Queste le richieste del WWF a seguito dei drammatici eventi in corso a Messina.
Al Comune sono state decine le richieste di sospensione della variante al prg inviate dal WWF Sicilia, la prima il 6 marzo 2006, l'ultima lo scorso aprile, a cui si aggiungono 5 denunce, numerose diffide, dossier e segnalazioni alle forze dell’ordine, alla Regione e al Ministero dell’Ambiente.
“C’è da chiedersi se i soldi immobilizzati per l’inutile e dannoso Ponte sullo Stretto possano essere meglio impiegati per risanare il territorio e ricostruirne la naturalità”, dichiara inoltre Gaetano Benedetto co-Direttore Generale WWF Italia.
Il WWF chiede, ormai da anni anche alla luce delle nuove norme di tutela ambientali poste dalla Zona a Protezione Speciale, di fermare la Variante al PRG e di ridisegnare la città, sottolineando in ogni lettera, denuncia, documento, comunicato stampa, che era l’occasione d’oro per fermare il sacco edilizio e la scellerata urbanizzazione stante la fragilità del territorio e l’elevato rischio sismico.
Piogge torrenziali se cadono su un territorio sano, provocano sì danni, ma non ingenti, e tanto meno vittime innocenti.
Nelle fiumare e accanto ad esse sono sorti edifici o interi quartieri per centinaia di migliaia di metri cubi. Ben due scuole sono nelle fiumare, una di queste ha subito l'alluvione del 1996. Laddove non è costruito, gran parte delle fiumare sono occupate da discariche a cielo aperto.
Le zone più densamente popolate, attraversate da torrenti, sono ben 11, da Papardo (zona Nord) a Camaro (zona sud della città). Le aree di impluvio occupate da opere (strade, cantieri) hanno ovviamente destabilizzato i pendii, rendendoli più fragili e più soggetti all'erosione. Gli incendi costanti hanno fatto il resto, desertificando il territorio. Non dimentichiamoci della drammatica estate del 2007, quando l'intero territorio cittadino zona nord è stato distrutto da centinaia di incendi anche con un morto. Quest'anno i criminali si sono concentrati sulla fascia ionica (quella alluvionata).
Il WWF segnala alle autorità per le opportune verifiche che al momento, le zone più a rischio per il dissesto idrogelogico della città, a suo avviso, sono: Montepiselli e Zona Forte Gonzaga (e tutta la parte di città sotto a questa zona, siamo in centro città), Casazza, torrente Trapani, torrente Annunziata, torrente Giostra, San Michele, Camaro, Contrada Marotta e fascia costiera sottostante (già 4 morti nel 1998); parte bassa della località Papardo, viale Boccetta Scoppo (che è la parte più alta del Boccetta), Bordonaro – Sivirga. Ma è necessaria la verifica dello stato dell’arte di tutto il territorio, puntuale e urgente, perché gran parte del territorio comunale è ad elevato rischio idrogeologico.
Per anni, dal quel tragico 28 settembre 1998 – quando l’alluvione colpì la zona nord della città con quattro vittime – Messina invece si è affidata alla fortuna e alla speranza che non accadesse di nuovo il peggio, senza mai, a nessun livello amministrativo, decidere di rivedere la pianificazione urbanistica alla luce dell’aggravamento della fragilità del territorio.
Oggi è stata colpita durissimamente la zona sud di Messina, già provata negli anni precedenti: torrenti stretti nella morsa di muri e case, montagne rese fragili da incendi e inevitabili frane che trovano come ostacolo verso il basso, case su case.
Ma ancora sono previste nuove lottizzazioni, piani quadro, particolareggiati, centri benessere, nuove strade, nuovi centri commerciali, coperture di fiumare.
5 Ottobre 2009 - Scrivi un commento