Dieci reattori sono però ancora in funzione. E invece di chiudersi, la questione si è riaperta. Giovedì 17 giugno il parlamento svedese ha varato un disegno di legge che permette la costruzione di nuove centrali nucleari. La proposta è stata presentata dal presidente del consiglio Fredrik Reinfeldt, che ha insistito sull’importanza dell’esportazione energetica svedese.
La legge è passata alla Camera con una maggioranza ridicola: 174 ‘sì’ e 172 ‘no’. Essa pone alcune condizioni all’avvio di nuovi impianti:
- la costruzione di nuove centrali avrà luogo unicamente per sostituire i reattori esistenti. Il numero rimarrà dunque di dieci impianti, i quali attualmente producono quasi metà del fabbisogno energetico nazionale;
- le centrali nucleari private non potranno venir sovvenzionate dallo Stato;
- prima dell’effettiva decisione di costruire una nuova centrale, sarà necessario dimostrare che il fabbisogno energetico è in ascesa.
Le previsioni sui futuri consumi indicano invece un calo. Inoltre, la costruzione della centrale di Olkiluoto (un’isola finlandese a sudovest del paese, dunque non lontana dalla costa svedese) ha comportato un raddoppio dei costi previsti, il che non rende allettante l’idea di costruire delle centrali.
Negli ultimi trent’anni, durante i quali è stato quasi ininterrottamente al potere, questo partito ha fatto ben poco per la prevista uscita dal nucleare: basti pensare ai 10 reattori che sono ancora in funzione.
Nonostante ciò, l’approvazione di questa legge è un ulteriore passo indietro: “I parlamentari dimostrano di non prendere sul serio i rischi ambientali posti dal nucleare e di non fidarsi dell’enorme potenziale svedese nelle rinnovabili” dichiara Ludvig Tillman, portavoce di Greenpeace.
Tre giorni prima della decisione parlamentare 50 attivisti dell’organizzazione ambientalista hanno tentato di entrare nella centrale di Forsmark (a nord di Stoccolma) per manifestare contro la legge. La questione non è solo di interesse nazionale: all’interno del gruppo si trovavano anche inglesi, tedeschi, polacchi, norvegesi e francesi. Sono stati tutti arrestati e portati in tribunale, nonostante Greenpeace avesse annunciato il loro arrivo con un comunicato.
I giornali non parlano più di questo gruppo e nel frattempo la legge è passata.
Analogamente a Italia e Germania, la Svezia potrebbe dunque tornare a costruire centrali nucleari nonostante le passate promesse.
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