Per specie simbolo come orso, lontra e uccelli come il capo vaccaio o l’aquila del Bonelli parliamo infatti a volte di poche decine di esemplari o coppie. Ma la biodiversità, oltre che dal numero di specie, dipende fortemente dalla ricchezza delle popolazioni, e anche quando le popolazioni si frammentano e si riducono, come sta avvenendo in Italia, una grande quantità di biodiversità va perduta.
Secondo il WWF le scelte gestionali ed economiche di oggi faranno la differenza domani: “Nell’anno della biodiversità occorre mettere in atto tutti gli sforzi necessari per recuperare questo patrimonio inestimabile che non solo è fatto di specie, ma anche di ecosistemi in grado di darci i servizi ambientali fondamentali su cui poggiano tutte le nostre attività: fertilità del suolo, fornitura di acqua potabile e cibo, qualità dell’aria, prodotti forestali, salute e benessere, turismo e così via”.
Oggi possiamo ancora operare per tutelare e gestire in maniera sostenibile i diversi e importantissimi ambienti naturali del territorio italiano, e quindi salvaguardare le popolazioni di grifone, pollo sultano, gobbo rugginoso, camoscio appenninico, orso bruno, lontra, aquila del bonelli, capovaccaio, pelobate fosco, storione, carpione, lampreda, rosalia alpina, macaone sardo e di molte altre preziose specie.
“Solo il cambio radicale della nostra politica di gestione territoriale – anche in riferimento a consumo di suolo, urbanizzazione selvaggia, infrastrutture impattanti e bracconaggio, per fare solo alcuni esempi – potrà consentire all’Italia di mantenere il suo primato per ricchezza di biodiversità”.
È vero che l'Italia ha una biodiversità da record?
Con 57.468 specie animali (di cui l’8,6% endemiche, ovvero vivono solo nel nostro Paese) e 12.000 specie di flora (13,5% endemiche), l'Italia è il paese europeo più ricco di biodiversità. Ma oggi è a rischio estinzione il 68% dei vertebrati terrestri, il 66% degli uccelli, il 64% dei mammiferi, il 76% degli anfibi e l’88% dei pesci d’acqua dolce, minacciati da consumo del suolo, modifica degli habitat, inquinamento, bracconaggio e caccia eccessiva. Così rischiamo di perdere specie come l’orso bruno, la lontra, l’aquila del Bonelli, la pernice bianca o la gallina prataiola.
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