Ecoincentivi 2009: battaglia ambientalista tra veicoli ed edifici di nuova generazione

Il Governo ha finalmente stabilito gli ecoincentivi 2009 per la rottamazione di vecchi veicoli e l’acquisto di nuovi, mentre ha rimandato al gennaio 2010 l’obbligo - per gli edifici di nuova costruzione - di dotarsi di impianti energetici basati sull’uso di fonti rinnovabili. Il malcontento tra gli ambientalisti aumenta sempre di più.

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di Virginia Greco

auto
Il Governo ha finalmente stabilito gli ecoincentivi 2009 per la rottamazione di vecchi veicoli e l’acquisto di nuovi
Tra discussioni e polemiche sono stati finalmente fissati i tanto attesi ecoincentivi per la rottamazione e l’acquisto di auto nel 2009. Il Governo ha deciso di eliminare l’esenzione dal pagamento del bollo per i tre anni successivi all’acquisto (da molti ritenuta una norma inutile) e ha, invece, incrementato significativamente, rispetto agli anni scorsi, le quote di incentivo a tutti i livelli.

Di base, si ricevono 1500 euro se si rottama una vecchia auto di tipo Euro0, Euro1 o Euro2 (immatricolata entro il 31 dicembre 1999) e si prende un’auto nuova Euro4 o Euro5, con emissioni inquinanti non superiori a 140 g/km di CO2 per le versioni benzina e 130 g/km di CO2 per quelle diesel. L’acquisto di un’auto nuova di categoria ecologica dà diritto ad altri incentivi, dei quali si può usufruire anche senza rottamazione; se invece la rottamazione c’è, gli sconti si cumulano.

Le cifre sono: 1500 euro per motori a metano o elettrici (si parla anche di idrogeno, ma al momento non esistono veicoli dotati di tali dispositivi); 3500 per le auto con tali motori e in più emissioni ridotte al minimo; 1500 euro per auto a GPL. Nel caso di veicoli commerciali leggeri, si può acquistare risparmiando 2500 euro, se si rottama un mezzo Euro0, Euro1 o Euro2.

euro
L’acquisto di un’auto nuova di categoria ecologica dà diritto ad altri incentivi
E’ previsto, inoltre, un bonus di addirittura 4000 euro per l’acquisto (accompagnato o no dalla cessione del vecchio) di un veicolo nuovo a metano o GPL. Per quanto riguarda le due ruote, si ha diritto ad un incentivo di 500 euro se si acquista un veicolo Euro3 fino a 400cc di cilindrata, lasciando un motorino od un motociclo Euro0 o Euro1.

Queste nuove norme sono state presentate in un decreto legge - già esecutivo in modo tale da non congelare il mercato in attesa del vaglio definitivo - che dovrà essere approvato dal Parlamento entro 60 giorni. Il decreto è stato accolto positivamente da più parti, soprattutto da quanti sperano in un rilancio del settore automobilistico particolarmente colpito dalla crisi economica degli ultimi mesi.

In ambito ecologista, invece, Legambiente ha sollevato subito una voce contraria: “Si parla di una rottamazione vecchio stile, non si punta a disincentivare l’acquisto di auto inquinanti e tanto meno a sostenere l’innovazione tecnologica”.

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Il Presidente Nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza
Il presidente nazionale dell’associazione, Vittorio Cogliatti Dezza, è particolarmente preoccupato dal fatto che nella norma si parli di incentivi all’acquisto di veicoli Euro4, senza restrizioni particolari sul quantitativo di emissioni di CO2: “Sarebbe assurdo che questi incentivi servissero a favorire l’acquisto di SUV o auto diesel Euro4 sprovvisti di filtro antiparticolato, che emetterebbero comunque più polveri sottili anche rispetto ad una vecchia auto a benzina”.

Altrettanto critico è l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Nicola De Ruggiero, il quale sottolinea come le scelte operate in materia di incentivi siano dettate da valutazioni di natura economica e, solo in minima parte, da responsabilità ecologica. Ne è una dimostrazione il fatto che gli incentivi siano per lo più diretti all’acquisto di veicoli nuovi che non alla rottamazione di quelli vecchi, quando, invece, l’abbandono dell’auto tout court sarebbe la soluzione migliore, in termini ambientalisti.

Negli anni scorsi la Regione Piemonte decise di dispensare dei bonus ai cittadini che rottamavano la propria auto senza vincolarli all’acquisto di una nuova. “Se dietro alle misure del Governo ci fosse una seria volontà ambientale” - afferma De Ruggiero - “il contributo alla rottamazione conferito a chi acquista un’auto nuova dovrebbe essere minore rispetto a quello erogato a chi sceglie solo di rottamare”.

Ma il mercato dei mezzi di trasporto non è l’unico a sollevare discussioni in ambito ecologista. Le polemiche imperversano anche per quanto riguarda le normative per le energie rinnovabili negli edifici.

La Finanziaria 2008 approvata dal Governo Prodi imponeva che a partire dal 1° gennaio 2009 tutti gli edifici di nuova costruzione si equipaggiassero di “impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo da garantire una produzione energetica di 1kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realizzazione tecnica dell’intervento, e 5kW per i fabbricati industriali con un’estensione superficiale non inferiore a 100mq”.

Il cosiddetto “decreto mille proroghe”, approvato la settimana scorsa al Senato ed ora in attesa del voto alla Camera, posticipa la data di entrata in vigore del suddetto obbligo al gennaio 2010. Gli Ecologisti Democratici (ala ambientalista del PD) hanno subito contestato il rinvio – introdotto all’ultimo momento e per questo definito “blitz dell’esecutivo”.

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Il Senatore Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente del Partito Democratico
Il Senatore Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente del Partito Democratico, ha accusato il Governo italiano di “persistere in un atteggiamento miope, arretrato e irragionevole” e di “non perdere occasione per portare avanti una malcelata battaglia contro la difesa ambientalista”. Giuseppe Menardi, senatore del PDL, affermando che la decisione di posticipare tale data sia stata motivata dalla necessità di assicurarsi che tutti gli operatori del settore fossero pronti al momento dell’entrata in vigore dell’obbligo. “Ora è troppo presto: voglio che si parta nel momento giusto e in maniera seria”.

“Non è vero che non siamo pronti”, ribatte Marco Pigni, direttore di Aper, Associazione italiana dei Produttori di Energie Rinnovabili, “con il Conto Energia, in un anno, il fotovoltaico ha prodotto più di 200MW e nella stragrande maggioranza dei casi si parla di piccoli impianti” , come sarebbero - appunto - molti di quelli installati nelle singole abitazioni o industrie a cui fa riferimento la legge.

Certamente, nel governare un paese occorre tenere presenti le varie esigenze di natura sociale ed economica come anche ambientale e culturale. Pur sapendo ciò, permane la sensazione che il nostro governo prediliga certi interessi industriali ed economici alle scelte ecologiste, soprattutto nel momento in cui si volge l’attenzione alle politiche attuate dai governi di altri paesi europei. Ancora una volta molto è lasciato alla sensibilità e al buon senso del cittadino (che spesso, però, è poco o mal informato, non necessariamente per propria negligenza).

18 Febbraio 2009 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
20/2/09 06:54, Raf ha scritto:
Mi sembra normale che il nano guardi solo gli interessi degli amici industriali e non gli importi nulla dell'ambientalismo.
Sarebbe stato troppo intelligente ed ecologico (parola troppo di "sinistra") emanare una legge che aumenti gli incentivi a chi si sbarazza di una veccia auto inquinante per andare a piedi o in bicicletta.
Io ho almeno un paio di conoscenti che hanno auto Euro1 che si tengono giusto per averla e perchè non vogliono (e non possono)acquistarne una nuova ma neanche farsi prendere per i fondelli e spendere dei soldi anche per la rottamazione
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