Tutti discutono sui possibili rischi per l’uomo, sulla possibilità di una pandemia mondiale, sui vaccini, sul tasso di mortalità, ma quanti si chiedono veramente quale sia la responsabilità dell’uomo? La radice di tutto ciò si trova forse nel comportamento indifferente e spietato dell’uomo nei confronti della natura e degli animali? Non è forse un monito chiaro che indica che dovremmo cambiare radicalmente qualcosa nel nostro rapporto con gli animali, nel modo in cui sfruttiamo la madre Terra e la natura, al punto che non sono più in grado di offrire il loro sostentamento all’uomo?
Alcuni scienziati ammettono che i virus si sviluppano e manifestano grazie alle condizioni favorevoli che trovano nei grandi allevamenti intensivi, dove gli animali sono costretti a vivere stipati negli spazi più ristretti, in condizioni igieniche disastrose e possono sopravvivere soltanto perché vengono somministrati loro forti dosi di antibiotici e medicinali.
Tutte queste sofferenze sono necessarie?
Possiamo puntare il dito sulle grandi industrie della carne, dare la colpa ai grandi allevamenti, all’avidità di profitto dell’uomo, ma possiamo anche chiederci: che cosa posso fare io personalmente?
Com’è il mio rapporto con la natura, con la madre Terra e con gli animali, li considero esseri viventi in grado di percepire gioia e dolore? E se è così, ho già rinunciato a cibarmi della loro carne? Molti considerano gli animali come oggetti, come merce, creature al servizio dell’uomo. Questo è dovuto spesso alla tradizione e agli insegnamenti che ci sono stati dati dalle chiese istituzionalizzate, che per secoli hanno insegnato che gli animali non hanno un’anima e nell’attuale catechismo affermano che “è legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti” e inoltre “non si devono far oggetto di quell’affetto che è dovuto soltanto alle persone”.
Chi è quindi responsabile per il decadimento dei principi etici e morali del vero cristianesimo - contenuti nei Dieci Comandamenti di Mosè e nel Discorso della Montagna di Gesù - che negli ultimi 2000 anni sono stati considerati utopici? Qual è la responsabilità delle istituzioni ecclesiastiche, della scienza, dello Stato e di ogni singolo cittadino? E quali sono le conseguenze che ne derivano?
In un libretto dal titolo L’assassinio degli animali è la morte degli uomini vengono approfondite queste domande. Vi leggiamo, per esempio: “Le catastrofi che avvengono sulla terra rispecchiano la catastrofe che è l’uomo. Anche le forze degli elementi - fuoco, acqua, terra e aria – non ubbidiscono più all’uomo. Essi si scrollano di dosso l’aggressività, la distruzione, l’inquinamento, il modo di pensare orientato sul profitto materiale e sullo sfruttamento con i quali sono stati caricati dall’uomo. Gli uomini vengono colpiti dagli effetti delle cause che hanno posto…”
“Chi fa soffrire e uccide gli animali spesso non riesce più a percepire alcun pentimento. La sua coscienza, che dovrebbe essere un organo di controllo etico e morale, è divenuta ottusa… Gran parte dell’umanità rimane indifferente quando vede che la terra viene sfruttata al massimo, che gli animali vengono tormentati e tenuti nelle stalle in modo crudele e privati di ogni dignità; a molti uomini non importa se gli animali cadono vittima di chi li tormenta e li uccide per molti scopi, usandoli anche per fare esperimenti… Molti sanno che tutto ciò non è conforme alla volontà di Dio, ma tacciono ugualmente e non fanno nulla…”
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