Quanto è profonda la nostra impronta ambientale? Dal WWF un test per calcolarla

Quanta anidride carbonica produciamo con le nostre esigenze di alimentazione, trasporto vizi e consuetudini? Un intelligente test del Wwf ci offre l’opportunità di capire quanto profonda è la nostra impronta ambientale, facendoci riflettere sulla reale necessità di alcune nostre quotidiane consuetudini.

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di Romina Arena

impronta ecologica wwf
A partire dal 1999 il WWF mantiene un monitoraggio costante sull’impronta ecologica
Il nostro passaggio sulla terra è come quello di quei campeggiatori poco attenti che alla fine del loro picnic lasciano l’area in cui hanno stazionato cosparsa di sacchetti, piatti e bicchieri di plastica, avanzi di cibo, tovaglioli. Il monte delle esigenze che individualmente abbiamo, i consumi alimentari, i rifiuti che produciamo, i mezzi di trasporto che utilizziamo costituiscono tanti fattori per misurare quella che chiamiamo impronta ecologica. In parole povere, l’impronta ecologica non è altro che l’ammontare di spazio (mare e terra) necessari per riprodurre le risorse consumate da ciascun individuo e per assorbire la massa di rifiuti che vi corrisponde.

Più consumiamo, maggiore sarà l’esigenza di area biologicamente produttiva necessaria ad assorbire le nostre emissioni.

A partire dal 1999 il Wwf mantiene un monitoraggio costante sull’impronta ecologica sul suo Living Planet Report. A priori, potrebbe sembrare solamente un freddo indice statistico per indicare la richiesta umana nei confronti della natura. Nell’incapacità di misurare individualmente quanto incidiamo sulla natura in termini di tonnellate di Anidride carbonica (CO2), questa impronta la vediamo solo come una flebile traccia impressa sulla sabbia.

Invece no.

Il Wwf ha messo in piedi un interessante test per calcolare l’impronta di carbonio che ciascuno di noi lascia nell’ecosistema. Attraverso una serie di domande, che si articolano in quattro sezioni (casa, trasporti, alimentazione, beni e servizi) saremo in grado di misurare il volume dei nostri consumi/rifiuti e quanti ettari di bosco sarebbero necessari al loro smaltimento.

bosco impronta eclogica
Attraverso una serie di domande saremo in grado di misurare il volume dei nostri consumi/rifiuti e quanti ettari di bosco sarebbero necessari al loro smaltimento
Il test, oltre ad essere uno strumento pratico per misurare i nostri consumi, è anche una cartina di tornasole per individuare quali siano gli sprechi cui andiamo incontro, offrendoci la possibilità di eliminare quelle consuetudini che rendono profonda la nostra impronta.

Per esempio, in Italia si emettono 128, 5 milioni di tonnellate di CO2 l’anno ed il 92% di questo volume è dovuto al trasporto su gomma. Ridurre l’utilizzo dell’automobile, rivolgendosi ai mezzi di trasporto pubblici, alle biciclette oppure praticando il car-pooling (ovvero la condivisione di un mezzo di trasporto privato tra persone che percorrono lo stesso tragitto) o il car-sharing, permetterebbe di diminuire la quantità di anidride carbonica immessa nell’ambiente, riducendo di conseguenza anche la nostra impronta ambientale.

Lo stesso tipo di riflessione andrebbe condotta quando si affronta l’argomento alimentazione. Scegliere prodotti locali e di stagione se si tratta di frutta e verdura, venduta sfusa e senza intermediari significa contribuire a ridurre l’energia necessaria alla loro produzione in termini di trasporto e imballaggio.

Sempre di energia si parla, poi, quando si tratta di riscaldare o raffreddare la propria abitazione, scaldare l’acqua, accendere le luci ed alimentare gli elettrodomestici.

warming globale energia emissioni
Esistono molti modi per ridurre la dispersione di energia e quindi ridurre le emissioni di anidride carbonica
Esistono molti modi per ridurre la dispersione di energia e quindi ridurre le emissioni di anidride carbonica. Uno è quello di non utilizzare riscaldamenti o condizionatori bensì affidarsi ad un abbigliamento consono alla stagione calda o quella fredda. In questo modo non solo i consumi energetici si ridurrebbero sensibilmente, ma si eviterebbero quelle malattie date, ad esempio, dall’utilizzo massiccio dei condizionatori nel periodo estivo.

Se imparassimo a ridurre la nostra impronta di carbonio seguendo delle regole elementari, che ancor prima che ai principi ecologici rispondono a quelli del buonsenso, avremo come risultato quello di vivere in un ambiente più salubre che sia davvero a dimensione d’uomo senza inutili sprechi e con molta, molta più aria pulita da respirare.

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4 Novembre 2009 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
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