Capita spesso di utilizzare questo episodio per far riferimento a situazioni paradossali che, alla fine, si risolvono positivamente o almeno in parte, per i "perdenti", o meglio coloro che, dal principio, partono da una posizione più svantaggiata.
E' questo è proprio il nostro caso, o meglio, il caso di Percy e Louise Schmeiser, una coppia di anziani agricoltori canadesi.
I coniugi lo scorso inverno hanno visitato alcune delle più importanti città italiane. Naturalmente non si è trattato di una visita di piacere. L'obiettivo del viaggio era un altro: promuovere una riflessione sulla questione Ogm.
E chi meglio di loro può promuovere una riflessione sul'argomento?
I due coniugi canadesi, infatti, sono conosciuti perché, dopo 60 anni di attività come coltivatori, nel 1998 si sono ritrovati i campi contaminati da polline di piante Ogm brevettate da Monsanto - si trattava di piante di canola (la colza da olio canadese) geneticamente modificata per la resistenza all'erbicida Round Up - e una citazione in giudizio della multinazionale con la richiesta di 120.000 dollari per violazione di brevetto. La coppia sperava in scuse e qualche forma di indenizzo che, invece, non è mai arrivata. Al contrario, una causa lunga sei anni con pesanti spese legali e una condanna è stato il risultato di questa "caccia al tesoro" ritrovata nel loro orto. Infatti, "la Corte suprema canadese ha sentenziato che non importava che la violazione di brevetto (o contaminazione, a seconda dei punti di vista) fosse non solo non voluta dagli Schmeiser, ma addirittura sgradita, e che non aveva assolutamente rilievo il modo in cui fosse accaduta. Il solo fatto che sui loro campi si trovasse DNA sotto brevetto era sufficiente a imporre il pagamento dei diritti di proprietà intellettuale a favore di Monsanto".
Da allora i due coltivatori sono diventati portavoce della esperienza vissuta che ha permesso loro il conferimento del Right Livelihood Award (il premio Nobel altrnativo) nel 2007 e appena possibile raccontano la loro storia, in giro per il mondo, per cercare di far conoscere realmente la natura degli Ogm. Una congiura di questo tipo potrebbe colpire qualsiasi contadino che per caso può ritrovare tra le erbe del proprio orto del polline Ogm. In questo caso sarebbe costretto al pagamento di royalties. Ma al di là di questo aspetto alquanto fastidioso e poco corretto, ci sono altre problematiche che non andrebbero sottovalutate.
Come sostengono gli stessi Schmeiser, gli ogm non possono essere trattenuti una volta messi in circolazione. Non si può fermare nè il vento, nè un uccello, nè qualsiasi altro animale impegnato nel trasportare il polline da una parte all'altra di un campo o di una distesa agricola.
Questo è un tema spinoso su cui si discute da tempo. Gli ogm, infatti, come nel caso dell'orto degli Schmeiser, riescono a contaminare facilmente i campi in cui si posano, minando fortemente le colture tipiche di una zona. Così, la biodiversità locale è fortemente a rischio.
Come si chiedono Percey e Louise Schmeiser, che tipo di eredità vogliamo lasciare alle generazioni future? "Siamo disposti a rendere il tesoro più grande che abbaimo saturo di veleni?"
Gli studi e le ricerche su tale aspetto non mancano di certo, e per fortuna la popolazione di molti paesi sta, a poco a poco, acquisendo maggiore consapevoleza sull'argomento, assumendo una personale posizione nei diversi dibattitti che da un lato vedono l'Efsa comportarsi in modo sempre più ambiguo (una delle ultime notizie,a tal proposito, è davvero significativa; l'Efsa, infatti, pare avrebbe violato nuovamente il proprio mandato, perchè l’autorizzazione decennale del mais transgenico MON810 è scaduta, e l’Ue sta valutando se rinnovarla o meno. In tale contesto, l’Efsa ha emesso il proprio parere alla fine dello scorso giugno, affermando che il MON810 è sicuro.) per l'appoggio che continua a dare alle diverse multinazionali del settore, e dall'altro le diverse associazioni contrarie che gridano a gran voce un no secco all'utilizzo di queste sostanze.
L'argomento è comunque molto vasto e potremmo stare qui giornate intere a trattarne i diversi aspetti, motivo di non unanimità verso gli ogm, ma la vita è breve e va vissuta intensamente.
Diverse soluzioni possono essere adottate. Riscoprire i sapori e i gusti locali può essere una delle tante alternative, in opposizione ai vari alimenti, che ogni giorno ci vengono propinati, contenenti sempre meno il prodotto originale .
Un ulteriore soluzione sarebbe quella di coltivare - ove possibile - personalmente il proprio orto; ma anche qui bisogna stare attenti. I semi ogm sono sempre in agguato.
Il Mondo Secondo Monsanto
monsanto è leader mondiale nella produzione degli organismi geneticamete modificati (ogm) ed è una delle... Continua... |