L’iniziativa, partita da Slow Food USA, ha ospitato personalità di spicco come l’attivista indiana Vandana Shiva , Michael Polan, Frederick Kirschenmann. Molti gli interventi, calorosi gli applausi e la partecipazione del pubblico che fa parlare i giornali americani della nascita di un vera e propria corrente di pensiero.
Carlo Petrini, fondatore del movimento, conduce da anni una riflessione importante sull’impatto che la produzione di cibo comporta a livello globale e i dati non sono rassicuranti. Tra le cause di distruzione degli ecosistemi la produzione di cibo risulta essere al primo posto.
L’uomo, dunque, non sa organizzare e gestire il territorio, lo usa semplicemente per i suoi scopi, in maniera indiscriminata e senza prospettiva. La gastronomia, come ha sottolineato Petrini nell’intervento al convegno, non è intrattenimento, non consiste e non si esaurisce nel ricettario da cui sono invase riviste e rubriche televisive.
La gastronomia è un atto politico, economico, etico. Anche la coltivazione e lo spostamento del cibo producono uno squilibrio nel pianeta, lo inquinano, ne esauriscono le risorse. E nessuna delle innovazioni tecnologiche di cui la produzione si serve favorisce la qualità di quel che arriva sulle nostre tavole.
La qualità è un diritto e un valore, non un lusso, non un eccesso di cui solo pochi possono godere. Il cibo è salute, diventa parte di noi, siamo noi. Dunque come è possibile che l’opinione pubblica ignori o superi agevolmente il problema di capire cosa c’è in quel che mangia e quali conseguenze produca il modo in cui si nutre?
Mangiare cibi di stagione, non pretendere uniformità dalla produzione, abituarsi a consumare meno ma meglio, assicurarsi che non ci sia sfruttamento umano dietro il cibo che compriamo: e insomma non lasciarci cadaveri e deserti alle spalle è il senso degli interventi fatti in occasione di questo importante incontro.
Non si può restare indifferenti né escludersi dal gioco. Ricordiamoci, soprattutto, che la diversità è la fonte della vita, che un mondo in cui tutti mangiano allo stesso modo, le stesse cose, e ignorando cicli e stagioni, è un mondo destinano ad estinguersi. Se ne colgono già importanti i segni.
24 Settembre 2008 - Scrivi un commento