Il dialogo prende piede da una similitudine proposta da Petrini tra politica energetica e politica alimentare, "perché la politica alimentare - dice Petrini - è basata sull'energia primaria della vita: il cibo". L'attuale sistema alimentare sta creando, sempre secondo il fondatore di Slow Food, "un disastro di proporzioni bibliche" che sarebbe la conseguenza di uno sfruttamento centralizzato dell'agricoltura, con mono-culture intensive, e dell'inseguire una logica meccanicistica invece di una logica olistica. "La visione meccanicistica riduce il cibo a merce e come merce non importa se io la spreco".
Come dargli torto? Come non prendere sul serio il suo allarme? Eppure questo è quello che sta avvenendo. La FAO - ricorda Rifkin - ha ammesso che il cambiamento climatico e la fame nel mondo sono due problemi estremamente connessi tra loro e in gran parte dovuti al consumo di carne bovina. Un terzo terreni agricoli è infatti utilizzato invece che per la produzione di cibo, per la produzione di mangimi, e nonostante il problema sia conosciuto e riconosciuto non passa giorno che le stime sul consumo di carne nei prossimi anni non siano in crescendo. È evidente che qualcosa non torna, siamo ormai all'auto-distruzione.
Come se ne esce, quali sono i passi da fare? Petrini vede nei nuovi mezzi di comunicazione la possibilità di uscire da una mono-cultura dell'informazione e Rifkin rincara la dose aggiungendo che "quando la comunicazione distribuita (internet e i nuovi media) incontrerà l'energia distribuita (le fonti rinnovabili che sono ovunque ovvero le maree, il sole, il vento, la geotermia, ecc, ecc...) ci sarà una terza rivoluzione industriale".
Tutto ciò, secondo Petrini, sta già avvenendo negli Stati Uniti. Rifkin invece rimane dubbioso, perché anche se questo in parte è vero il Professore non crede che gli americani abbiamo la capacità di farsi da traino in quello che deve essere un vero e radicale change/cambiamento. L'Europa secondo Rifkin ha una tradizione più forte e consolidata relativamente a queste tematiche ed è qui che la cosa avverrà per prima.
Forse è vero, o forse no. Forse il cambiamento sarà il "Change" promesso da Obama o forse sarà la conseguenza del pacchetto 20-20-20 siglato dagli stati europei. Di sicuro ad oggi i mezzi di comunicazione distribuiti vengono boicottati dai vecchi centri di potere che temono il cambiamento (vedi la legge sui blog e sui gestori di servizi internet che da diversi anni si cerca di approvare in Italia) ed è necessario un disastro come quello del golfo del Messico per spingere Obama ad una vera rivoluzione energetica pulita che però ancora oggi rimane solo sulla carta.
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