La scelta per questa edizione è caduta sulla zona del Delta del Po. Un vero gioiello, ancora poco conosciuto al turismo di massa: un paesaggio dominato dall'acqua dove prendono vita differenti ecosistemi, dove dimorano specie animali e vegetali uniche, ma anche un territorio dove la presenza dell'uomo è forte, da millenni.
Diversità è dunque la parola-chiave che caratterizza il paesaggio del Delta: una ricchezza che riguarda il mondo animale – con i fenicotteri rosa, gli aironi, i cervi della Mesola – ma anche le tradizioni agricole tipiche della zona, tutte tese a salvaguardare, con il sostegno della Regione Emilia Romagna, varietà di frutta e verdura autoctone, rare e preziose.
Lo scopo dell'iniziativa è duplice. Innanzitutto, scientifico: nelle tre giornate cinquanta ricercatori, coordinati dal naturalista Fernando Spina, si dedicheranno all'osservazione e alla mappatura delle specie presenti nell'area, allo scopo di censirle, rilevarne i comportamenti, e anche monitorare l'arrivo di specie animali e vegetali nuove, in arrivo dal resto del mondo soprattutto in seguito ai cambiamenti climatici.
Un modo di vigilare sullo stato di salute di questo complesso ecosistema, minacciato sia da mutamenti di portata planetaria, come l'effetto serra, sia purtroppo dalla “nostrana” speculazione edilizia: proprio mentre Geo e WWF promuovono la Giornata della Biodiversità, infatti, o stesso WWF è impegnato a contrastare la nascita di Euroworld, un parco tematico che vorrebbe ricostruire una sorta di Europa in miniatura su una fetta di 124 km2 di territorio del Delta, sulla sua sponda veneta. Un progetto edilizio da 110 miliardi di euro e 30mila visitatori al giorno, dall'impatto ambientale devastante.
Il secondo scopo non è meno importante nell'ottica dell'educazione ambientale: è quello della valorizzazione e della comunicazione del territorio, affinché crescano fra i cittadini la percezione della sua straordinaria ricchezza e la consapevolezza della sua fragilità. Per questo, chiunque lo vorrà potrà – come privato cittadino o come gruppo legato a scuole o associazioni – condurre le proprie giornate della biodiversità: armati di binocolo, taccuino, guide e magari macchina fotografica, i lettori di Geo e i visitatori del sito web della rivista (www.geomondo.it) potranno inviare i risultati delle loro ricerche e osservazioni e vederli poi pubblicati in Rete.
Perciò, la ricerca può svolgersi ovunque: in un Parco Nazionale come nel giardino dietro casa. Ogni osservazione è utile a portare avanti una mappatura dal basso delle specie che caratterizzano l'altissima biodiversità del nostro Paese, a scoprire la ricchezza della vita che ci circonda, ma anche a capire quanto sia alto il rischio di impoverimento e di banalizzazione degli ecosistemi italiani.
Un patrimonio che non ha pari nel mondo e che tutti siamo chiamati a preservare e ad amare.
1 Maggio 2008 - Scrivi un commento