“E’ stato calcolato che la Terra potrebbe nutrire 10 miliardi di persone che si alimentassero come gli indiani; 5 miliardi che seguissero la dieta degli italiani; ma solo 2,5 miliardi con il regime alimentare degli statunitensi. Questo perché la metà dei cereali che produciamo servono per alimentare gli animali che mangiamo. 820 milioni di persone nel mondo muoiono di fame e altre 800 milioni mangiano come se di pianeti a disposizione ne avessero 5. L’agricoltura industriale e chimica oggi è la causa di un terzo di tutte le emissioni di gas serra che stanno uccidendo il pianeta. Se il nostro futuro e quello della biosfera dipendono da come produciamo e consumiamo quotidianamente cibo, questo carica tutti noi di responsabilità, subito, ora.”
Poi una carrellata di informazioni da far gelare il sangue:
E ancora, quali i danni diretti per il consumatore?
Risultato: crediamo di godere di tutte le sostanze nutritive che sappiamo essere caratteristiche di frutta e verdura, mentre in realtà nel nostro stomaco arriva quasi semplice acqua (e pesticidi) ;
Cito ancora Report:
L’assurdità dei nostri attuali consumi ortofrutticoli è ormai nota, ma acquistare solo frutta e verdura coltivata nel proprio Paese e soprattutto di stagione, è davvero possibile?
Personalmente faccio la spesa di corsa, alle sette di sera, tornando a casa dal lavoro; lo ammetto, mi fermo al supermercato, infilo nel carrello tutto quello che serve per la cena e poi via a prendere il bambino dai nonni, che lo tengono dall’uscita della scuola e a quell’ora sono già stanchi.
Il mercato rionale è aperto fino alle otto, ma il pomeriggio sono aperti solo due banchi, che, quanto a prezzi, somigliano molto alla vetrina di Bulgari. Comunque, se dividessi la spesa in due tappe, arriverei alle otto. Impossibile.
Per andare al mercato non resta che il sabato, unico giorno della settimana per le mille commissioni che chi lavora tutto il giorno non ha altro tempo per sbrigare, unico giorno della settimana per riprendere fiato, unico giorno per tante cose.
Altri inconvenienti? Fare la spesa per tutta la settimana significa caricarsi molto peso, problema non indifferente per il sesso femminile, a meno di non prendere la macchina, da escludere.
Insomma, il consumatore è davvero questo mostro che tutti descrivono? O forse è anche lui una vittima del sistema, schiacciato tra gli ingranaggi come come il piccolo operaio Charlot di “Tempi moderni”?
Mostri no, ma disinformati e un po’ incoscienti sì. Non possiamo aspettare che il cambiamento parta dal Governo o dal mercato, dobbiamo fare qualcosa, perchè quasi sempre la politica e la grande distribuzione seguono, invece di indirizzare, le scelte del singolo cittadino.
Quali saranno allora i nostri semplici proponimenti di consumatori medi?
1) La cosa più semplice: guardare l’etichetta e scegliere solo i prodotti nazionali;
2) anche al supermercato acquistare solo i prodotti non preconfezionati;
3) prediligere frutta e verdura proveniente da agricoltura biologica;
4) andare al mercato tutte le volte che si può;
5) se è possibile, partecipare ad un GAS: sarà impegnativo, ma il risultato è importante.
Non sarà semplicissimo, ma se vogliamo cambiare le leggi del mercato dobbiamo modificare i nostri comportamenti e le nostre scelte: vedremo che a poco a poco anche i centri di potere cominceranno a ragionare!13 Maggio 2008 - Scrivi un commento
Mariangela Zandonadi
IIS Giolitti Torino 011 6635203