Abbiamo voluto intervistare Vincenzo Rizzi del Centro Studi Naturalistici che, più di altri, conosce molto bene il sito: la sua storia, la sua evoluzione, le numerose specie vegetali e animali che ospita - alcune delle quali sono minacciate di scomparsa al livello mondiale e per questo tutelate secondo alcuni criteri ben precisi - e il suo deterioramento.
Vincenzo Rizzi, cosa sta accadendo oggi nella Valle San Floriano?
“Alcune vasche nel corso degli anni, a partire dal 1999, hanno subito progressive azioni di bonifica per permetterne la coltivazione subito dopo la stagione venatoria mediante il prosciugamento delle stesse. Negli anni successivi, le operazioni di bonifica sono state completate con l’eliminazione degli argini e lo scasso profondo, in modo tale da invertire gli strati di terreno e portare in superficie le sabbie e interrare lo strato impermeabile delle argille.
Dal 2003 l'area è di proprietà della società "L'Agricola Baeba Srl" ora denominata "Società agricola del Tavoliere srl", controllata per circa il 90% del capitale sociale dalla "Agricola Amadori Spa". Negli ultimi anni la zona umida sta subendo continue trasformazioni, da area naturale a terreno agricolo, culminate recentemente con il tentativo, della società proprietaria, di ottenere un'autorizzazione dalla Provincia di Foggia per la realizzazione di lavori agricoli su circa 200 ettari. In un primo momento tale autorizzazione è stata rilasciata, ma con provvedimento successivo la Provincia di Foggia ha revocato il proprio precedente parere favorevole. La società proponente ha presentato ricorso al TAR contro il provvedimento di revoca”.
Perché le aree umide sono così indispensabili nel nostro Pianeta?
Sono serbatoi di biodiversità, (si stima infatti, che in questi ambienti vivano circa il 12% delle specie animali totali e il 40% delle specie vegetali. Circa il 50% delle specie di uccelli presenti in Italia sono legate a zone umide), infatti, insieme alle foreste tropicali sono gli ecosistemi terrestri a maggiore diversità biologica (produttività gr di materia organica secca prodotta in media per m2 in un anno Paludi 2.000 gr terre coltivate 650 gr).
Sono luoghi importanti per attività vitali come l'agricoltura e la pesca, producendo il 24% del cibo del mondo.
Sono un importante fattore di regolazione e di mitigazione degli impatti causati dai cambiamenti climatici; nonostante occupino soltanto il 6% della superficie del pianeta, le zone umide immagazzinano il 35% del carbonio terrestre globale.
Svolgono un’importante funzione idrogeologica come serbatoi di falde acquifere e regolatori delle acque durante le piene.
Sono luoghi importanti dove svolgere attività di educazione e divulgazione ambientale, birdwatching, attività in natura e per la ricerca scientifica.
Per ultimo, possiamo dare alle zone umide anche un valore monetario. Il Millenium Ecosystem Assessment ipotizza che l'importanza economica globale delle zone umide, pur nella sua elevata variabilità, equivalga ad un valore superiore a 15 milioni di miliardi di dollari, cioè più di tre volte del valore globale dei servizi degli ecosistemi forestali - pari a 4,7 milioni di miliardi. Le zone umide intatte hanno un valore netto di 1,6 volte quello delle foreste a conduzione ecosostenibili e di 4,5 volte delle foreste a gestione tradizionale”.
Perché la Riserva di Valle San Floriano è così importante in materia di biodiversità? Quali sono le specie animali e vegetali più particolari che vi abitano?
I terreni prospicienti risultano di maggior valore naturalistico per la nidificazione dell’Occhione Bhurinus oedicnemus, della Pernice di mare Glareola pratincola e di molte specie di Alaudidi.
E’, inoltre, un sito chiave in Italia per la conservazione della Moretta tabaccata Athya niroca così come si evince dal Piano di azione nazionale per la Moretta tabaccata redatto dal Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica ora ISPRA.
Il SIC (Sito d’interesse Comunitario) è stato istituito per 2 habitat prioritari, 5 specie prioritarie tra anfibi e rettili, 2 specie di pesci prioritari, diverse altre specie di flora e fauna. Mentre la ZPS (Zona di protezione speciale) è stata istituita per la presenza di 49 specie di uccelli in allegato I, quindi, prioritari e ritenuti oggetto della massima tutela dagli obblighi comunitari.
Si evidenzia che, delle 49 specie in allegato I della Direttiva Uccelli elencate nei due formulari Natura 2000, per le quali il sito è stato individuato, ben 8 sono SPEC 1, ovvero minacciate di scomparsa a livello globale, quindi massimo livello di attenzione e di tutela imposta agli stati membri secondo riconosciuti criteri di vulnerabilità adottati universalmente. 5 specie sono SPEC 2 (oltre il 50% della popolazione mondiale è concentrato in Europa e hanno uno status di conservazione sfavorevole) e ben 19 sono SPEC 3 (le popolazioni non sono concentrate solo in Europa ma hanno uno status di conservazione sfavorevole in questo continente), per le quali il mantenimento di siti utilizzati o per la riproduzione o per lo svernamento o la sosta durante le migrazioni, diventa fondamentale per assicurare ad ogni singolo individuo la possibilità di sopravvivere e quindi di contribuire alla conservazione della specie”.
Come si stanno comportando le Istituzioni deputate al controllo di questa area?
“Il silenzio delle Istituzioni è, a nostro avviso, molto grave. Per tale motivo abbiamo chiesto alla Regione Puglia e al Ministero dell’Ambiente l’istituzione di un tavolo tecnico per affrontare le questioni relative alla conservazione di questo importante sito Rete Natura 2000”.
L’area in questione rientra in un Sito di Importanza Comunitaria nonché di una zona di Protezione Speciale. Esistono delle leggi a tal proposito per la tutela di aree particolari come questa?
“L’area è stata individuata nel 1996 all’interno di un Sito d’Interesse Comunitario (SIC) è successivamente anche come ZPS (Zona di protezione speciale).
Gli interventi di bonifica risultano essere in palese violazione della Direttiva “Habitat” 92/43 e della relativa norma di recepimento dello Stato italiano DPR 357/97, della Direttiva “Uccelli” 79/409 e del Regolamento Regionale “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione e Zone di Protezione Speciale” del 18/07/2008 n.28 e successive modifiche”.
Qual è la richiesta del Centro Studi Naturalistici-onlus e Pro Natura?
Come può contribuire chi ci legge alla salvaguardia della Valle San Floriano?
"Firmando e facendo firmare la petizione on-line, raggiungibile anche dal sito www.centrostudinatura.it , cliccando sul banner presente in home page.
Si possono inviare e-mail e/o telegrammi di protesta alla Regione Puglia segreteria.presidente@regione.puglia.it; m.losappio@regione.puglia.it; al gruppo Amadori info@amadori.it; al Ministero dell'Ambiente dpn-dg@minambiente.it; alla Provincia di Foggia assessoreambiente@provincia.foggia.it.
Infine, se volete approfondire la questione, nel sito, www.centrostudinatura.it nella sezione download, troverete un report su quanto sta incredibilmente accadendo alla palude di San Floriano”.
3 Febbraio 2009 - Scrivi un commento