Questi due fattori insieme, oltre ovviamente alla cattiva amministrazione del territorio e all'abusivismo, sono infatti la causa del grave dissesto idrogeologico del nostro paese, dissesto che minaccia ben 5581 paesi, ovvero il 70% dei comuni italiani. Di questi 1700 sono a rischio frana, 1285 a rischio alluvione, mentre 2596 a rischio di entrambe le tipologie di calamità.
Se il riscaldamento climatico è una sfida globale che “globalmente” deve essere affrontata - senza nulla togliere a ciò che ciascuno di noi può fare - la sottrazione dei terreni all'agricoltura è invece un problema tutto italiano. Negli ultimi 40 anni, dice la ricerca della Coldiretti, l'Italia ha perso 5 milioni di ettari di terreni agricoli, ovvero il 25% di quanti ne aveva, appunto, 40 anni fa. Per farvi un'idea delle dimensioni vi basti sapere che questa cifra corrisponde a due volte la superficie della Lombardia.
Ma come vengono utilizzati questi terreni? Gli usi sono i più diversi ma le voci principali raccontato una destinazione ad uso industriale, residenziale, civile e infrastrutturale. Riassumendo: la città si sta mangiando la campagna!
La situazione è in rapido peggioramento; ormai solo molto raramente quando un terreno viene venduto è un imprenditore agricolo a comprarlo. In grande aumento in questi ultimi anni l'acquisto di terreni per la costruzione di centrali a pannelli fotovoltaici o a biomassa, con tutte le valutazioni pro e contro che questi due tipi di industrie energetiche si portano dietro. "La grave iniquità di cui è vittima il settore agricolo” - sostiene il Presidente della Coldiretti Sergio Marini – “mette a rischio il futuro delle imprese e con la scomparsa del terreno agricolo si perdono per sempre paesaggio, biodiversità, cultura e ambiente".
Arriverà il giorno in cui stanchi delle continue morti e di un mondo fatto solo di un asfalto sporco e puzzolente molto più di un campo concimato, gli uomini cercheranno di tornare alla terra, di coltivarne i frutti e di recuperarne le tradizioni, ma, forse di tradizioni si sarà persa la traccia e di terra ci sarà solo quella dura e arida di uno spoglio "giardino condominiale".
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