A sua difesa Bertolaso ha dichiarato: "sono stato sottosegretario per l'emergenza rifiuti in Campania dove ho anche operato come responsabile della Protezione Civile con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti." Allora, se sono sotto gli occhi di tutti, guardiamoli questi risultati, e guardiamoli bene.
"Montagne di rifiuti, ammassati a cielo aperto, senza alcun trattamento, se non quello, penso, di neutralizzare con sostanze chimiche gli odori. Centinaia, migliaia di tonnellate di rifiuti “tal quale”, in un sito confiscato alla camorra, che avrebbe dovuto essere stato utilizzato per ben altri scopi (agricoltura di qualità, turismo sostenibile…), recintato e protetto come sito di “interesse strategico nazionale”. A scriverlo è Gianluca Fioretti, Sindaco di Monsano e Presidente dell'Associazione nazionale Comuni Virtuosi, in visita a Camigliano (CE), per il Premio “Comuni a 5 stelle”.
Che continua: "a poca distanza,decine di migliaia di 'eco balle', ormai degradate, neanche più utili per essere utilizzate negli inceneritori. Con i soldi spesi e buttati via in questo delirio si sarebbe potuta avviare una gestione completa e virtuosa del ciclo rifiuti, con il 'porta a porta', la dovuta comunicazione e la necessaria impiantistica, in tutta la Campania, con le risorse sufficienti anche per gestire la dismissione degli impianti obsoleti e la bonifica dei siti inquinati."
E conclude che "L’emergenza rifiuti non è per niente stata risolta, anzi.". Miliardi spesi inutilmente, dunque, ma non per qualcuno. Una intercettazione passata quasi inosservata alla stampa testimonia la presenza di forti interessi economici attorno all'emergenza rifiuti in Campania.
È il 7 marzo 2005, e alle 18.59 l’ex commissario Corrado Catenacci telefona al capo della protezione civile Guido Bertolaso. La conversazione, secondo quanto viene riportato da Roberto Pirani, viene intercettata e riproposta dal giornalista Gianclua Abate. Eccola.
Diciotto minuti dopo, alle 19.17, il prefetto richiama.
Catenacci: "Ho fatto i conti con Turiello, viene una cifra mostruosa, 1.325 miliardi di lire".
Bertolaso: "Mortacci ragazzi…".
Cosa vogliano dire le due intercettazioni è cosa che il giudice spiega chiaramente. La prima conversazione è relativa al numero di ecoballe (o rifiuti, stando all’accusa) accatastate a quella data, numero che di lì in poi crescerà fino a tre milioni.
La seconda, continua Pirani, fa invece riferimento ai previsti introiti derivanti dalla vendita di energia elettrica prodotta bruciando milioni di balle che la Procura ritiene per nulla eco. E che non fossero eco (a dar credito al giudice) se n’erano accorti i cittadini che accanto a quei siti ci vivevano, tanto che "le prime proteste delle popolazioni per i miasmi concorrevano a determinare la presentazione di interrogazioni parlamentari degli onorevoli Emiddio Novi e Alfonso Pecoraro Scanio".
Il 27 febbraio 2002, il ministero dell’Ambiente segnala l’opportunità di accertamenti. Gli rispondono che va tutto bene, grazie anche alla "prassi di addomesticare i risultati" che "deve ritenersi provata".
Così come "provata" è anche la circostanza che sin dall’inizio appariva chiara la difficoltà di smaltire le ecoballe. Sergio Pomodoro, dirigente della Impregilo, ai pm la spiega così: "verificai che, ove si fossero utilizzati tutti i cementifici italiani e si fosse ricorsi anche a forme di combustione nei gruppi alimentati a carbone, la produzione di cdr avrebbe saturato tutti quegli impianti".
Il 2 aprile 2005, lo stesso Armando Cattaneo parla con un avvocato della conversione del decreto legge sull’additivazione dei rifiuti: "Siniscalchi dice che al Senato la Lega è stata tranquilla perché aveva la devolution e s’è guardata bene dal rompere le scatole, ma alla Camera si aspettano maggiore battaglia… Si teme frange di An e Lega contro… Vabbuò ci siete voi Ds".
Il 7 marzo 2005, invece, le microspie registrano la conversazione di un funzionario del commissariato per i rifiuti. Sono le 13.16. E la telefonata per il gip non ha bisogno di commenti: "Non è più il combustibile che deve essere stoccato… Questa è monnezza vera e propria".
Si ringraziano Roberto Pirani e Gianluca Abate per i materiali su cui è basato questo articolo.
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Il sistema in argomento costa meno delle discariche e degli inceneritori e non inquina assolutamente.Se non è stato preso in considerazione si capisce che le lobbies che hanno interessi nelle discariche e negli inceneritori condizionano gli amministratori locali e non intendono rinunciare ai loro interessi.Resta così una situazione vergognosa che offende la dignità,la salute e le tasche dei campani,che non meritano di essere trattati come animali da sfruttare ed essere derisi in tutta italia e nel mondo.
Posso dare chiarimenti sul brevetto in argomento a chi ne sia interessato.
Genova - aldocannavo@fastwebmail.it