienza molti cellulari monoblocco: Sony Ericsson J120i, Sony Ericsson T280i, Lg Kp130, Lg Kp100, Nokia 1650, Samsung Sgh-M110, Samsung Sgh-C180. Tutti i modelli a scorrimento presi in esame passano invece il test con un “mediocre”, ad eccezione del Lg Kf 600, l’unico giudicato “accettabile”.

In generale, dunque, gli apparecchi a scorrimento risultano meno eco-compatibili di quelli monoblocco.

Poco preoccupati del rispetto dell’ambiente, i produttori di cellulari sono invece attentissimi al design ed alla tecnologia. Queste caratteristiche appaiono fondamentali, d’altronde, anche agli occhi di molti consumatori che, inseguendo l’ultima novità sul mercato, sostituiscono molto di frequente il proprio telefonino.

cellulari fuori uso
La vita media di un cellulare è di 18 mesi, dopo viene mandato in pensione
Si pensi che, solo in Italia, ne vengono venduti 17 milioni ogni anno.

La sfrenata corsa al modello più in voga del momento, però, fa sì che tantissimi apparecchi, dopo una vita media di 18 mesi, divengano rifiuti da smaltire, peraltro difficilmente riciclabili.

Per poter riciclare le varie parti di un cellulare queste dovrebbero essere, per prima cosa, facilmente smontabili (cioè tenute insieme ad incastro e non per mezzo di colla o viti); condizione che, purtroppo, si verifica solo nel 50% dei casi.

Altre volte, invece, è la natura intrinseca dei materiali ad impedire che questi possano essere riciclati.

Altre volte ancora, i colpevoli siamo noi che gettiamo il cellulare fuori uso nella spazzatura anziché portarlo nelle “piazzole ecologiche” allestite dalle aziende di nettezza urbana oppure, quando è possibile, consegnarlo al negozio dove acquistiamo il nuovo apparecchio.

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Le aziende di cellulari sono ancora lontane da una vera e propria rivoluzione verde
Oltre al problema dello smaltimento degli apparecchi vi è anche quello degli imballaggi, spesso non a basso impatto ambientale, in cui i telefonini vengono venduti. Proprio per questo motivo, Altroconsumo si augura che in futuro vengano utilizzati per le confezioni esclusivamente materiali riciclabili. L’associazione, inoltre, invita le aziende a vendere separatamente gli accessori, rendere questi utilizzabili su tutti i modelli e consentire l’uso di due sim card contemporaneamente per non dover ricorrere ad un secondo telefonino.

Tantissime, infatti, sono le persone che possiedono due o tre apparecchi per svariati motivi: per poter disporre di numeri diversi (magari uno privato ed uno per il lavoro), per usufruire delle migliori offerte dei vari gestori o, anche, per non correre il rischio di non poter essere rintracciato in caso di batteria scarica.

Chissà cosa ne pensano quegli “alieni” che di cellulari non ne hanno neanche uno…

PER SAPERNE DI PIU' SULL'ARGOMENTO
Inquinamento Elettromagnetico e Telefoni Cellulari: una Questione Aperta

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5 Maggio 2009 - Scrivi un commento
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