

Dal 1996 al 2006 ben 10 milioni di ettari (un’area pari a un terzo l’Italia) sono stati tagliati a raso a causa dell’allevamento bovino.
Oggi il Brasile, che possiede la mandria commerciale più grande del mondo, è il principale esportatore di carne e pelle bovina e il governo brasiliano intende, inoltre, raddoppiare la propria capacità di esportare questi prodotti entro il 2018.
“Il governo brasiliano vuole finanziare un ulteriore sviluppo del comparto zootecnico. Questo contraddice gli impegni del Brasile nella lotta alla deforestazione - denuncia Chiara Campione, Responsabile della campagna foreste di Greenpeace Italia. - Il Brasile è il quarto paese emettitore di Co2 a livello globale. In un paese in cui il 75% dei gas serra (GHG) emessi dipendono proprio dalla deforestazione, il governo dovrebbe prendere misure drastiche per fermare anziché stimolare l’espansione delle attività legate all’allevamento”.

Il rapporto di Greenpeace “Amazzonia Arrosto” delinea inoltre le misure che il governo brasiliano deve mettere in atto per raggiungere l’obiettivo di “Deforestazione Zero” entro il 2015, momento in cui le emissioni di gas serra a livello globale dovranno iniziare a calare drasticamente.
29 Gennaio 2009 - Scrivi un commento
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